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Fondazione di Sardegna: nuovi bandi, realtà emergenti e proiezioni internazionali

  • Pubblicato il: 15/11/2017 - 10:03
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Giangavino Pazzola

Cresce il dibattito culturale e l’innovazione in Sardegna. La Fondazione di Sardegna presenta i nuovi bandi annuali, mettendo sul tavolo uno stanziamento iniziale di 17 milioni di euro, ai quali si aggiungono gli impegni già presi con i bandi pluriennali e il cofinanziamento di azioni in partnership con altre fondazioni nazionali. Tempi certi per la selezione dei progetti, tempestività nell’erogazione delle risorse, allargamento dei settori di intervento anche ai progetti scolastici e attività di monitoraggio come risorsa per il miglioramento dell’azione strategica, a supporto dell’innovazione. Un’azione che fa tesoro del lavoro passato e guarda al 2018 con un strategia chiara di intervento territoriale orientata a far sviluppare un ambiente imprenditoriale legato a cultura e innovazione e attivare collaborazioni con soggetti simili anche su scala internazionale. Ne abbiamo discusso con il Segretario Generale, Carlo Mannoni, andando a osservare anche il milieu creativo e il dibattito su cultura e innovazione che emerge nell’isola a seguito delle erogazioni 2017
 


Cagliari – Nella seconda settimana di ottobre, la Fondazione di Sardegna ha presentato i bandi per il 2018. Se anno nuovo equivale a vita nuova, non potevamo che trovare un impatto territoriale previsto più alto rispetto a quello del ciclo precedente, con uno stanziamento iniziale di 17 milioni di euro e un incremento rispetto al 2017 di un milione per sostenere progetti creativi e innovativi. A tale impegno, inoltre, è necessario aggiungere quasi 3 milioni impegnati nel Fondo di contrasto alle povertà educative minorili, progetto nazionale che fa capo alla Fondazione con il Sud (con un conferimento totale delle principali fondazioni italiane di 120 milioni di euro all’anno per tre anni). La scadenza delle proposte è fissata a metà novembre, con graduatorie finali disponibili già subito dopo le vacanze di fine anno.

Niente di nuovo sotto il sole, potrebbe dire chi segue l’andamento della Fondazione negli ultimi anni, ma da una semplice analisi di contesto emerge l’importanza della funzione di sostegno al tessuto locale come “zoccolo duro” per la sostenibilità economica di molte proposte progettuali isolane e, insieme agli enti pubblici, rappresenta spesso uno degli unici interlocutori per lo sviluppo dei progetti stessi. A differenza delle altre istituzioni, tuttavia, la Fondazione di Sardegna si connota per velocità di erogazione e flessibilità di azione nei confronti dei soggetti del Terzo Settore. Erogazione immediata uguale dinamismo del dibattito e dell’offerta culturale. Un quadro in continuo miglioramento, quello dei modi e operatività delle erogazioni, al fianco del quale l’ente «ha rafforzato le attività di valutazione e monitoraggio delle iniziative per due motivi: da una parte, avere dei ritorni chiari in termini di informazioni sulla parte erogativa; dall’altra avere un’attività di contatto con i beneficiari al fine di ottenere suggestioni per migliorare la nostra azione», ci racconta il  Segretario Generale, Carlo Mannoni. Con i precedenti bandi 2017, la Fondazione di Sardegna ha vagliato 1300 richieste progettuali e finanziato quasi 300 progetti a seguito di un processo di valutazione interno. Non tutti i soggetti sono chiaramente della stessa natura, sia in termini organizzativi che in termini di contenuto, ma il panorama dell’innovazione e della creatività che ne emerge è variegato e con situazioni differenziate.

