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Street Art per la rinascita delle marginalità

  • Pubblicato il: 14/04/2015 - 14:59
Autore/i: 
Rubrica: 
PAESAGGI
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

A Roma alcune aree degradate rinascono con la Street Art, un fenomeno che ha coinvolto molti quartieri, diventati «musei a cielo aperto» di opere di artisti di fama internazionale. Perseguendo un obiettivo comune, i percorsi di rigenerazione sono diversi. La prima risorsa è la cittadinanza attiva
 
Roma. Negli ultimi anni Roma è diventata un terreno fertile per la diffusione della street art. Una città emblema di equilibrio instabile, tra disastri e meraviglie, in diversi quartieri si sta trasformando in un campo di sperimentazione di arte urbana come spinta rigenerativa per la riqualificazione sociale. Tor Marancia, San Basilio, Torpignattara, Quadraro, Ostiense, tanto per citarne alcuni, spesso noti per degrado e abbandono, stanno cambiando volto grazie alle opere di artisti italiani ed internazionali. Ma come si è sviluppato questo fenomeno, con quali attori e quali modalità?
Il caso più eclatante, balzato sulle pagine di molti giornali, è quello di Tor Marancia, dove le case popolari dello storico Lotto 1 sono state trasformate in un museo all'aperto. Finanziato da Fondazione Roma-Arte-Musei (45mila euro) e dal Bando Roma Creativa dell'amministrazione capitolina (36mila euro), il progetto «Big City Life Tor Marancia» è stato ideato da 999Contemporay,  che lo ha anche sostenuto.  Il progetto, organizzato da Francesca Mezzano e curato da Stefano S. Antonelli e Gianluca Marziani, ha coinvolto 18 street artist internazionali (tra cui Jerico, Pantonio, Reka, Satone) provenienti da 10 Paesi, che, tra gennaio e marzo di quest'anno, a titolo gratuito hanno realizzato 20 murales su 11 palazzi di proprietà dell'Ater, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale del Comune di Roma. Sikkens è lo sponsor tecnico che  ha fornito una vernice speciale resistente agli agenti atmosferici.
L'obiettivo di 999Contemporary è di trasformare la borgata romana in un distretto di arte pubblica contemporanea unico al mondo, coinvolgendo in questo processo la comunità locale, le scuole e le associazioni di quartiere. Così alla realizzazione dei murales hanno partecipato cinquecento abitanti delle case popolari, mentre gli allievi delle scuole del territorio sono stati protagonisti dei laboratori creativi tenuti dagli artisti. Lo staff di 999Contemporary si è occupato dei laboratori professionali destinati all’associazione culturale Rude, costituita dai ragazzi di Tor Marancia appositamente per la promozione, manutenzione e valorizzazione del patrimonio artistico.
Ma il primo progetto di museo di urban art è M.U.Ro. (Museo Urbano Roma), attivo dal 2010 al Quadraro, quartiere medaglia d'oro al merito civile per la sua resistenza al nazifascismo, che pagò carissima col  rastrellamento del 17 aprile del 1944. Proprio lungo il muro dove vennero allineati i quasi mille che sarebbero poi stati deportati in Germania è sorto il primo nucleo di dipinti del M.U.Ro.  L'artefice di questa iniziativa è l'artista David Diavù Vecchiato che ci tiene a sottolineare che il progetto nasce «dal basso», ovvero «non è imposto al territorio da amministrazioni, curatori, finanziatori, sponsor o altri fattori esterni», e si prefigge di rispettare lo «spirito dei luoghi» in cui interviene. La realizzazione delle opere è condivisa con i cittadini, attraverso il confronto con le loro idee e le loro storie (soprattutto con coloro che vivono o frequentano le aree interessate dalle opere). In seguito alla realizzazione dei primi murales al Quadraro, sono state attivate collaborazioni ed iniziative con altre aree limitrofe. Tra queste, Tor Pignattara, dove gli interventi di street art si sono inseriti in un quadro più articolato di azioni messe in campo da una forte componente di cittadinanza attiva per riqualificare il quartiere.

