Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

SPECIALE MILANO. Nuova cultura nella Città Metropolitana? Criticità, opportunità e strategie a Milano

  • Pubblicato il: 16/02/2015 - 14:40
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Davide Ponzini, Federico Colleoni, Alessio Re

Benché la promozione della cultura si trovi tra gli obiettivi sanciti dal recente statuto della Città Metropolitana di Milano, non è chiaro se tra le funzioni e competenze dell’ente nascente abbia spazio un nuovo ruolo strategico e operativo nell’ambito delle politiche culturali. Forse questo è lasciato ad una fase successiva di programmazione, che potrebbe finalmente fare leva su cultura e creatività per promuovere lo sviluppo dell’area metropolitana. Una recente ricerca condotta da Walter Santagata e noi per l’Osservatorio della Fondazione Cariplo ha mostrato come nel contesto milanese e in questa fase vi siano molti aspetti critici, ma anche grandi opportunità (Ponzini, Colleoni, Friel, Re, Santagata, 2014). Il caso milanese sembra inoltre importante per discutere il tema a livello nazionale, pur riconoscendo le differenze dei vari contesti.
 
Sappiamo che la regione milanese è una delle aree economicamente più produttive e trainanti del nostro paese. Questo dipende sia da un’eredità di lungo periodo che dalla capacità d’innovare di molte imprese e di una società civile vivace, anche in tempi di crisi; in certi segmenti anche da una integrazione spontanea tra cultura ed economia locale. Si deve però notare come cultura e creatività non siano oggi percepite unanimemente e trattate pubblicamente come priorità d’intervento a scala metropolitana, né come settore economico di rilievo. Negli ultimi quindici anni ci sono stati pochi progetti culturali che hanno portato l’offerta culturale di Milano a fare un «salto di scala». Raramente le reti di attori della cultura e della creatività milanesi sono diventate constituency di progetti culturali notevoli oppure hanno contribuito alla fattibilità politica di grandi trasformazioni urbane. Negli ultimi tempi, gli attori più dinamici della cultura e della creatività milanese procedono individualmente, contribuendo poco per volta alla rivitalizzazione di parti di città, perdendo però l’opportunità di coordinare questi effetti con altri, bilanciarli con servizi dedicati (non solo culturali), e guidarne le ricadute territoriali.
 
Salvo poche eccellenze e qualche esperienza in cui gli effetti positivi di sistema e il «salto di scala» sono evidenti (ad esempio Fuorisalone o Festival MITO), il capitale sociale e reputazionale disponibile per il rilancio culturale e creativo di Milano si sta progressivamente indebolendo. L’occasione dell’Expo 2015 ha certamente mobilitato molteplici attori in vista dell’evento, ravvicinando però l’orizzonte temporale della programmazione culturale e riducendo le energie disponibili per altri progetti di cooperazione. Vari operatori del settore riscontrano da un lato una progressiva carenza di visione, energie e di capacità strategica e dall’altro una reazione debole e frammentaria alle numerose emergenze (si pensi ad esempio alla condizione fotografia a Milano). L’istituzione della Città Metropolitana non ha per ora concentrato i propri sforzi sulla sperimentazione e sul rinnovo di questo campo di politiche.
 
 
Meccanismi e criticità per la cultura milanese
Da diversi anni, attori pubblici e nonprofit hanno avviato sperimentazioni generose cercando di intrecciare progetti per luoghi e attività culturali e processi di sviluppo socio-economico e territoriale. Dopo una stagione di notevole espansione e rigenerazione urbana nella regione milanese, si devono però riconoscere e condividere le criticità ereditate, i meccanismi che non hanno funzionato, sia in termini di generazione di nuovi luoghi e servizi culturali che in termini di consolidamento dei legami tra operatori del settore e di altri settori economici e creativi connessi alla cultura.
 
