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Un Manifesto europeo per sostenere l'innovazione per i settori culturali e creativi

  • Pubblicato il: 15/10/2018 - 00:05
Autore/i: 
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli
Presentato alla Frankfurter Buchmesse il nuovo "Manifesto europeo sul sostegno all'innovazione per i settori culturali e creativi". Un appello per un sostegno su larga scala all'innovazione nella cultura, al quale hanno contributo attivamente 15 istituzioni, tra cui  Fondazione Fitzcarraldo/ArtLab e l'European Creative Business Network (ECBN)/Centro europeo per l'economia creativa (ecce), insieme a THE ARTS+. Di questi temi si discute a Bari in questi giorni, nell’ultima tappa di ArtLab2018 il forum itinerante sulle politiche culturali promosso da Fitzcarraldo.

 
Presentato a Francoforte lo scorso 11 ottobre, il "Manifesto europeo sul sostegno all'innovazione per i settori culturali e creativi" (European Manifesto on Supporting Innovation for Cultural and Creative Sectors) rappresenta una novità per un settore estremamente frammentato come quello culturale.
Il processo ha coinvolto numerosi player internazionali di vari ambiti (musei, editoria, digitale, ricerca) che hanno lanciato un appello unanime per un sostegno su larga scala all'innovazione nella cultura. Ben 15 partner europei - tra i quali ArtLab - hanno ribadito la centralità della cultura per le politiche europee e allo stesso tempo la fortissima necessità di una strategia comune, capace di favorire l'innovazione dei settori culturali e creativi.
"La cultura ci aiuta a dare un senso al nostro mondo e dovrebbe fornire un punto di riferimento morale per la tecnologia - Affermano nel manifesto i 15 partner -  Per rafforzare la cultura nella sua funzione di riferimento morale e consentire ai cittadini di trarne il massimo vantaggio, è però necessario un notevole sostegno pubblico all'innovazione culturale. Purtroppo, al momento, manca tale sostegno".
 
Alla conferenza stampa di presentazione del Manifesto, lo scorso 11 ottobre, anche alcuni policy makers hanno condiviso la tesi centrale del manifesto, avallando la necessità di dare un sostegno reale per favorire l'innovazione nel settore culturale. "L'importanza sociale, culturale ed economica delle industrie creative e culturali è enorme", ha affermato Christian Ehler, membro del Parlamento europeo "Sono un settore chiave in Europa, di dimensioni maggiori rispetto al settore automobilistico o di quello chimico, ad esempio, per quanto riguarda il loro impatto sull'occupazione. È giunto il momento di metterle al centro delle politiche in materia di innovazione a livello europeo". Ehler è stato anche correlatore di una relazione del Parlamento europeo che - già alla fine del 2016 - richiedeva una politica europea coerente per i settori creativi e sottolineava l'importanza di tali settori nel fornire "oltre 12 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, pari al 7,5% della forza lavoro dell'UE, creando circa 509 miliardi di euro di valore aggiunto al prodotto interno lordo (5,3% del valore aggiunto lordo totale dell'UE)."
Uno dei problemi riscontrati nelle imprese del mondo culturale è di certo l'impossibilità di avere un impatto maggiore sulla società e sul mercato a causa della piccola dimensione che le caratterizza. I settori culturali e creativi sono caratterizzati da alti livelli di microimprenditorialità e lavoro autonomo: le imprese con meno di 10 dipendenti rappresentano oltre il 95% degli operatori del settore. Per questo "sono necessari investimenti su misura e sostegno strutturale - afferma Ugo Bacchella, presidente Fondazione Fitzcarraldo - se vogliamo beneficiare appieno dell'innovazione tecnologica e delle innovazioni nella produzione e nella distribuzione culturale nella vita quotidiana dei cittadini. È così che si può valorizzare al meglio la diversità culturale e superare la frammentazione dei settori culturali".
Le anime rappresentate all'interno del manifesto per chiedere a gran voce un supporto all'innovazione del settore culturale, provengono da ambiti differenti. Ad esprimere il loro punto di vista in merito alla necessità di un supporto, tra i firmatari anche rappresentanti dei musei europei come David Villaume, Chair della rete NEMO The Network of European Museum Organisations: "Senza un adeguato supporto per il loro continuo sviluppo tecnologico e digitale, i musei non saranno in grado di sfruttare al massimo il loro pieno potenziale e corrono il rischio di diventare irrilevanti per vaste parti della società". Piero Attanasio, responsabile degli affari europei e della ricerca e dell'innovazione presso l'AIE (Associazione italiana degli editori), sostiene che "L'industria editoriale ha bisogno di regole e strumenti . Negli ultimi mesi il dibattito si è concentrato sulle regole: la direttiva sul diritto d'autore e prima quella sul trattato di Marrakech. Ora è tempo anche di guardare gli strumenti e sostenere l'innovazione in tutti i settori creativi. La gestione dei dati dei diritti e l'accessibilità sono parti centrali dell'agenda politica, ma senza l'innovazione dell'IT le regole non saranno mai efficaci. "
Istituzioni come Europeana che si occupano di digitalizzazione sottolineano che "abbiamo bisogno di assumere impegni e investimenti profondi nei nostri futuri digitali, in infrastrutture come Europeana, o rischiamo di diventare le colonie digitali della Silicon Valley. Ciò richiede all'Unione europea di prendere un'altra decisione coraggiosa e illuminata: promuovere ancora una volta la trasformazione digitale alle nostre condizioni, in modo da poter continuare a potenziare il nostro settore culturale per sbloccare quel potenziale dall'interno".
 
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Di seguito una sintesi dei principali punti dell' European Manifesto on Supporting Innovation for Cultural and Creative Sectors
I maggiori ostacoli all'innovazione individuati sono:
 
1. Un alto grado di frammentazione e un'elevata mentalità "da silo" che riflette le divisioni settoriali, linguistiche e nazionali, sebbene la collaborazione intersettoriale e transfrontaliera siano fondamentali
2. Una generale mancanza di investimenti, fondi e finanziamenti: gli investimenti da parte di investitori esterni sono scarsi e le politiche in materia di forti finanziamenti pubblici sono insufficienti.
3. Le caratteristiche specifiche dei settori creativi e la loro influenza sull'innovazione non sono facilmente misurabili e non sono facilmente comprensibili. E non sono ancora state individuate a livello politico.
4. Le competenze tecniche e imprenditoriali sono scarsamente integrate.
5. Le reti del valore stanno cambiando, apportando la necessità di nuovi valori e modelli di business.
6. La cultura e la creatività esistono in un contesto sempre più globale, ma spesso gli operatori culturali e politici possiedono ancora una mentalità locale.
 
Il Manifesto propone le seguenti misure di sostegno ai settori culturali e creativi:
1. Riconoscere la struttura convergente e ibrida dei settori e introdurre politiche più esplicite a sostegno del loro potenziale di innovazione.
2. Aumentare gli investimenti pubblici nei settori culturali e creativi a un livello adeguato alla loro rilevanza in quanto settore chiave e adattare i programmi di finanziamento alle loro esigenze.
3. Rendere più attraente investire nei settori rafforzando le forme alternative di investimento e consentendo nuove fonti di reddito.
4. Rafforzare il dialogo tra le parti interessate a livello politico, culturale, tecnologico e industriale, nonché gli intermediari, gli operatori della ricerca e la società civile.
5. Sostenere una definizione più ampia di innovazione che includa la "soft innovation".
6. Rafforzare il carattere internazionale dei settori culturali e creativi, rafforzando il ruolo delle politiche sovranazionali e delle misure di sostegno all'innovazione, soprattutto a livello dell'UE.