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È l'era dei programmi intersettoriali. Cariplo vara Social Innovation

  • Pubblicato il: 15/11/2017 - 10:03
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli

La complessità va gestita con una visione strategica, di lungo termine, integrata tra le diverse componenti. Questo principio è alla base dell’evoluzione delle strategie delle più grandi corazzate filantropiche del nostro paese che operano sempre più in rete. Fondazione Cariplo che, in 25 anni dalla sua nascita ha erogato oltre 2,8 miliardi di euro, lancia il quarto programma intersettoriale a favore delle imprese sociali. 10 milioni di euro investiti da Cariplo e 8,5 dalla fondazione social venture Giordano Dell’Amore, per il venture capital. La finanza sociale/impact investing potrebbe supportare un ecosistema di imprenditoria sociale fortemente orientato all’innovazione, sia di nuovi prodotti e servizi, sia degli esistenti, nel campo del welfare, della cultura e dell’ambiente.
 
Milano. La complessità va gestita con una visione strategica, di lungo termine, integrata tra le diverse componenti. Questo principio è alla base dell’evoluzione delle strategie delle più grandi corazzate filantropiche del nostro paese. Compagnia di S. Paolo, da un triennio ha varato programmi longitudinali trasversali ai settori- dal supporto all’infanzia, alla Torino barocca, fino allo sviluppo delle aree montane.
 
Nel suo 25mo anno di attività, Cariplo, la prima delle fondazioni di origine bancaria per capitale ed erogazioni, ha lanciato quattro programmi a grande impatto che interessano le periferie (Periferie sociali, per migliorare la qualità della vita nelle periferie attraverso la riqualificazione urbanistica, il rafforzamento della coesione), il recupero delle aree interne (Attiv-aree, in particolare per quelle montane a rischio di spopolamento e abbandono per la creazione di nuovi posti di lavoro, specie per i giovani), l’occupazione giovani (Cariplo Factory, l’hub d’incontro di saperi tra PMI, grandi aziende, imprese culturali e sociali, scuole, università, enti di formazione, fab-lab e incubatori-acceleratori) e, l’ultimo l’impresa sociale.
 
Obiettivo del nuovo programma Cariplo Social Innovation con dotazione iniziale di 18,5 milioni di euro, di cui 10 stanziati dall’Ente e 8,5 dalla fondazione social venture Giordano Dell’Amore è far fare un salto di qualità all’imprenditoria sociale, in particolare a  quella «evoluta, capace di stare sul mercato»: target dell’intervento di venture capital sociale saranno quindi  «imprese sociali, cooperative, società benefit, start up innovative a vocazione sociale o società di capitali orientate all’impatto sociale».
 
Il quarto programma intersettoriale è stato lanciato alla presenza della Cassa Depositi e Prestiti – con l’amministratore Fabio Gallia- con il quale l’ente collabora per il social housing e che il 14 novembre ha lanciato in primo “social bond” in Italia (500 milioni di euro a favore delle PMI).
La finanza sociale/impact investing potrebbe supportare un ecosistema di imprenditoria sociale fortemente orientato all’innovazione, sia di nuovi prodotti e servizi, sia degli esistenti, nel campo del welfare, della cultura e dell’ambiente.
Le risorse finanziarie necessarie alle imprese  saranno “capitali pazienti”, ovvero ossia senza l’urgenza di ottenere profitti, né l’aspirazione a grandi guadagni, contro lo logica  del «massimo profitto sùbito che sta provocando una divaricazione delle classi sociali (…) È giunto il momento di cominciare a discutere se questo tipo di finanza sia ancora utile”, ha commentato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’ACRI, l’Associazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria.
Filo conduttore del pensiero rappresentato è la visione di Giordano Dell’Amore, storico Rettore dell’Università Bocconi “che non ha mai smesso di interpretare la finanza a servizio dell’uomo (…)Il nostro Paese soffre di un deficit di innovazione sociale nel settore del welfare, delle politiche culturali e ambientali, e sta oggi pagando gli effetti di anni di tagli di risorse pubbliche. Il terzo settore visibilmente cresciuto, spesso fa supplenza allo Stato, ma può ricoprire ancora di più quel ruolo di terzo pilastro dell’economia del nostro Paese, a fianco del pubblico e del privato. Ha però bisogno di un ulteriore passo in avanti, che si può fare con formazione adeguata e sostegno economico»,
Quindi, come ormai nello stile della casa, le risorse finanziarie costituiranno solo  una delle componenti del  programma che fornirà alle imprese sociali “capacity building, ovvero formazione manageriale e rafforzamento organizzativo”, considerati precondizione  per lo sviluppo del terzo settore “talvolta carente sotto il profilo gestionale”.
Ai nastri di partenza un indirizzo internet per le candidature finalizzate a  ricevere l’assistenza o i finanziamenti, oltre la copertura di oneri per altre consulenze. I nuovi progetti verranno vagliati da dicembre. Da gennaio 2018 verrà inoltre rilasciata  una «piattaforma di facilitazione all’imprenditoria sociale», per l’«incubazione e accelerazione di iniziative di imprese sociali».  
 
Un percorso che Cariplo condivide con la Banca Europea degli investimenti-BEI  e la CDP- Cassa Depositi e prestiti. L’impegno di CDP in questa direzione, come ha ricordato il suo amministratore delegato Gallia, si legge anche dalla condivisione in parti eguali con il Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) della BEI,  che ha partecipato all’incontro con il Vice Presidente Dario Scannapieco, al progetto Impact.it, di 100 milini di euro per gli investimenti sociali «impact investing» in Italia.
 
Cristina Casoli
 
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