Una criticità emersa con particolare evidenza a Milano e nell’hinterland è il legame che i progetti culturali hanno avuto con la rendita urbana. Negli ultimi quindici anni, non sono infatti mancate le occasioni per realizzare grandi contenitori culturali che avrebbero potuto dare un forte impulso alla vita culturale milanese, alla sua visibilità internazionale e stimolato lo sviluppo di attività complementari, in settori cruciali come la moda, l’arte contemporanea, il design e la ricerca. In molti progetti cultura e creatività hanno contribuito a legittimare investimenti immobiliari e commerciali che comprendevano importanti facility culturali. Questo però ha raramente contribuito a generare e rafforzare un programma culturale e una rete economica e politica di sostegno al progetto stesso. In molti casi i contenitori culturali non sono stati realizzati, oppure hanno generato iniziative culturali di breve durata e piuttosto fragili dal punto di vista gestionale e delle relazioni con le produzioni culturali e creative milanesi.
Il coordinamento tra attori del settore culturale e di altri settori economici e sociali complementari, l’innesco di processi di valorizzazione e qualificazione di un territorio complesso come quello milanese non possono oggi essere dati per scontati e dipendono anche dalla condivisione di immagini-guida per le strategie metropolitane (ad esempio: offerta culturale monocentrica, policentrica, per reti settoriali o locali, per distretti, …), dalla selezione delle priorità d’investimento sulle strutture culturali e sulla loro gestione, dalla definizione di politiche economiche e sociali complementari a quelle culturali.
La fragilità della visione per la cultura a scala metropolitana sta indebolimento progressivamente tanto le singole iniziative degli attori di questo settore, quanto le poche iniziative a scala sovra-comunale. Questo è solo in parte legato alla progressiva diminuzione delle iniziative di coordinamento della Provincia di Milano (ad esempio il programma Metropòli). L’incertezza relativa alle competenze della Città Metropolitana nel campo delle politiche culturali e di coordinamento costituisce certamente un punto critico, ma fa anche intravedere nuove opportunità di sperimentazione e rilancio.
 
 
Visioni metropolitane
La fluidità di questa fase potrebbe costituire un problema per il riconoscimento di strategie culturali e la costruzione di leadership politica-amministrativa di medio e lungo periodo nel territorio metropolitano. Il Comune di Milano aveva in un passato recente definito visioni urbanistiche e interpretazioni innovative per lo sviluppo metropolitano (ad esempio gli assi di sviluppo della cosiddetta «T rovesciata»). Oggi non si può riconoscere una forma strategica per lo sviluppo territoriale, né grandi iniziative per la creazione di nuovi luoghi culturali significativi a scala metropolitana, nazionale e internazionale. Dal punto di vista del settore culturale, il Comune di Milano ha una struttura di offerta di servizi monocentrica in cui svolgono un ruolo particolarmente importante le istituzioni presenti nel centro storico e in cui si articolano logiche centro-periferia molto semplificate. Non sono mancate in anni recenti iniziative di coordinamento da parte di Comuni di prima o seconda cintura, che in qualche caso stanno sostenendo visioni e progetti di lungo termine (ad esempio nel Nord-ovest milanese).
La strategia regionale ha in passato sostenuto iniziative di sistema che in qualche caso hanno generato forme di cooperazione sovracomunale. Tuttavia in anni recenti la Regione non sembra aver incrementato le risorse o rinnovato le proprie modalità di intervento rispetto ad un contesto in difficoltà come quello milanese, né ha promosso sperimentazioni particolari in ambito metropolitano.
Il settore non profit ha affrontato la relazione tra politiche culturali e processi di sviluppo urbano, dando in alcuni casi il via a progetti ambiziosi e capaci di intessere relazioni di sistema (la ricerca che abbiamo condotto analizza in dettaglio programmi e progetti promossi da Fondazione Cariplo e progetti, come il Milano Film Network). Tuttavia iniziative isolate di piccola o media dimensione da parte del settore pubblico o non profit non sono in grado di costruire strategie di lungo periodo e guidare l’intervento di molteplici attori.
 
