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Un miliardo di turisti, 1200 miliardi di dollari nella prossima stagione

  • Pubblicato il: 12/10/2012 - 22:25
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Articolo a cura di: 
Luigi Mangia
Stefano Arienti per la Sesta Giornata  del Contemporaneo Cristalli

Per il 2013 si prevede un flusso turistico di 1 miliardo di persone e un giro d’affari di 1200 miliardi di dollari . Il 29 e 30 settembre a Campobasso i ministri Gnudi , del turismo , e Barca , per la coesione territoriale, hanno discusso su come preparare l’Italia a non perdere questa grande opportunità di sviluppo e come valorizzare le risorse culturali del nostro Paese. L’interesse del turismo culturale nell’Italia ha radici forti e radicate nel tempo . Il turismo culturale era infatti iniziato già nel ‘600 quando la letteratura italiana era diventata il modello delle buone pratiche per intellettuali esigenti e per un’aristocrazia colta dal palato raffinato per la letteratura ancor prima che l’Italia diventasse nazione. Nel ‘6-700 cominciò «la moda» dei viaggi dei poeti e dei filosofi come Montaigne e Rosseau e della borghesia aristocratica come racconta Carlo Goldoni, maestro di costume, nel suo libro «La villeggiatura», sempre utile da leggere. Cominciò sempre nell’Italia di quel tempo dei grandi poeti al servizio delle grandi famiglie dei Principi Illuminati la politica di sponsorizzazione, finanziando le grandi architetture civili e religiose ma anche le feste e le giornate letterarie con la presentazione di opere dedicate alla gloria dei meriti civili e militari delle grandi famiglie come quella Estense, Farnese e Medicea.
Gli affreschi dei palazzi e delle chiese , le pitture italiane nei musei in tutto il mondo sono quell’atlante unico per la forza creativa dell’Italia che non ha confronto, che resiste nel tempo, che aspetta solo di essere valorizzata: cioè diventare valore strategico sul mercato.
La seconda edizione di «Artlab» a Lecce fa l’impegnativa scommessa, contro la crisi finanziaria  ed il pericolo della speculazione, scegliendo la cultura come motore di sviluppo e quindi come risposta alla crisi che morde e fa molto male nelle fasce sociali meno protette. La cultura, motore di sviluppo, è una scelta corretta ed ha ottimi numeri nel nostro territorio e darà risultati se sapremo risolvere i grandi e difficili problemi del nostro tempo nelle nostre città .
La nostra è una generazione disordinata e stordita dai cambiamenti spesso profondi. Solo noi abbiamo avuto l’esperienza di chiudere il vecchio millennio e iniziare il nuovo straordinariamente ricco e aperto alle novità : Globalizzazione, internet , mobilità interculturale libera dalle catene delle culture di frontiera malate di pregiudizio. Solo noi abbiamo fatto l’esperienza di 2 monete, la lira e l’euro: una moneta nuova ed una strada da imparare a vivere in un’economia di mercati aperti alla concorrenza e alle novità dei popoli dove i valori non sono limitati dalle frontiere . Solo noi abbiamo fatto l’esperienza di passare dalla macchina da scrivere al computer , a vivere la vita in rete, a conoscere il mondo con i motori di ricerca della rete .
Tutto è venuto in fretta. Siamo storditi dal cambiamento così profondo che possiamo parlare di trasformazione antropologica culturale .
Non abbiamo avuto il tempo per la preparazione al nuovo modello di vita. L’equazione spazio-tempo di vita si è rotto; è nato il malessere, è cominciato il disorientamento sociale, si è affermata la conflittualità delle culture. La cultura e la bellezza sono la cifra che può aiutare a risolvere nel riconoscimento dell’equilibrio dei bisogni il superamento della rottura spazio-tempo di vita trovando la sintesi in un modello aperto ai linguaggi attento al riconoscimento dei costumi. Il turismo culturale deve promuovere le buone pratiche dei luoghi nell’arte nel dialogo coi territori, per vivere l’incontro dei luoghi e dei volti della terra raccontati dai poeti e ancora vivi nello sguardo di Omero, il poeta cieco capace di vedere la bellezza nella guida degli Dei . Il turismo culturale, per avere fortuna, deve avere sul territorio una classe dirigente preparata, competente, esperta, quindi non può continuare con camerieri stagionali, con guide improvvisate e poco esperte della conoscenza dei beni culturali del territorio, con parcheggiatori abusivi e meno ancora con cuochi incapaci di salare una «frisa al pomodoro».
La svolta per noi nel turismo di qualità è la formazione, la specializzazione, per questo abbiamo già scritto per avere in Puglia, magari a Lecce, quella scuola di specializzazione turistica che il ministro Gnudi ha in mente e giustamente vuole realizzare .
Il nostro paese, nonostante la grandezza del patrimonio culturale e il posto nel mercato turistico, non ha ancora né un piano nazionale per promuovere il turismo né un portale ed un marchio Italia necessario per combattere almeno alla pari con i nostri competitori: Francia, Spagna, Grecia nel mediterraneo.
Ricerca, formazione e proposte innovative possono avere tempi comuni di discussione?
Proviamoci.

Luigi Mangia è vicesegretario provinciale nel sindacato SFIDA, Lecce.

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