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Obiettivo comunità. L’esperienza ventennale della Fondazione comunitaria del Lecchese Onlus

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:01
Rubrica: 
FONDAZIONI DI COMUNITÀ
Articolo a cura di: 
Maria Elena Santagati
Nata nel 1999 dalla sperimentazione di Fondazione Cariplo, la prima fondazione di comunità in Italia si distingue per un ingente patrimonio, una sistematica raccolta di donazioni grazie a un rapporto consolidato con la comunità, una grande credibilità e un meccanismo condiviso di selezione dei progetti. Tra le iniziative più recenti spiccano «Batti il cinque» in materia di povertà educativa, il processo di candidatura a sito UNESCO del paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale, l’investimento nel Polo Frassoni-Centro per anziani non autosufficienti.
L’impresa sociale «Con i bambini», nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha selezionato e approvato con un contributo di 2.700.000 Euro, a fronte di un valore progettuale complessivo di 3.500.000 Euro, il progetto Batti il cinque: nato dal partenariato della Fondazione comunitaria del Lecchese onlus, in qualità di capofila, con le Fondazioni di comunità di Brescia, Mirafiori, San Gennaro – Napoli e Messina, intende «sostenere minori in condizione di fragilità sociale nei territori di competenza delle cinque fondazioni, con una stimolante connessione tra scuole, famiglie e comunità locali». L’iniziativa, primo caso in Italia di attivazione di una rete di fondazioni di comunità, è stata fortemente voluta da Assifero, l’Associazione punto di riferimento della filantropia istituzionale in Italia, che ha favorito la connessione tra le fondazioni ed è uno dei partner del progetto. Centinaia di bambini e ragazzi tra i 5 e i 14 anni avranno l’opportunità di partecipare ad attività integrative, formative, educative e ricreative. «L’approvazione del progetto» afferma Mario Romano Negri, Presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese «conferma il nuovo ruolo che possono ricoprire le nostre organizzazioni a servizio dei territori,  andando oltre la dimensione puramente erogativa, per candidarsi a essere soggetto capace di ricomporre le risorse territoriali e metterle al servizio di un welfare comunitario e generativo».

La Fondazione comunitaria del Lecchese Onlus è la prima fondazione di comunità sorta in Italia, su iniziativa di Fondazione Cariplo. In 19 anni di attività, la Fondazione ha raggiunto un patrimonio di oltre 22 milioni di € e ha raccolto liberalità pari a 23 milioni di €; sommando quanto raccolto e quanto erogato grazie ai redditi del patrimonio, sono stati erogati quasi 42 milioni di €, finanziando circa 2.200 progetti. Soltanto nel 2017 sono stati erogati circa 2,7 milioni di €, di cui il 50% raccolti tramite donazioni.
Ne abbiamo ripercorso le origini con Mario Romano Negri, fondatore e presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese Onlus, nonché vicepresidente dell’Istituto Treccani e membro della Commissione Centrale di Beneficenza (CCB) di Fondazione Cariplo. «Le fondazioni di comunità nascono dal momento che Fondazione Cariplo cede il pacchetto azionario della Cariplo Banca, staccandosi così completamente da quest’ultima. Ai tempi ero commissario della provincia di Lecco in Fondazione Cariplo, ci ponemmo allora il tema: o creiamo degli uffici distaccati sui territori o inventiamo qualcosa di nuovo. A quell’epoca, proprio in vista della privatizzazione, avevamo inviato negli Stati Uniti 12 neo-laureati che potessero riportare in Italia progetti sulle fondazioni. Uno di questi riguardava proprio le community foundations. Così, con una delibera della Commissione Centrale di Beneficenza, seppur non condivisa al 100%, decidemmo di sperimentare il modello delle community foundations. La sperimentazione prese avvio in 4 province, 2 grandi (Mantova e Bergamo) e 2 piccole (Lecco e Sondrio). Il progetto tuttavia stentava a partire. Le premesse erano: Fondazione Cariplo prometteva un fondo di dotazione di 10 miliardi di lire a patto che la costituenda fondazione fosse in grado di raggiungere gli obiettivi che essa stessa si prefiggeva, e per far crescere velocemente il patrimonio offriva l’opzione di raddoppio del contributo raccolto fino al raggiungimento dei 10 miliardi. Io mi offrii volontario per avviare la sperimentazione sul mio territorio e cominciai a riunire persone, ma quando si arrivava allo scoglio “cosa pensiamo di raccogliere come donazioni a patrimonio nei prossimi 5 anni”, alcuni si scoraggiavano e abbandonavano il progetto. Scrissi così un articolo sul giornale locale per descrivere il progetto nel dettaglio e, inaspettatamente, mi avvicinò una persona interessata che, dopo alcuni incontri, decise di mettere a disposizione della costituenda fondazione una cifra importante, ovvero 1 miliardo e mezzo di lire, che sarebbero poi stati raddoppiati da Fondazione Cariplo. Proseguimmo così con la costituzione, un altro donatore offrì un contributo sostanzioso, e in poco tempo arrivammo a un patrimonio di 20 miliardi di lire».