 
Opportunità per nuove strategie culturali metropolitane
La creazione di una strategia metropolitana condivisa e di lungo periodo è compito della nascente Città Metropolitana in riferimento alle proprie competenze. La definizione di strategie e priorità in ambito culturale costituisce, secondo noi, un’opportunità da esplorare e sperimentare in questa fase. In questo senso vi sono molti ruoli di stimolo e di supporto alla progettualità che possono emergere tra il settore pubblico e quello non profit. Ne evidenziamo due in particolare.
 
Un forum per le politiche culturali metropolitane rivolto alle istituzioni pubbliche culturali e agli operatori economici e creativi potrebbe essere un modo per concentrare l’attenzione sui problemi emersi (dissolvimento della Provincia, visioni metropolitane carenti e che separano centro da periferia, scarsa capacità di fare reti e progetti di scala metropolitana, indebolimento delle singole istituzioni culturali e dei legami con settori economici, …) e sulle opportunità d’intervento nel medio periodo (nuovi ambiti culturali e creativi, guida delle ricadute positive legate alla cultura, …).
In secondo luogo, le istituzioni pubbliche competenti e attori del terzo settore potrebbero interpretare il lancio di pochi progetti culturali prioritari non solo come momento operativo d’implementazione dei propri obiettivi in ambito culturale, ma anche come strumento di conoscenza, riflessione e rafforzamento dell’atmosfera creativa a scala metropolitana. L’approfondimento di sei ambiti di produzione culturale milanese svolto nella nostra ricerca (design di prodotto, moda, gusto e cultura dell’alimentazione, università e ricerca, patrimonio storico e artistico, fotografia) ha mostrato che le attività di analisi e selezione diretta di progetti avrebbero costi molto elevati. Stimolare la progettualità degli operatori e riflettere criticamente sugli esiti per ricondurli ad una visione metropolitana, discuterli pubblicamente e selezionare priorità in modo condiviso sembrano una strada più efficace e praticabile.
In questa fase l’innovazione della “atmosfera creativa” milanese potrebbe passare attraverso la condivisione di una strategia di lungo termine, attraverso la selezione di priorità e il rafforzamento di eccellenze che l’area metropolitana può esprimere e attraverso la guida delle ricadute economiche e sociali nel territorio. Ci auguriamo che simili e altri approfondimenti possano portare il tema all’attenzione del dibattito nazionale.
 
 
Autori
 
Davide Ponzini (Politecnico di Milano)
Dipartimento di Architettura e Studi Urbani
Via Bonardi 3, 20133 Milano, Italy
Tel +39 02 23995427
Email davide.ponzini@polimi.it
 
Federico Colleoni (Università degli Studi di Bergamo)
Martha Friel, Alessio Re (Centro Studi Silvia Santagata-Ebla)
 
 
 
 
 
Bibliografia
Ponzini D., Colleoni F., Friel M., Re A., Santagata W. (2014) Progetti culturali e sviluppo urbano. Visioni, criticità e opportunità per nuove politiche nell’area metropolitana di Milano. Milano, Quaderni dell’Osservatorio della Fondazione Cariplo n.18, disponibile sul sito internet http://www.fondazionecariplo.it/static/upload/qua/qua_progetti_culturali/qua_progetti_culturali.pdf
 
 
 
 
 
 
 
Brevi note biografiche degli autori
 
Davide Ponzini è Ricercatore presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano. I suoi lavori si concentrano su politiche culturali e urbane.
 
Federico Colleoni è un urbanista e ricercatore free lance. I suoi studi e progetti vertono principalmente sui progetti a scala locale con il coinvolgimento attivo di abitanti, terzo settore, e istituzioni.
 
Martha Friel è responsabile dell’area Turismo e Territorio del Centro Studi Santagata-Ebla e insegna “Cooperazione culturale, turismo e sviluppo del territorio” all’Università IULM di Milano
 
Alessio Re è esperto di politiche e piani di gestione per il patrimonio culturale. E’ vicedirettore del Centro Studi Silvia Santagata-Ebla e insegna "Gestione dei progetti comunitari e culturali” presso il Dipartimento di Economia dell'Università di Torino.

Allegato: