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Teatro ed inclusione sociale: percorsi possibili in tema di migranti minori.

  • Pubblicato il: 18/07/2017 - 18:14
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

Un piccolo paese, una grande storia di inclusione sociale attraverso il teatro. Cosa ci fa Giasone seguito da un manipolo di eroi nel piccolo paese di San Chirico Raparo in Basilicata? Forse si trova qui il famoso Vello d'oro? A cercarlo sono una quarantina di adolescenti tra cui anche 12 ragazzi ospiti di una comunità per minori stranieri non accompagnati. Nel cuore della Basilicata, il progetto «Tuttùn» è la testimonianza di una integrazione possibile. Grazie al teatro.
Rubrica di ricerca in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
 


 
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono diventati negli anni un segmento importante della popolazione alla ricerca di protezione e asilo, un fattore comune delle migrazioni a livello mondiale.
Se le domande di asilo di minori non accompagnati nell'Unione Europea sono in calo (nel 2016 sono state 65.570, pari a -37% rispetto al 2015, secondo quanto emerge dal rapporto annuale dell'Easo, l'Agenzia Ue per l'asilo), in Italia è stato registrato un aumento del 48%, con 6.020 domande di cui il 29% di minorenni del Gambia.
Nel nostro Paese risultano al 31 dicembre 2016 17.373 MSNA (Fonte: Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione – Div. II. Report di Monitoraggio), di cui il 92,3% in 1.584 strutture di accoglienza.
 
Il tema di come accoglierli, tutelarli, offrirgli opportunità è scottante, lo sanno bene anche le fondazioni di origine bancaria. E’ noto l’impegno di Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione con il Sud, Enel Cuore, Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena che con il Bando Never Alone hanno unito gli sforzi per potenziare e innovare sul territorio italiano le modalità di presa in carico dei giovani migranti orientate all’integrazione e all’autonomia, per garantire il pieno rispetto dei diritti dei minori.
Con Never Alone sono stati erogati 3,5 milioni di euro per otto progetti che, avendo come capofila un’organizzazione non profit e coinvolgendo complessivamente 46 enti tra associazioni del terzo settore ed Enti pubblici, toccheranno 12 regioni italiane.
I progetti selezionati propongono interventi in tutti gli ambiti indicati dal bando: accompagnamento all’autonomia nel passaggio alla maggiore età, rafforzamento e diffusione della pratica dell’affido e del sistema dei tutori volontari, accoglienza delle ragazze.
 
Un passo importante in tema di protezione dei minori stranieri non accompagnati è stata  la legge n.47/2017 approvata il 29 marzo dalla Camera che regola il sistema di accoglienza integrato tra strutture di prima accoglienza dedicate esclusivamente ai minori. La legge estende pienamente l'accesso ai servizi del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - SPRAR a tutti i minori non accompagnati a prescindere dai posti disponibili.
Lo SPRAR, ricordiamo, è il servizio del Ministero dell'interno istituito dalla legge n. 189/2002  che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale. Attualmente la rete SPRAR consta di circa 25.700 posti (per 638 progetti), di cui 2.000 destinati a minori non accompagnati.
 
