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Le #invasionidigitali: una storia di musei, partecipazione e social media

  • Pubblicato il: 14/05/2015 - 16:04
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NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Emanuela Gasca

Cosa accade se un gruppo di appassionati di cultura e social media organizzano un blogtour nei musei del nostro territorio? Questo è avvenuto durante le #invasionidigitali che, dal 24 aprile al 3 maggio, hanno attraversato l’Italia coinvolgendo piccole e grandi realtà culturali attraverso visite guidate in quasi 500 siti

 
Cultura, musei e social media: dal 24 aprile al 3 maggio si sono svolte, in diversi contesti italiani, le #invasionidigitali.
Le #invasionidigitali – ID - nascono nel 2013 da un’idea di Fabrizio Todisco, giovane digital strategist,  in collaborazione con la Rete di travel blogger italiani di #iofaccioreteOfficina turisticaInstagramers italia e l’Associazione Nazionale Piccoli Musei. 
Il progetto ha come obiettivo la diffusione della cultura digitale e l’utilizzo degli open data. Attraverso le ID si intende inoltre formare e sensibilizzare le istituzioni all’utilizzo del web e dei social media per la realizzazione di progetti innovativi rivolti alla co-creazione di valore culturale oltre che alla promozione e diffusione della cultura.
Questa iniziativa infatti prevede l’organizzazione di diversi mini-eventi (le invasioni appunto) presso musei e luoghi d’arte italiani, rivolgendosi a bloggerinstagramerappasionati di fotografia e a qualsiasi persona attiva sui social media.
La promozione dei beni culturali avviene attraverso l’hastag generico #invasionidigitali; segue poi quello più specifico della regione di appartenenza (per esempio #invasionipiemontesi) e successivamente quello del bene culturale in questione.
Le ID sono un evento non solo italiano, infatti in questi due anni hanno riscosso un notevole successo anche a livello internazionale. Partendo dal basso solo nel 2014 circa 15.000 persone hanno compiuto ben 407 invasioni nel mondo: dal Museo Madre di Napoli al History Museum di Bosnia e Herzegovina, dal MAEC di Cortona ai musei di Baltimore (USA), dalle botteghe storiche di Genova al Valentin Karlstadt Museum di Munich, dal Museo Diocesano di Salerno al Sidney Museum in Australia e tanti altri.
Per quel che riguarda l’Italia, quest’anno sono state realizzate quasi 500 invasioni[1] che hanno attraversato tutta la penisola e che hanno coinvolto soggetti diversi in tipologie di ID variegate. Sono stati infatti invasi beni più conosciuti come per esempio i Fori Imperiali di Roma o l’area archeologica romana di Aosta o ancora il Castello Estense di Ferrara, ma anche e soprattutto aree che, seppur meno famose, sono particolarmente interessanti dal punto di vista culturale e rappresentative del nostro paese. A Diano Castello in Liguria, per esempio, l’ID è andata alla scoperta degli «angoli e degli splendori nascosti» del centro storico (ID Diano Castello, 2015).
A Venezia la ID #InvitoaPalazzo alla Fondazioni Giorgio Cini si è svolta presso l’omonimo Palazzo, raffinata casa-museo sorta nel 1984 che custodisce un prezioso nucleo della raccolta d’arte antica del filantropo Giogio Cini.
Il patrimonio storico cartaio ereditato dalle Cartiere Miliani Fabriano (Fondazione Gianfranco Fedrigoni)è stato invece esplorato dall’Invasione dell’universo #carta del 30 aprile scorso.
Sono state esplorate anche aree storiche e religiose come Staffarda, abbazia benedettina gestita dalla Fondazione Ordine Mauriziano di Torino fondata tra il 1122 ed il 1138 sul territorio dell’antico Marchesato di Saluzzo.
Figuranti in costume d’epoca hanno illustrato invece ai visitatori alle ID del Forte di Gavi (Novara), aspetti della vita militare grazie alla rievocazione storica I Soldati della Grande Guerra al Forte di Gavi organizzata in occasione del centesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, per ricordare la presenza di una guarnigione del Regio Esercito al Forte.
Anche gli amanti del paesaggio hanno potuto vivere le ID in luoghi naturali particolarmente suggestivi. L’ID al Giardino dei Semplici di Firenze ha proposto una passeggiata tra gli Alberi della Vita, patriarchi testimoni della storia, come il Tasso piantato nella prima parte del 1700 e la Sughera che risale al 1805.
Nelle ID 2015 non mancano scorci mozzafiato come quelli delle Grotte di Nettuno che le ID, organizzate in collaborazione con la Fondazione Meta di Alghero, hanno raggiunto il 2 maggio scorso percorrendo i 656 gradini della suggestiva Escala del Cabirol che si snoda lungo la parete del massiccio di Capo Caccia in Sardegna.
Cosa è successo nei musei? E’ stata ripercorsa la storia dell'uomo in Abruzzo nell’ID del Museo delle Genti d’Abruzzo che, grazie alla ricchezza dei reperti archeologici ed etnografici, è considerato una delle strutture più innovative nell'ambito dei musei demo-antropologici. Il Museo della Radio e Televisione nella storica sede RAI di Torino è stato “invaso” il 27 aprile attraverso un’escursione museale che ha ripercorso la storia del piccolo schermo, dal telegrafo alla TV  Digitale.
 