Sul fronte dell’erogazione, troviamo progetti che – incidendo sull’animazione culturale e sociale dei luoghi – hanno sollevato temi importanti come – per esempio –  lo spopolamento delle aree interne e – per contrario – i processi di urbanizzazione delle città. Un sostegno finanziario che ha contribuito ad elevare il livello del dibattito culturale isolano, come nel caso di SPOP – Istantanea dello spopolamento in Sardegna, curato dal collettivo di architetti Sardarch che, partendo da una mostra e una ricerca multidisciplinare, si è evoluto in momenti costruttivi all’interno delle comunità di riferimento, sino ad arrivare a SPOP Campus Lago Omodeo, una Summer School per 20 studenti e neo-laureati, fatta di workshop e seminari tenuti da relatori internazionali, partecipata anche da parte del governo regionale. Questo progetto, secondo Mannoni, è «un esempio di come, partendo da un problema alla scala locale, si stabiliscono legami di collaborazione con le comunità e possibilità di diffusione e replicabilità di progetto in diversi contesti».

Un caso analogo è la Social Innovation School di Rumundu, (al secolo Stefano Cucca), workshop per innovatori sociali per lo sviluppo di progetti sostenibili ad alto impatto economico sociale e basso impatto ambientale che, partendo dalla collaborazione con il Comune di Alghero e la Consulta dei Giovani di Alghero, verrà replicato e gemmato in altre aree come Olbia, Nuoro e il Sulcis – passando per Bruxelles, per un meeting in Commissione Europea e  un talk con Robert Strauss per coinvolgere il Fondo Sociale Europeo nelle attività. Proposte progettuali «che disegnano format robusti e, nel tempo, tracciano segnali importanti per le ricadute sul territorio, applicando la logica di costruzione di modelli e formati utili a sollecitare l’animazione culturale, sociale ed economica». Altri esempi interessanti sono il Festival della Resilienza di Macomer e, sul piano della collaborazione con le comunità locali, EUpuru - progetto di crowd-funding civico che permette ai cittadini di progettare attivamente la gestione della città e dei paesi in modo efficace e innovativo, per mezzo di proposte, sostegno e partecipazione attiva, e IsREAL – Sguardi sul Mediterraneo, un festival di cinema del reale che vanta partner come l’Istituto Etnografico della Sardegna, la Sardinia Film Commission e si pone l’obiettivo di realizzare un osservatorio che attinga dalle creazioni realizzate nei paesi bagnati dal Mediterraneo. A soggetti già strutturati e organizzati, se ne affiancano tanti altri in via di crescita, ai quali la Fondazione di Sardegna rivolge delle possibilità di formazione, come nel caso di Il non profit digitale, progetto realizzato in collaborazione con Techsoup per permette alle organizzazioni di accedere all'innovazione e di sfruttare i vantaggi di un uso consapevole della tecnologia. Un altro progetto legato, in questo caso, alla post formazione in ambiente “innovazione in ambito economico” è Prototype, progetto che aiuta giovani che hanno un’idea di impresa a testarla prima di andare in fase di sviluppo.

Secondo tema importante descritto da Mannoni, infatti, è quello dell’ampliamento dei settori di erogazione da parte dell’ente che, in sede di approvazione del documento programmatico, ha aumentato le aree di intervento. Se «il 70 % delle risorse andranno impegnate in progetti che ricadono sui settori Arte, Ricerca e Volontariato, l’altro 30% ricadrà su Salute pubblica e medicina preventiva, Sviluppo economico ed Educazione. Le scuole non saranno sostenute dentro le linee di finanziamento dei bandi, ma avranno delle linee specifiche – maturate a seguito dell’azione pilota Progetto Scuola 2017, intrapresa nel corso dell’anno grazie a un andamento economico migliore del previsto, che ci ha permesso di finanziare 250 progetti con importi massimi di 30.000 euro a progetto e non inferiori a 3.000». Nel maggio scorso, infatti, la Fondazione di Sardegna ha lanciato una chiamata aperta – in concerto con la Direzione Scolastica Regionale – consentendo ai 250 istituti sardi selezionati di poter utilizzare le risorse per la realizzazione di progetti di carattere strutturale, sociale e culturale già a partire dal primo giorno dell’anno scolastico. Una misura che nasce dalla volontà di ascolto del territorio e delle esigenze del mondo della scuola, con invito ad avanzare proposte in piena autonomia progettuale. Se i dati sulla dispersione scolastica in Sardegna accendono un campanello d’allarme, la Fondazione di Sardegna ha voluto assumere una posizione di ascolto, al fine di comprendere la natura delle richieste, contribuendo a «portare  innovazione in questo settore e intervenire con logica di complementarietà nell’azione di ridisegno della scuola sarda intrapresa dall’Amministrazione Regionale con il progetto Iscol@. La scuola non sarà più esperimento ma un settore di intervento, al quale abbiamo destinato 1 milione e 400 mila euro sino ad oggi e al quale prevediamo di destinare un altro 1 milione in successivi interventi».