In Basilicata sono ben 550 i posti dell’accoglienza e 87 per MSNA. Uno di questi si trova a San Chirico Raparo, un piccolo comune in provincia di Potenza, che - a differenza di tanti paesi italiani dove la paura dell’arrivo dei migranti a volte fa nascere «muri e proteste» –  ha accettato l’idea di avere qui un luogo di accoglienza. Nel 2012, grazie all'entusiasmo e all'impegno del sindaco Claudio Borneo, viene aperta una comunità di minori stranieri non accompagnati.
La Cooperativa Il Sicomoro di Matera – una radicata realtà che da 13 anni lavora in Basilicata attorno a progetti sociali di inclusione e di formazione oltre che di assistenza - è il soggetto gestore della comunità che attualmente ospita dodici ragazzi di provenienza sub-sahariana, tutti  maschi, di età compresa tra 16 e 18 anni. I ragazzi vanno a scuola, insieme agli adolescenti del paese, seguono un corso di lingua italiana, nel pomeriggio fanno sport e nei week end vengono coinvolti in passeggiate e gite fuori porta.
Al compimento dei 18 anni devono lasciare la comunità, la maggioranza si reca in Francia o nei paesi del Nord Europa, qualcuno particolarmente integrato rimane, come Said che oggi lavora presso Pane Cotto, uno store di prodotti tipici lucani realizzato a Matera dal consorzio La Città Essenziale.
I ragazzi sono ben accolti dalla comunità locale, il clima è buono, ma per loro è molto difficile integrarsi con i loro coetanei: la timidezza adolescenziale, la difficoltà a comprendere la lingua, ma soprattutto una storia alle spalle fatta di abbandono dalla propria famiglia e dalla propria terra e l’approdo ad una località tanto diversa da quella di origine, dopo un tristemente noto «viaggio sui barconi», non aiutano.
Gli operatori de Il Sicomoro si chiedono come trasformare questa esperienza di passaggio per i ragazzi che transitano qui in qualcosa che lasci dei semi più profondi. E insieme come creare con la comunità di San Chirico un legame più stabile, più produttivo per tutti, italiani e stranieri.
Nasce da qui il contatto con Q Academy (impresa sociale romana, che unisce attività culturali e impegno nel sociale) e la scelta di coinvolgere una esperienza che viene da lontano: la non-scuola del Teatro delle Albe-Fondazione Ravenna Teatro, ossia la pratica di laboratori teatrali rivolti agli adolescenti che Marco Martinelli – fondatore, regista e drammaturgo del gruppo teatrale - porta avanti da più di vent'anni.
La non-scuola prende il via nel 1991 in un liceo ravennate. L'intento non è di insegnare a recitare, come nei tradizionali corsi di teatro, ma di utilizzare il teatro come leva per fare appassionare gli adolescenti ai classici. Nella non-scuola i giovani, insieme alle guide, ovvero i conduttori del laboratorio, si confrontano con i testi della tradizione teatrale, li attraversano, stravolgono, riscrivono e «mettono in vita» nell’esito finale del quale sono coautori, protagonisti, creatori.
Negli anni l’esperienza della non-scuola si è estesa in diverse parti d’Italia e del mondo: da Milano a Napoli-Scampia con il progetto Arrevuoto, Lamezia Terme, fino ad arrivare a Chicago e New York, in Brasile, in Francia, in Senegal. La non-scuola è quindi riconosciuta come punto di osservazione a livello nazionale e internazionale, è oggetto di pubblicazioni ed è stata insignita di diversi premi.
L'impatto che questa metodologia produce sugli adolescenti è efficacemente raccontata da Marco Martinelli nel suo travolgente libro «Aristofane a Scampia», edito nel 2016 da Ponte delle Grazie.
Così, nell’ottobre 2016 la non-scuola approda a San Chirico col nome di «Tuttùn», che in dialetto vuole dire «tutti insieme», e coinvolge sia i ragazzi della comunità che gli adolescenti del paese.
Sono mesi intensi, in cui vengono coinvolti più di quaranta ragazzi di età compresa tra i 13 e i 18 anni che alternano momenti di euforia a momenti di stanchezza e calo dell’entusiasmo. Ma le guide proseguono il loro stimolante percorso facendo lavorare i ragazzi sul testo delle Argonautiche di Apollonio Rodio. Quale testo migliore per fare esprimere i nostri adolescenti africani sul tema del viaggio e della ricerca di un «Vello d’oro»?
Per chi ha attraversato il mare su barconi vecchi senza cibo né acqua, per chi ha visto fare naufragio o morire di inedia, l’avventura di Giasone è molto più familiare di quanto non possa apparire. Un poema epico nella tradizione omerica al tempo stesso «moderno» per la complessità dei personaggi, per i loro dubbi più che per le loro certezze. 
Lo si è visto il 12 aprile scorso quando i giovani attori sono arrivati sul palcoscenico, allestito nel Centro Sociale San Josemaria Escriva.
La rappresentazione teatrale è stata un'ulteriore occasione di integrazione. Sono infatti state coinvolte altre attività del Sicomoro all’interno dei progetti di accoglienza SPRAR: il laboratorio sartoriale permanente di Grottole per la realizzazione dei costumi di scena e il laboratorio di falegnameria di Matera per gli allestimenti.
E come se non bastasse, sul palco salgono anche due anziani di San Chirico, a testimoniare l'adesione dell'intero paese al progetto.
Due le repliche perché gli spettatori sono tanti. Oltre all'intero il paese, ad assistere alle Argonautiche arrivano incuriositi anche i rappresentanti di Fondazione Matera-Basilicata 2019 e della Regione Basilicata, giornalisti nazionali e internazionali.
Davanti a questo pubblico, i ragazzi africani della comunità e i loro coetanei sono riusciti a dimostrare che lavorare per una integrazione non superficiale, non burocratica è possibile.
Lo spettacolo sarà ancora replicato a Matera durante il festival «Nessuno Resti Fuori», in programma a fine luglio.
Del progetto Tuttùn se ne è parlato parecchio: dalle reti RAI, l’iniziativa è arrivata anche sul magazine inglese The National, come esempio di integrazione.
 
Qual è il lascito di tutto ciò? Sicuramente il miglioramento dell’accoglienza della comunità, l’attivazione di processi di inclusione e l’aumento della partecipazione giovanile locale.
San Chirico Raparo, con i suoi mille abitanti e la sua storia di abbandono del territorio e di emigrazione (nel 1861 il paese aveva tre volte gli abitanti di oggi), ha saputo trasformare l’accoglienza in una opportunità e in una risorsa. Quando uno dopo l’altro, al raggiungimento dei 18 anni i ragazzi lasceranno San Chirico Raparo forse potranno raccontare di avere trovato qui il Vello d’Oro.
 
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