Come vengono organizzate le ID?
Ogni regione d’Italia ha un Ambassador che si occupa del coordinamento delle attività dei singoli Invaders -  così si chiamano coloro che organizzano le invasioni.
Silvia Badriotto, Ambassador per il Piemonte ci racconta che «come riferimento regionale gli Ambassador aiutano a sensibilizzare sul tema del digitale, dando consigli e supporto sia a chi è interessato ad organizzare un invasione, sia alle persone che vogliono partecipare. La nostra attività è anche di “evangelizzazione”: spieghiamo infatti come la comunicazione digitale possa essere una leva per far conoscere la cultura del territorio, i musei e i luoghi poco conosciuti».
Silvia è molto soddisfatta delle ID del 2015.  «Le 67 Invasioni Digitali in Piemonte – ci racconta - hanno spaziato in modo trasversale in tutti i territori e temi dall’arte: dal Castello di Rivoli alla storia nel Castello Cavour di Santena, dai siti archeologici come Libarna nel Novese a numerosi ecomusei per ricordare tradizioni e cultura materiale, dai Giardini Botanici come il  REA di Trana a strutture culturali legate alle aziende del territorio come Casa Martini a Pessione di Chieri o Casa Zegna, parte di Fondazione Zegna, a Biella». Anche gli operatori del settore hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa aprendo le porte agli Invasori attraverso ingressi gratuiti o tariffe speciali.
 
Partecipare alle ID e diventare invasore – così viene chiamato chi partecipa attivamente all’iniziativa - è abbastanza semplice; bisogna scegliere un museo o un luogo culturale da invadere, compilare il modulo di iscrizione sul sito delle ID in modo da candidarsi a diventare un invasore digitale, accedere al back office delle ID e inserire la propria ID. Infine sarà importante promuovere la propria invasione sui canali social e diffondere l’iniziativa attraverso blog, social media, comunicati stampa ma anche contattando giornalisti radio e tv.
Cosa spinge quindi un amante della cultura a diventare invasore? Secondo Sara Fiorentino, giovane invasore che ha fatto della sua passione per i social media il suo lavoro, il progetto delle Invasioni Digitali «da l'occasione a tutti coloro che amano la cultura di fare qualcosa di concreto per salvaguardarla, promuoverla e condividerla. Organizzare una visita guidata che coinvolge non solo persone del settore del turismo e del web, ma anche amici, parenti e conoscenti è una opportunità per far aprire gli occhi su ciò che sta intorno a noi». La forza delle ID sta proprio nel fatto che i musei coinvolti «non per forza devono essere un luogo famoso e “turistico”; il bello è create l’opportunità proprio in quei luoghi che spesso neanche chi li vive tutti i giorni conosce e promuove». Alla fine della nostra chiacchierata, Sara ci mostra l’invader mask: «la mascherina è il logo e il simbolo delle invasioni digitali. Quest' anno abbiamo rafforzato la sua presenza invitando tutti gli invaders ad indossarla, sia come riconoscimento, sia come promozione dell’iniziativa. Al termine dell’evento i video di ogni invasione mostreranno gli invaders in giro per tutta l Italia con le loro mascherine».
 
Credo che le ID siano un’ottima opportunità di valorizzazione del nostro patrimonio culturale dove non si parla solo più di pubblico ma anche di comunità virtuale che diventa essa stessa creatrice di contenuti culturali. Come anche per la #MuseumWeek, le ID hanno un hashtag di riferimento che diventa l’elemento chiave per la promozione sul web, in un processo collaborativo di co-produzione di valore delle realtà culturali del nostro territorio.
 
Il prossimo appuntamento sarà il 16 maggio. In occasione dell’uscita di Una notte al museo 3, siamo infatti tutti invitati a diventare invasori dei nostri musei utilizzando l’hashtag #UnaNottealMuseo.
 
Fonte dell’immagine: Invasioni Digitali: http://www.invasionidigitali.it/it
 
Bibliografia suggerita per approfondire
A. Bollo (2010), Surfing and walking. I musei e le sfide del 2.0, www.fizz.it
E. Bonacini (2011), Il museo contemporaneo. Fra tradizione, marketing e nuove tecnologie, ARACNE Editrice, Roma.
F. De Biase (a cura di) (2014), I pubblici della cultura. Audience development, audience engagement, Franco Angeli s.r.l., Milano.
S. Corrà (2013), Il marketing territoriale e il contesto “social”: valorizzare il territorio attraverso i social media, Tesi di Laurea A.A. 2012/2013.
 
Sitografia essenziale
Invasioni digitali: http://www.invasionidigitali.it/it