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La nuova Accademia Carrara raccontata dal presidente Giorgio Gori

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:02
Rubrica: 
MUSEO QUO VADIS?
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Riaperta dopo dieci anni di chiusura per ristrutturazione e restauro, nel 2016 l’Accademia Carrara si è rinnovata anche grazie a una nuova gestione pubblico-privato affidata alla Fondazione Accademia Carrara, presieduta da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, a cui abbiamo chiesto un approfondimento sulla governance della fondazione - improntata a una forte sinergia tra pubblico e privato - e sulle linee di sviluppo del museo,  focalizzato su fidelizzazione  del pubblico e ricerca scientifica. Aspettando l’apertura della grande mostra Raffaello e l’eco del mito, che anticipa le celebrazioni dell’anniversario, nel 2020, dei 500 anni dalla morte del maestro urbinate.
Rubrica di ricerca in collaborazione con il Museo Marino Marini
 

 

Nata per volontà del conte Giacomo Carrara che nel 1796 donò la sua ricca collezione alla città di Bergamo, l’Accademia Carrara nel corso degli anni si è arricchita grazie a lasciti di grandi conoscitori come Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli e Federico Zeri, diventando uno dei simboli del collezionismo italiano.
 
Ripartendo dalla volontà del suo fondatore che si proponeva di "promuovere lo studio delle belle arti onde giovare alla Patria e al Prossimo", dopo molti anni di chiusura per ristrutturazione e restauro, nel 2016 il museo è stato riaperto affidando la gestione diretta alla Fondazione Accademia Carrara, costituita dal Comune di Bergamo e altre realtà pubbliche e private del territorio .
 
Nel luglio 2016 il Consiglio Direttivo ha approvato le linee generali dell’attività della Fondazione e il programma triennale 2017-2019 per creare una struttura adatta a gestire e far sviluppare un museo moderno con due obiettivi chiari: riportare i bergamaschi nel museo fidelizzandoli attraverso eventi piccoli ma caratterizzati dalla continuità; portare pubblico a Bergamo proponendo un programma di mostre in collaborazione con la vicina Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea.
 
Grazie a una convenzione della durata di 6 anni per una spesa complessiva di € 3.846.000, la fondazione è dotata di un Fondo di dotazione di € 98.000 (costituito dai conferimenti in denaro effettuati dal Fondatore Promotore, dai Fondatori e Cofondatori) e da un Fondo di gestione (€ 312.000 derivanti dai contributi ricevuti dai Fondatori e Cofondatori nell’anno 2015) disponibile per le attività di gestione.
 
A un anno dall’inaugurazione del 23 aprile 2015 l’Accademia Carrara ha accolto 114.293 visitatori e 225 gruppi scolastici, con una punta di 2.730 persone in occasione dell’esposizione dedicata al Sarto del Moroni.
Tra le nuove iniziative lanciate nel 2016 da segnalare il progetto di Alternanza Scuola - Lavoro (ASL) “Dentro la Carrara. Professionisti al lavoro” che ha coinvolto studenti delle classi III e IV di licei e istituti tecnici della città per capire come funziona la ‘macchina museo’.
 
Alla luce di questi numeri incoraggianti, abbiamo chiesto al presidente della fondazione, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, un approfondimento sulla nuova fondazione e sulle linee di sviluppo del museo.
 
Che cosa rappresenta l’Accademia Carrara per Bergamo? Che relazione c’è con le altre istituzioni della città?
Più di 5.000 persone, in piazza, per il grande spettacolo del taglio del nastro organizzato per la riapertura del 2015, dopo 7 anni di lavori di ristrutturazione. Una grande festa della città e dei cittadini, credo che questo dato racconti più di altro il legame tra Bergamo e la Carrara. Da quel momento e per i tre giorni successivi, code infinite di persone hanno riempito la piazza antistante e le vie che conducono al Museo, più di 20.000 persone che volevano riabbracciare la Carrara dopo una così lunga pausa. In questi anni si è poi lavorato per aprire sempre più il Museo alla città e al territorio, con attività nuove, iniziative per tutte le età, una Fondazione che fa della relazione pubblico/privato il suo punto di forza. In questo modo è stato molto più semplice costruire un dialogo con le tante istituzioni culturali che partecipano attivamente alla vita della città.
 