Tor Pignattara è uno storico quartiere del quadrante orientale di Roma, nel dopoguerra uno degli scenari dei romanzi di Pasolini. Oggi, con una popolazione estremamente eterogenea che include abitanti storici, stranieri con prevalente etnia di bengalesi e nuovi residenti, è spesso alla ribalta per degrado ed intolleranza. Qui dagli anni '60 è attivo il Comitato di Quartiere di Torpignattara costituitosi con lo scopo di salvaguardare il verde pubblico, in un periodo in cui il quartiere stava subendo le prime speculazioni edilizie. Le battaglie iniziali riguardano il recupero e la riapertura di Villa de Sanctis, divenuto parco negli anni '90, ma il traguardo più importante è stato raggiunto nel dicembre 2014 con l'annullamento del Piano Particolareggiato Casilino, che prevedeva la costruzione di oltre 3.000 appartamenti all’interno dell’unico polmone verde della zona.  Oggi il Comitato continua a svolgere un ruolo di presidio, tutela, promozione e difesa del territorio attraverso la cultura e la partecipazione, il recupero della memoria e l’identità, il riuso degli spazi abbandonati e la creazione di momenti di aggregazione. Uno dei progetti che ha visto il Comitato impegnato per tre anni è la riapertura di una delle 42 sale cinematografiche chiuse che il Comune vuole riconvertire: il Cinema Impero di via di Acqua Bullicante. Dopo avere raccolto 4.000 firme e attraverso un grande laboratorio partecipato che ha visto coinvolti 1.000 cittadini e 32 associazioni,  il Comitato ha presentato sia alle istituzioni pubbliche che alla proprietà privata del locale un progetto per trasformare la struttura in un centro culturale polifunzionale con cinema, teatro, sale prove, sale per la formazione, la post produzione e un co-working. Ed è proprio sulla facciata del Cinema Impero, dove un tempo c'erano le locandine dei film, che Davide Vecchiato di M.U.Ro. realizza i ritratti di Monicelli, Anna Magnani, Sergio e Franco Citti, Pasolini, nati o cresciuti professionalmente a Tor Pignattara. La collaborazione con Diavù non finisce qui: poco distante, l'artista insieme ai due colleghi Lucamaleonte e Nic Alessandrini realizza Melting Faces § Stories § District, un murales nato dall'incontro dei tre artisti con tre famiglie del quartiere (italiana, cinese, bengalese). Entrambe le iniziative sono state rese possibile grazie a forme di autosostentamento del Comitato, derivante da iniziative di raccolta fondi presso i cittadini. In questi due casi il Comitato ha assunto il ruolo di committente diretto, mentre altre volte diventa un «cacciatore di muri», ossia abilitante di connessioni tra altri committenti e i cittadini proprietari di edifici. E' il caso della collaborazione con la Galleria Wunderkammer, che ha sede sempre nel quartiere, grazie alla quale sono state realizzate opere di artisti come Jeff Aerosol, Agostino Iacurci, Sten&Lex.  E dalla partnership con la Galleria Varsi, con un progetto curato da Marta Gargiulo, è nato il più grande murales di Roma, in via Ludovico Pavoni nei pressi di un brutto episodio di cronaca: 32 metri di altezza, firmati da Etam Cru, sigla che riunisce due personalità artistiche, i giovani polacchi Bezt e Sainer, tra i maggiori esponenti mondiali di street art. Gli esponenti del Comitato, però, non vogliono sentire parlare di «museo aperto», ci tengono a sottolineare che gli interventi di Street Art  sono stati individuati come «strumento di coscienza civile molto forte per aumentare la percezione dell'identità dei residenti, propellente per il decoro urbano e per la creazione di bellezza diffusa, all'interno di un nutrito panorama di azioni mirate alla rigenerazione del quartiere».
In conclusione il tratto comune ai diversi interventi di arte urbana nei quartieri romani è l'obiettivo di riqualificare aree degradate e marginali attraverso la sensibilizzazione ed il coinvolgimento della comunità locale.  E se a Tor Marancia il processo è stato innescato dall'esterno, al Quadraro e a Tor Pignattara la spinta è stata endogena e si è inserita anche con l'ottica di valorizzare l'identità e la storia dei quartieri.
I risultati sono straordinari nella trasformazione del paesaggio urbano. Si spera possa cambiare anche il paesaggio mentale e sociale degli abitanti. Resta infine da capire se la Street Art – come si auspica  l'assessore alla Cultura di Roma Capitale Giovanna Marinelli - possa fare diventare Roma, come tante altre città europee, una meta per visitatori attratti dalle testimonianze di arte contemporanea  e non solo dallo straordinario patrimonio storico-archeologico. Ma il primo, grande obiettivo è diffondere arte per la prossimità, per migliorare la qualità della vita.

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