Se il blocco di partenza della conversazione con il Segretario Generale, Carlo Mannoni, è stato proprio il cambio di approccio nella gestione del processo erogativo, questo atteggiamento può essere rintracciato anche nel metodo adottato nella gestione degli aspetti finanziari del patrimonio della Fondazione. Sulla parte finanziaria, infatti, la Fondazione di Sardegna «negli ultimi tre anni è passata da 5 a 28 milioni in termini di impegni sui fondi di venture capital. Ogni fondo ha una dimensione che varia dai 30 ai 70 milioni, quindi stiamo cercando di creare una rete importate di network tra il venture capital e le realtà locali come StartUp Cup - competizione che premia le migliori idee d'impresa innovativa da realizzare in Sardegna, oppure Contamination Lab dell’Università di Cagliari», che espone gli studenti ad un ambiente stimolante per lo sviluppo di progetti di innovazione a vocazione imprenditoriale. «Stiamo cercando di fare da punto di connessione tra realtà e sta funzionando. Siamo una fondazione con dei dati molto stabili e, in momenti in cui c’è molta turbolenza sul fronte bancario, non abbiamo nessuna turbolenza sul fronte erogazioni. Nell’ultimo anno si è notata una forte trasformazione da parte dell’ente che diventa volano e collettore con il territorio e con fondazioni a livello nazionale» - dichiara Mannoni, aprendo la strada alla prossima sfida per il suo ente. Se le collaborazioni con altre fondazioni su scala nazionali iniziano a consolidarsi, (si vedano i progetti già citati insieme con Fondazione con il Sud, oppure la mutuazione dalle best practices di altre realtà nazionali come TechSup - progetto attivo in CARIPLO, CRT e Compagnia di San Paolo), «il prossimo passo è creare delle collaborazioni con altre fondazioni, non necessariamente di origine bancaria, con le quali sviluppare progetti interessanti dal taglio internazionale. Cercando partnership a più ampio raggio, vorremmo provare a co-finanziare progetti che già sosteniamo o che ci interessano, oppure trovare bandi ad hoc da fare in co-finanziamento con altre istituzioni. In questo senso, vorremmo fare della nostra capacità erogativa un effetto leva per attirare altre risorse nel nostro territorio». ForMed - Studenti del Mediterraneo, un progetto per la promozione della cooperazione internazionale tra le Istituzioni Universitarie della sponda Sud del Mediterraneo e della Sardegna al fine di garantire la mobilità degli studenti, è un progetto che Fondazione di Sardegna sta approfondendo con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo, e rappresenta il prototipo ideale per un progetto di collaborazione con altre fondazioni di livello internazionale.

Il quadro delle attività verrà riassunto poi nelle nuove fasi di monitoraggio e valutazione continua dei progetti, nell’ambito delle quali i soggetti verranno chiamati – in primis – a rendicontazione intermedia e classica (al fine di tarare costantemente le tempistiche in relazione agli sviluppi di progetto), ma anche a interloquire stabilmente con la fondazione così da generare un dialogo reciproco che permetta ad ambo le parti di sviluppare azioni più efficaci ed efficienti, e comprendere il paesaggio della creatività e dell’innovazione. Se l’importanza dell’erogazione dei fondi sul territorio è un aspetto importante per il milieu di attori operanti, il ruolo delle fondazioni nello sviluppo economico culture and social driven non si completa solo in tale aspetto. È innegabile iniziare a considerare la funzione di stimolo culturale e leva economica di tali istituzioni a tutto tondo. La Fondazione di Sardegna rappresenta un caso interessante di come tali aspetti siano strettamente collegati, da una parte, all’emergere di capitale culturale territoriale e, dall’altra, alla proiezione globale di queste idee.
 
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