 
Com’è stata articolata la relazione tra Comune e Carrara?
Il patrimonio della Carrara è di proprietà del Comune di Bergamo che ha scelto di affidarlo in gestione alla Fondazione Accademia Carrara alla quale lo stesso Comune partecipa in quota maggioritaria, insieme ai privati chiamati a contribuire all’attività. Questa struttura consente di garantire all’Istituzione nuovo dinamismo e di trovare equilibrio tra la conservazione dei beni e la loro valorizzazione. Il tutto condotto con attenzione e rispetto del bilancio. La Fondazione è tenuta a precise e costanti relazioni con l’Amministrazione Pubblica e a dettagliare progettualità culturali e scientifiche, soprattutto in riferimento alle tematiche di conservazione del patrimonio.
 
Che mission si è data la fondazione?
Diffondere l’arte e la cultura con particolare riferimento al patrimonio del museo e alla sua storia. Se da una parte lo scopo principale è quello di conservare al meglio la collezione, di valorizzare e promuovere la pubblica fruizione del patrimonio custodito, dall’altra la Fondazione si candida a essere centro di ricerca avanzata nel campo degli studi umanistici, storici, filologici legati all’arte.
 
Che modello di governance è stato scelto?
Fondazione Accademia Carrara si configura nello schema giuridico delle Fondazioni di Partecipazione. Il Comune di Bergamo è socio promotore ed è affiancato negli strumenti di governance da enti che si suddividono nei ruoli di soci fondatori, cofondatori, partner e sostenitori. Tutte queste figure si assumono l’impegno triennale di sostenere e favorire le attività del Museo. Nel primo triennio di attività hanno aderito: Fondazione Credito Bergamasco, Fondazione Emilio Lombardini, SACBO, Fondazione MIA, Innowatio e Rulmeca.
 
Con quale dotazione economica è stata creata la fondazione?
 Il socio promotore, Comune di Bergamo, si è impegnato a una contribuzione annua pari a 650.000 €, i soci fondatori (Fondazione Credito Bergamasco, SACBO, Fondazione Emilio Lombardini) con 100.000 euro annui per tre anni, Fondazione MIA, socio cofondatore con 50.000 € annui per tre anni, Innowatio (sempre cofondatore) con 40.000 € e Rulmeca Holding (partner) con 30.000 €.
 
 
Come è organizzata la struttura?
Maria Cristina Rodeschini è il direttore per la gestione e la programmazione culturale della Carrara. È affiancata da un responsabile operativo, Gian Pietro Bonaldi, una figura che si occupa in special modo dell’area gestionale della Fondazione. Vi sono poi due conservatori, responsabili del patrimonio artistico, e tre aree specifiche, quella dei servizi educativi (per la mediazione culturale e la didattica del Museo), quella di sviluppo del museo (che lavora su comunicazione, fund raising e marketing) e infine un’area amministrativa e di coordinamento organizzativo, oltre ad alcune consulenze impegnate in campi specifici.
 
In che modo si sostanzia la relazione pubblico/privato?
La partnership prevede una maggioranza di presenza di capitale privato nella Fondazione e una significativa presenza del Comune di Bergamo, considerando che il presidente dell’Ente è anche Sindaco della città. Una relazione così stretta, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della città, consente di preservare l’interesse pubblico della Fondazione e dell’Accademia Carrara e di gestire con maggiore vivacità ed efficienza non solo le fasi operative, ma anche quelle di restauro, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico.
 
Quale è il legame con la GAMeC e le altre realtà culturali del territorio?
In generale legami vivi e di collaborazioni attive. La Carrara è consapevole del ruolo centrale che ricopre nella cultura della città. Condividere programmi, progetti e comunicazione con le altre istituzioni culturali di Bergamo e del suo territorio è un must. Soprattutto con GAMeC la collaborazione è radicata, lo dimostra anche Raffaello e l’eco del mito che inaugurerà a gennaio 2018 per la quale GAMeC è la sede dell’esposizione con una sezione dedicata a significativi artisti che dal Novecento, fino ai giorni nostri, hanno guardato a Raffaello come un maestro, come un mito.
 
