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SPAB – SOCIETÀ PER AZIONI BUONE: UN NUOVO PROGETTO DI FARM CULTURAL PARK

  • Pubblicato il: 15/10/2018 - 10:50
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Francesco Mannino
La coppia dei prolifici Andrea Bartoli e Florinda Saieva, anime del progetto di ri-nascita di Favara (AG) che in meno di dieci anni ha posizionato la Sicilia internazionalmente tra le avanguardie dell’innovazione sociale attraverso i linguaggi della contemporaneità, ci propongono una nuova idea per stimolare pratiche virtuose di comunità: parliamo delle SPAB – Società Per Azioni BUONE. È possibile convincere proprietari di immobili o di capitali privati ad investire su progetti di utilità e rilevanza sociale e collettiva? E se sì, cosa potrebbe succedere in futuro, se ciò avvenisse davvero? Abbiamo discusso dell’innovativo progetto di governance territoriale partecipata con Andrea Bartoli, notaio, co-fondatore di Farm Cultural Park di Favara.
 
A partire dal 2010 hanno recuperato un’area urbana parzialmente spopolata e degradata (i “sette cortili”) nel cuore di Favara, in provincia di Agrigento (ma questa di Farm Cultural Park è storia abbastanza nota). Hanno costruito un centro culturale indipendente di nuova generazione, che ha ospitato centinaia di migliaia di persone interessate a cosa può fare la rigenerazione urbana dal basso, e che ne attira migliaia ogni anno, generando confronto, conoscenza ma anche indotti territoriali. Hanno costruito musei e scuole di architettura per bambini, perché credono che solo scommettendo sul rafforzamento delle giovanissime generazioni può esistere una qualche speranza per il futuro. Hanno vinto il bando “Nuove Generazioni” di Conibambini.org per il contrasto delle povertà educative, con un progetto destinato a bambini e adolescenti tra i 5 e i 14 anni. Hanno in cantiere “Libera Tutti”, un nuovo progetto di comunità vincitore del bando “PRENDI PARTE! Agire e pensare creativo” promosso dalla Direzione Arte, Architettura contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le attività culturali, per realizzare attività creative nelle aree caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, con il coinvolgimento di giovani tra i 18 e i 29 anni – e soprattutto per i NEET (ragazzi che non studiano e non lavorano). Hanno eletto Favara come luogo nel quale costruire e crescere la loro famiglia. Favara è un progetto di vita.
 
Insomma, Florinda e Andrea (Saieva e Bartoli) sono due persone che prendono la propria permanenza su questo pianeta davvero sul serio (anche se ci scherzano sopra spesso), e che preferiscono raccontare i sogni, le pratiche, gli esperimenti e certe volte i fallimenti, piuttosto che le fatiche e i sacrifici che tutto ciò comporta (ma che in molti intuiamo, dietro le quinte del loro lavoro).
E siccome non si vogliono fare mancare nulla, in termini di produzione di valore per le loro comunità di riferimento, eccoli con una nuova idea, fresca fresca di nascita e pronta a confrontarsi con la prova più ardua: essere credibile, sostenibile, oggetto di comprensione e adesione da parte di chi ne dovrebbe far parte, resistente alle intemperie finanziarie, amministrative, burocratiche, sociali. Stiamo parlando delle SPAB, le Società per Azioni BUONE che dovrebbero vedere la luce intanto a Favara, provincia di Agrigento. Ma di cosa si tratta? Lo chiediamo ad Andrea.
 
Beh, siete molto famosi voi di FARM, ma per chi non vi conosce, ci dite in pillole chi siete e cosa avete fatto negli ultimi dieci anni?
Farm è un centro culturale indipendente.
Nei nostri primi otto anni di vita, abbiamo trasformato porzioni del centro storico abbandonato di Favara in una grande attrazione turistica e culturale.
Un’utopia diventata realtà.
 
SPAB, Società Per Azioni Buone: c'era proprio bisogno di un nuovo acronimo?
SPAB è un cortocircuito; lo strumento naturale del capitalismo con la parola Buone, viene piegato e adattato ad una nuova visione di società più consapevole, inclusiva e impegnata a migliorare la propria città e la vita dei cittadini. Di tutti i cittadini.
 
Ora è chiaro cosa NON sono le SPAB: ma invece, da dove nascono, cosa saranno e come dovrebbero funzionare?
Le SPAB nascono dall’assenza e dall’inefficacia delle Istituzioni pubbliche nel Mezzogiorno. Le nostre città non ci piacciono, tutti ci lamentiamo continuamente per quello che non c’è o per quello che non funziona, i nostri ragazzi sono costretti ad andare via, eppure le banche delle nostre città sono piene di soldi.
A Favara (ma è così in tutte le città italiane) si stima in difetto che ci siano 500milioni di euro di depositi bancari.
Convincendo i nostri cittadini ad investire anche solo il 10% in SPAB avremo più di 50 milioni di euro da destinare a Luoghi per i bambini e per l’educazione, ad abitazioni sostenibili per tutti, ad incrementare le attività di formazione e inserimento nel mondo del lavoro….
Avremo la possibilità di sognare, progettare e realizzare il futuro delle nostre Comunità senza dover più aspettare la politica o lo Stato.
SPAB non sarà la società dei facoltosi; sarà una società aperta.
Ogni cittadino potrà essere azionista e quindi proprietario di un piccolo pezzo di città.
Metteremo insieme persone che possiedono immobili strategici per lo sviluppo, con altre che possono fare degli investimenti in denaro e altri che hanno le competenze per portare avanti questo processo.
E’ strano crederci ma all’interno delle nostre Comunità abbiamo tutto: spazi da trasformare in luoghi, denari e professionalità.
 