Attualmente, grazie ai lasciti testamentari di alcuni cittadini di varie località della provincia, la Fondazione conta 6 fondi di comunità finalizzati esclusivamente al sostegno delle comunità locali di: Introbio; Malgrate; Molteno e Garbagnate Monastero; Premana e Fondo Fratelli Bellati – Comunità di Premana; Valmadrera; Costa Masnaga. Tra i fondi erogativi di recente costituzione, uno a sostegno di famiglie impegnate in affidi di minori in condizione di disagio, promosso dalle associazioni Ale.G di Lomagna, Alfa di Lecco, Mir di Cremeno, e dalla cooperativa sociale lecchese Sineresi, e uno a sostegno del progetto per la riqualificazione del Centro Sportivo Rovinata, promosso dalla A.S.D. Rovinata di Lecco.
Dal 2015, la Fondazione è impegnata in un grande progetto, realizzato in collaborazione con la Fondazione Frassoni, che ha portato ad una diversificazione del patrimonio, prima unicamente investito in titoli, tramite l’acquisizione della proprietà superficiaria novantanovennale del Polo Frassoni, con un investimento di oltre 2,2 milioni di €. Inaugurato nell’aprile 2016, il Polo ospita un Centro per anziani non autosufficienti offrendo servizi residenziali, semi-residenziali e territoriali. Il progetto, frutto di una sinergia pubblico-privato, ha visto il coinvolgimento del Comune e della ASL di Lecco, della Fondazione Housing Sociale, di Regione Lombardia e del Fondo Immobiliare di Lombardia, oltre ai nove soggetti − otto cooperative sociali e la Fondazione Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi – che partecipano alla società cooperativa «Like Community» incaricata della gestione.
Grazie al Bando 2018/1 sono stati stanziati 392.280€ a sostegno di 70 progetti nei seguenti settori: 31 progetti nel Settore Sociale (194.900€); 28 progetti nel Settore Cultura (107.750 €); 5 progetti nel Settore Ambiente (45.000€); 6 progetti nel Settore Arte (44.630€).
È in scadenza il 2 agosto il Bando emblematici provinciali, iniziativa congiunta di Fondazione Cariplo e delle fondazioni di comunità, che prevede l’erogazione di 500.000€ per ogni territorio provinciale al fine di sostenere progetti nei settori prioritari di intervento di Fondazione Cariplo, ovvero Ambiente, Arte e Cultura, Servizi alla Persona e Ricerca Scientifica.
 