Come sono coinvolte le altre realtà profit e non profit del territorio? 
Lo staff dedicato alle relazioni esterne e al fund raising è impegnato quotidianamente nel tessere relazioni con le realtà del territorio da poter coinvolgere nelle attività del museo. Partnership e progetti mirati (penso per esempio alle travelling exhibitions, che riescono a valorizzare il patrimonio non esposto nelle sale, e a possibili affitti di spazi) sono i più rilevanti insieme a una serie di relazioni che si instaurano giorno per giorno. Le principali realtà coinvolte sino a oggi - oltre ai soci e ai partner di cui sopra, fondamentali per la vita della Fondazione - sono Brembo, Gruppo Bonaldi, Fidelitas, Fra.Mar., Planetel, QC Terme San Pellegrino. Credo sia la dimostrazione di come il tessuto produttivo ed economico del territorio intenda essere protagonista nel percorso di valorizzazione di una delle più importanti istituzioni culturali della città e della regione.
Come valutate l’esercizio 2016 della fondazione e l’andamento del primo anno di attività del museo?
Il bilancio di una Fondazione con queste caratteristiche e con queste ambizioni è fatto di numeri importanti che prevedono attenzioni costanti. Il 2016 ha chiuso con un avanzo che reinvestiremo nelle attività del museo (ndr € 180.000). Il 2017 presenta un forecast lusinghiero. I primi anni hanno mostrato come l’attività e la valorizzazione della collezione permanente debba rimanere centrale, progettando iniziative complementari che consentano di rendere la proposta della Carrara sempre attuale. Le grandi mostre, poi, rappresentano il momento di approfondimento scientifico e di maggiore visibilità, anche su queste basi è nato il progetto Raffaello e l’eco del mito.
 
Quali sono le linee di sviluppo delle attività espositive e di valorizzazione del patrimonio museale tracciate per i prossimi anni?
Tanti i progetti per il prossimo triennio con la direzione di Maria Cristina Rodeschini, solo qualche anticipazione rispetto agli artisti coinvolti (da Sandro Botticelli, Gaetano Previati a Jan Fabre, da Simone Peterzano a Diego Velázquez) e alle istituzioni interessate (dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, il Prado di Madrid alla National Gallery di Londra, dalla Frick Collection di New York al Rijksmuseum di Amsterdam). E, oltre agli appuntamenti espositivi, prosegue l’attività di ricerca e studio con la pubblicazione del Catalogo Scientifico dedicato ai dipinti del ˋ300 e ˋ400 e l’avvio dello studio del corpus pittorico del ˋ500; l’assegnazione di una decina di nuovi restauri; campagne fotografiche e progetti di valorizzazione; azioni mirate all’incremento del patrimonio; un’iniziativa nazionale dedicata a Federico Zeri, convegni e prestiti di opere che divengono, in Italia e nel mondo, ambasciatori dell’Accademia Carrara.
 
Quale sarà il progetto che aprirà il 2018?
Il 2018 si aprirà con la grande mostra intitolata Raffaello e l’eco del mito (dal 27 gennaio al 6 maggio 2018) dedicata con attenzione particolare alla produzione giovanile e all’eco che il maestro urbinate ha avuto nei secoli. Un’esposizione importante e affascinante che raccoglie oltre 60 opere, provenienti da musei nazionali e internazionali. Un percorso che si sviluppa attorno a un cospicuo nucleo di dipinti di Raffaello, a partire dal San Sebastianouno dei simboli delle collezioni della Carrara - fino alle testimonianze di autori dell’800, del ’900 e fino ai nostri giorni. Da dicembre 2017 un’anteprima: il Cristo Redentore Benedicente di Raffaello, capolavoro prestato dalla Fondazione Brescia Musei ed esposto accanto al San Sebastiano della Carrara. Vi aspettiamo dunque a Bergamo in occasione di questa importante mostra.
 
Completano il progetto un sito dedicato e un programma di attività collaterali e didattiche ideato dai Servizi Educativi dell’Accademia Carrara e della GAMeC con la supervisione di Emanuela Daffra.
 
 
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