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FONDAZIONE PARDIS: LA FORTUNA COMPORTA RESPONSABILITÀ

  • Pubblicato il: 15/11/2018 - 08:01
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Fondazione Pardis è una fondazione di famiglia nata per portare avanti le attività di CSR di Geico, azienda lombarda gestita da Ali Reza Arabnia, imprenditore visionario a capo di una alleanza italo-cinese che ha dato vita a progetti di innovazione per il benessere dei suoi dipendenti e per i giovani che entrano nel mondo del lavoro. Puntando anche sull’effetto contagio sulle PMI del territorio.

Noi imprenditori non possiamo stare a guardare. Essendo privilegiati, dobbiamo capire che quello che facciamo ha un effetto sulla vita delle persone. Abbiamo il dovere di fare qualcosa di concreto per gli altri. Anche con un piccolo contributo, passo dopo passo”.
 
Questa la filosofia di pensiero e di azione che ha spinto Ali Reza Arabnia, imprenditore di origini iraniane a creare nel 2014 la Fondazione Pardis  (“paradiso” in persiano) per portare avanti l’attività di responsabilità sociale di Geico, azienda del Gruppo Geico Taikisha, alleanza italo-cinese nel settore della fornitura di impianti di trattamento delle superfici e verniciatura per le principali case automobilistiche di tutto il mondo (con un fatturato annuo di 1,8 miliardi di dollari, 5.000 dipendenti, 50 sedi in 28 Paesi in tutto, 6 unità produttive).
 
Nel 2013, in occasione del cinquantenario dell’azienda, puntando costantemente su innovazione e rispetto per l’ambiente, Geico aveva trasferito la sua sede e il suo centro di ricerca e sviluppo Pardis Innovation Centre in una struttura innovativa dotata di un impianto di verniciatura diventato oggi autosufficiente dal punto di vista energetico.
Fin all’inizio valore fondante dell’impresa è l’attenzione al clima aziendale e al benessere dei lavoratori (l’azienda ha ottenuto il Great Place to Work 2017) incarnata dal Giardino dei Pensieri di Laura (moglie dell’imprenditore) uno spazio interno di oltre 2.000 mq con un’area per la meditazione, una palestra aziendale e un’area di intrattenimento. Altrettanto importante l’investimento in formazione, a cui è dedicata una scuola interna, il Campus Pippo Neri, in onore del suocero fondatore dell’azienda.
Dal 2009 Geico avvia una serie di proposte culturali per i dipendenti e gli stakeholders, oltre che iniziative per l’inserimento di giovani neolaureati (J-Next) e over 40 (J-Hope).
Grazie al successo di queste attività nel 2014 la famiglia Arabnia decide di costituire la Fondazione Pardis per sostenere concretamente il territorio. La nuova realtà intende incarnare il senso di responsabilità sociale e la sensibilità filantropica della famiglia, da sempre sostenitrice del ruolo attivo dell'impresa e dell'imprenditore all'interno della comunità.
Accanto ai progetti della fondazione, tre sono le aree di intervento su cui opera la fondazione: la beneficienza a realtà del territorio; un’attività di educazione, istruzione e formazione (orientamento, coaching, elearning, finanziamento di corsi professionalizzanti) e la promozione della ricerca scientifica sanitaria (finanziamento di progetti di ricerca e borse di studio per i ricercatori).
Sentiamo dalle parole di Ali Reza Arabnia in che cosa consiste il progetto filantropico della sua famiglia.
 
Da dove nasce l’impegno sociale dell’azienda?
 L’educazione che ho ricevuto dalla mia famiglia di origine mi ha insegnato il senso di responsabilità che abbiamo come imprenditori nel fare qualcosa di più grande della semplice gestione di un’azienda di successo.
Durante gli anni della crisi, l’azienda non ha mai smesso di investire sulle sue persone e sul settore R&D in chiave tecnologica, rivedendo anche l’organizzazione del lavoro.
 
Da dove nasce l’idea della fondazione?
 Nel 2010, quando la disoccupazione giovanile aveva raggiunto delle percentuali molto preoccupanti, come azienda abbiamo lanciato il progetto J-Next: a 20 ragazzi di ogni regione abbiamo dato la possibilità di fare uno stage pagato e di essere assunti a tempo indeterminato (prima del Jobs Act), anche se non avevamo specificamente bisogno di loro.
Un piccolo investimento per l’azienda ma un grande opportunità di cambiamento per i ragazzi e per le loro famiglie.
L’esperienza è stata molto positiva, i ragazzi si sono integrati e anzi hanno contribuito a migliorare il benessere e lo spirito di innovazione dell’azienda.
Da qui l’idea di fare un passo ulteriore fuori dall’azienda, creando una fondazione che potesse gestire un progetto di formazione e inserimento lavorativo in altre aziende.
 
Quali progetti sono stati quindi avviati?
 Con GATE BRIDGE ci siamo proposti di far entrare in azienda 100 ragazzi entro il 2020 coinvolgendo PMI del territorio che li potessero ospitare e li facessero crescere attraverso un periodo di 6 mesi di prova finanziato da noi.
La Fondazione promuove infatti i tirocini dei ragazzi attraverso un contributo mensile di 600€, monitora l’andamento attraverso attività di tutoring e coaching e premia l’azienda che poi stipula con loro un contratto di lavoro di almeno 12 mesi con un bonus di 1.000€.
L’obiettivo di far entrare 100 ragazzi entro il 2020 è stato già raggiunto nel novembre 2017: dei 500 ragazzi che hanno partecipato, dopo 3 anni 100 erano stati assunti. Alcune aziende son state “contaminate” emulando quello che avevamo fatto noi.
 Un altro progetto è NEW HOPE BRIDGE, pensato per gli over 40 che hanno perso il lavoro o necessitano di rientrare nel mondo del lavoro. La fondazione si pone come ponte tra le aziende e il territorio favorendo l’incontro tra persone inoccupate/disoccupate e imprese che cercano figure professionali esperte. La fondazione sostiene l’azienda per i primi 6 mesi attraverso un contributo mensile di 500/1000€ per ogni candidato inserito, contribuendo a eventuali costi di formazione specifica con un bonus una tantum di 1000€ e monitorando l’andamento dell’inserimento attraverso attività di tutoring e coaching.
 
Come è strutturata la fondazione?
 La fondazione ha una struttura leggera gestita da mia figlia Irene assieme a un team dedicato. E’ una realtà che non ha costi diretti. Si tratta di un investimento della famiglia.
 
Quale sono i prossimi obiettivi della fondazione?
 Inizialmente ci eravamo posti il 2020 come obiettivo per il progetto strategico tecnologico del gruppo aziendale e per quello sociale della fondazione.
Avendo già raggiunto entrambi i traguardi, due aree di nostra riflessione che potrebbero diventare il centro dei progetti dei prossimi anni sono la povertà educativa dei bambini e la conciliazione tra carriera e maternità delle donne. Temi che vogliamo affrontare sempre il medesimo approccio che alterna intelligenza analitica ed emotiva.
 
 
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