A livello operativo, la Fondazione si distingue per delle scelte ben definite: opera esclusivamente attraverso il volontariato, potendo così erogare il 97,7% del reddito prodotto; finanzia esclusivamente progetti di piccola entità economica non provenienti da enti pubblici, concentrandosi su tre settori prioritari: categorie deboli, recupero del patrimonio artistico e ambiente; garantisce al donatore la rendicontazione del reddito generato dal suo contributo e dà la facoltà di scegliere come investirlo in funzione dei bisogno sociali del territorio. Inoltre, la Fondazione ha adottato un meccanismo condiviso di selezione dei progetti: «La principale innovazione che abbiamo apportato è il raddoppio: noi lanciamo un bando, raccogliamo i progetti e selezioniamo quelli finanziabili, li presentiamo all’opinione pubblica e diamo 90 giorni di tempo. Se i progetti selezionati saranno in grado di ricevere il 50% di finanziamento da parte della comunità, che siano cittadini, enti o imprese, riceveranno il nostro 50%. Con questo sistema raggiungiamo tre obiettivi: innanzitutto, raddoppiamo le risorse a disposizione; non siamo noi a decidere i progetti da finanziare, se un progetto non raccoglie donazioni vuol dire che non è gradito dalla comunità; soprattutto, dall’esperienza fatta in questi anni, abbiamo visto che per ogni bando riceviamo circa 450/500 donazioni, ovvero 500 soggetti che si interfacciano con la Fondazione, si impegnano finanziariamente e quindi hanno fiducia nella Fondazione. Noi vogliamo coinvolgere il più possibile la comunità nelle nostre iniziative, vogliamo che le donazioni vengano dalla comunità», afferma il presidente. E proprio in virtù del focus sulla comunità, «l’ente pubblico non può né direttamente né indirettamente presentare progetti alla fondazione, può partecipare a quel 50% di contributi da parte della comunità necessario per il finanziamento del progetto. L’ente pubblico diventa così un attore nel diffondere la cultura del dono, non siamo supplenti ma convergenti con l’ente pubblico in progetti a cui quest’ultimo può partecipare come donatore, e questo va a moltiplicare le risorse a disposizione del territorio. Se si diffonde la cultura della difesa del capitale sociale del proprio territorio, se c’è una convergenza nella volontà di risolvere i problemi, ne guadagna, anche dal punto di vista economico, l’intero tessuto produttivo che opera in quel territorio».
 
Tra gli ambiti prioritari di intervento, quello culturale. La Fondazione ha promosso e coordina attualmente la candidatura a sito UNESCO del «paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale»,  di cui fanno parte il sito di San Pietro al Monte al Civate, presente nella provincia, e altri 7 siti: Monasteri benedettini di Subiaco; Abbazia di Montecassino (Cassino); Abbazia di San Vincenzo al Volturno; Sacra di San Michele (Sant'Ambrogio di Torino); San Vittore alle Chiuse (Genga); Sant’Angelo in Formis (Capua); Abbazia di Santa Maria di Farfa (Fara in Sabina). Dopo l’inserimento nella Tentative List del Comitato internazionale di Parigi nel 2016, l’iter dovrebbe concludersi nel 2019-2020.
Tra le iniziative in ambito culturale, Un museo (dietro) casa, ovvero la terza edizione di un concorso destinato alle scuole che, dopo le tematiche «Cibo» e «Beni comuni», nel 2018 ha inteso valorizzare la rete dei 32 musei del Sistema Museale provinciale e dei 5 del Sistema Museale della Città di Lecco promuovendo la visita di 42 classi (17 appartenenti alle primarie e 25 alle secondarie di primo grado) ad uno dei musei del territorio. La partecipazione al concorso prevedeva la produzione di un elaborato descrittivo della visita per ciascuna classe, e alle 25 vincitrici è stato assegnato un premio di 1.000€ per l’acquisto di materiale didattico. Un concorso di scrittura creativa dal titolo «Segni e parole per la legalità» è stato promosso in collaborazione con LIBERA Lecco e l’Ufficio Scolastico Provinciale di Lecco, rivolto alle scuole secondarie di primo e di secondo grado di Lecco e provincia in ricordo del Coordinatore lecchese di LIBERA, Paolo Cereda, scomparso prematuramente.
 
«Quando siamo partiti, la fondazione era un oggetto misterioso. Anche tra i membri del comitato promotore, alcuni non credevano di poter raccogliere miliardi di lire di donazioni. E invece il sistema ha funzionato. L’importante è comunicare bene quello che si intende fare. La cultura del dono c’è, bisogna solo saperla risvegliare con una comunicazione efficace. Il coinvolgimento della comunità è determinante. Indubbiamente il fatto che abbiamo deciso di operare esclusivamente attraverso il volontariato ci dà una grande reputazione, è proprio il senso di comunicare alla comunità l’importanza di donare», afferma il Presidente.
Una sperimentazione di valore, una visione audace, una strategia vincente con strumenti operativi coerenti con l’obiettivo-comunità. Come sembrano confermare anche i recenti percorsi di cooperazione e di compartecipazione di idee, risorse e competenze avviati con altre fondazioni.
 
 
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