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Il caso OGR a Torino: un’area post industriale diventa agorà per le culture contemporanee

  • Pubblicato il: 29/06/2012 - 00:57
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Le Officine Grandi Riparazioni  a Torino

Il progetto simbolo della filosofia «venture philanthropy», che sta catalizzando l’attenzione per il grande tasso d’innovazione è quellodella riqualificazione dell’area di archeologia industriale dei 20mila mq delle OGR – Officine Grandi Riparazioni - verso la creazione di un centro di produzione culturale che rappresenti un nuovo rapporto tra cultura umanistica e scientifica: una nuova istituzione culturale, operativa dal 2015 che non ha precedenti a livello internazionale, che connetterà creatività e nuove tecnologie, grazie alla collaborazione con il Politecnico, l’Università e i centri di ricerca applicata coinvolti nel progetto. Ci dice Angelo Miglietta, Segretario Generale della Fondazione CRT «le nuove OGR saranno un passo fondamentale per rafforzare l’identità di Torino come luogo di esposizione, sperimentazione e produzione nell’ambito delle culture moderne e contemporanee. Un luogo di conoscenza in cui la competizione tra le nuove idee, sostenibili e migliori, la divulgazione dei risultati di ricerca saranno privilegiate e sostenute, promosse e stimolate. Un luogo per le comunità, in cui realizzare nuove modalità di condivisione sociale,  tra le persone, gli artisti e le opere culturali. Dove le identità locali dialogheranno con un ampio orizzonte internazionale».
L’obiettivo è creare un organismo in grado di autofinanziarsi attraverso partnership di medio termine con soggetti privati: un luogo dove la cultura possa crescere e svilupparsi svincolandosi dai finanziamenti pubblici,ma in collaborazione con le istituzioni del territorio. Non un museo, ma un centro di produzione di conoscenza interamente dedicato all’esplorazione e alla condivisione delle possibilità che nascono dal dialogo tra discipline diverse: letteratura, architettura, musica, video, arti performative, nuove tecnologie applicate all’arte e alla creatività. Nasceranno opere, progetti, libri, sinfonie, narrazioni visive e spettacoli per ognuna delle aree progettuali. Un luogo per la collettività e visitatori di ogni età, ma soprattutto per attrarre alcuni tra i più promettenti nuovi talenti internazionali: gli scrittori, gli architetti, i musicisti, i performer, i video-maker, gli inventori che vi risiederanno, ricevendo risorse economiche necessarie allo sviluppo del proprio percorso. L’eterogeneità delle discipline, l’originalità dei contenuti proposti e l’offerta enogastronomica legata alla cultura dei territori dell’area euromediterranea sono gli elementi per garantire un approccio inclusivo in grado di coinvolgere diverse categorie di pubblico.  «Il progetto OGR sancisce e fa propria la filosofia della venture philanthropy, che privilegia la costituzione di fondazioni patrimonializzate in grado di  camminare sulle proprie gambe. La Fondazione OGR - CRT gestirà le attività di produzione culturale e creativi, collaborando per ogni disciplina (letteratura, musica, audiovisivo, design, arti performative, arti visive) con un partner privato che cofinanzierà la produzione e la distribuzione dei prodotti culturali sviluppati, anche per garantire una forte connessione con l’evoluzione dei gusti e dei consumi della società, evitando l’autoreferenzialità». Nel marzo 2012 è stata costituita la Società Consortile per Azioni OGR – CRT che ha nella sua disponibilità 40 milioni di euro per i restauri e la rifunzionalizzazione delle OGR che saranno gestite da un fondazione classica, con soci Fondazione CRT e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT dotata di un patrimonio indisponibile le cui rendite saranno in grado di supportare le attività culturali. Le nuove OGR inizieranno nel 2013 a legittimare il brand con le prime attività di produzione culturale, sia sul contesto locale sia sullo scenario internazionale e apriranno al pubblico nel 2014.
 
Innervare la strategia con nuovi principi: patrimonializzazioni, managerialità, ovvero sostenibilità. La venture philanthropy è la terza via?
 
I concetti cardine della venture philanthropy paiono in chiara sintonia il ripensamento delle strategie verso l’innovazione. In cosa consistono? Ci spiega Massimo Lapucci, da febbraio 2012 Direttore Strategie e Marketing di Fondazione CRT «mirano a mutuare nel contesto del no profit azioni tipicamente manageriali, che prevedono una maggior responsabilizzazione di chi eroga il contributo e di chi lo riceveuna strategia di investimento completa per ottimizzare l’efficacia a lungo termine del finanziamento sostenendo una crescente indipendenza economica dei soggetti beneficiari (ad. esempio attraverso la costituzione di un patrimonio che possa assicurare risorse per la gestione delle attività), un investimento nella capacity-building dell’organizzazione ricevente, seguita più attentamente lungo l’intero arco di vita del progetto attraverso un alto grado di coinvolgimento del soggetto finanziatore nelle fasi di progettazione, attuazione e valutazione dei risultati».
La Fondazione CRT, pur mantenendo il suo profilo ormai consolidato di «granting foundation» e di struttura che sviluppa e realizza progetti, ha percorso come apripista in Italia, con decisione e creatività questa «terza via».
European Venture Philanthropy Association (EVPA)  http://evpa.eu.com/
 
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(dal XII Rapporto Annuale Fondazioni)