Gli investimenti sulle azioni e sugli interventi saranno finanziati solo dai risparmi degli "azionisti buoni" o immaginate un modello di funding mix a supporto? Avete già incassato l'interesse di qualche soggetto erogatore?
Abbiamo immaginato che gli investimenti in una prima fase finanziati dai risparmi degli “azionisti buoni” potranno certamente incontrare e incrociare l’interesse di diversi soggetti erogatori ma anche di altre Istituzioni statali impegnate nell’offerta abitativa o nella promozione di politiche del lavoro.
Inoltre SPAB dovrà comunque fare degli investimenti sostenibili: la realizzazione di un parcheggio, piuttosto che di un complesso di housing sociale dovrà comunque produrre degli utili che in minima parte verranno distribuiti annualmente agli azionisti e per il resto verranno reinvestiti in altre progettualità per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.
Stiamo dialogando con tante Istituzioni: gli Ordini professionali, alcune Università, Federcasa, Associazioni impegnate nella valorizzazione del patrimonio immobiliare nazionale, antropologi, sociologi, economisti, architetti e urbanisti (sempre).
E comunque siamo profondamente interessati a confrontarci con chiunque a diverso titolo possa aiutarci a costruire questo dispositivo nel migliore dei modi.
 
Con che criterio saranno scelti i progetti su cui saranno concentrati i fondi raccolti?
La SPAB sarà una SPA impresa sociale. Stiamo lavorando allo statuto con la Facoltà di Economia di Palermo e lo sottoporremo alla verifica di un consulente commercialista esperto di Terzo Settore. Ci sarà un Consiglio di Amministrazione con clausole di gradimento per poter ricoprire la carica. Ci vorranno grandi competenze legali, amministrative, tecniche ed economiche.
Potranno essere eleggibili solo persone che hanno rispetto alle suddette competenze una storia professionale di eccellenza.
Il Consiglio di Amministrazione, ascoltata l’Assemblea dei soci di Società per Azioni BUONE e la cittadinanza di Favara secondo modalità partecipative, assumerà l’impegno di realizzare la visione.
Spetterà al Consiglio di Amministrazione tuttavia, decidere se iniziare dalla realizzazione di un parcheggio, di un complesso di housing sociale, da un luogo per la formazione e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, o la realizzazione di impianti sportivi…
Non stiamo immaginando SPAB come una STU (Società di Trasformazione Urbana).
SPAB nasce per progettare e realizzare il futuro economico, sociale e culturale di una città e non un circoscritto intervento di riqualificazione urbana.
Ovviamente non esiste un manuale di istruzioni e neanche una ricetta miracolosa.
SPAB è un progetto sperimentale e quindi occorrerà una grande flessibilità e capacita di analisi costante degli impatti e obiettivi conseguiti con ogni singola strategia o azione.
Qualcosa potrebbe funzionare di più e qualcosa di meno.
Alcuni investimenti potranno produrre una maggiore sostenibilità, altri meno; forse qualcuno potrebbe non essere in se sostenibile ma comunque necessario per la realizzazione della visione.
Sicuramente abbiamo il desiderio e questo sarà il primo mandato al Consiglio di Amministrazione, che per il primo quinquennio gli investimenti vengano fatti nei quartieri più poveri che sono all’interno del Centro Storico e che in qualche modo possano essere accompagnati da azioni di promozione quotidiana di coesione sociale.
 
E chi gestirà i progetti selezionati, affinché producano gli impatti sociali desiderati ma anche "quegli utili che in minima parte verranno distribuiti annualmente agli azionisti"?
Il Consiglio di Amministrazione deciderà di volta in volta se gestire direttamente alcuni progetti o in alternativa nominare dei project manager che rispondano allo stesso Consiglio di Amministrazione ovvero affidare la gestione di alcuni beni o alcune attività ad un sistema di cooperative, la cui costituzione Favara SPAB vuole incentivare.
Stiamo immaginando di favorire la costituzione di cooperative edilizie per le attività di recupero architettonico del Centro Storico; cooperative per la gestione dei servizi turistici: ospitalità, ristorazione, pulizie, giardinaggio, verde e orti urbani, transfer, sicurezza… e cooperative per la gestione di eventi culturali, sociali e di promozione del territorio che dovrebbero occuparsi di mercati, fiere, festival, eventi, corsi di formazione, promozione turistica, marketing e comunicazione.
Ovviamente è il Consiglio di Amministrazione che ha la responsabilità non solo di garantire che ogni attività risulti sostenibile ma anche che annualmente vengano distribuiti gli utili agli azionisti. La credibilità di SPAB si misurerà quindi su tre aspetti fondamentali: la puntualità nella distribuzione degli utili promessi; la capacità di realizzare investimenti che determinano un miglioramento della qualità della vita dei cittadini ed infine creare le condizioni per generare continue possibilità di formazione e inserimento nel mondo del lavoro non solo per i giovani ma anche per i meno giovani che sono rimasti indietro. Rispetto a quest’ultimo obiettivo, il sistema delle cooperative per la formazione dei giovani e il successivo inserimento nel mondo del lavoro avrà un ruolo centrale.
 
Facciamo gli avvocati del diavolo: cosa potrebbe rendere scettici gli eventuali investitori? E come affrontereste questi eventuali dubbi?
La diffidenza ovviamente.
Quella stessa diffidenza che però fa molto comodo a Banche, Poste, Assicurazioni che raccolgono i nostri risparmi nel Mezzogiorno e li affidano ad imprenditori del nord per investimenti in altri territori.
Siamo così stupidi che continuiamo ad essere diffidenti del nostro vicino di casa, del nostro ex compagno di scuola, salvo poi affidare i nostri risparmi a Banche e Poste che non mi pare abbiano mai mostrato alcun interesse allo sviluppo dei nostri territori.
Alcuni addirittura si fanno convincere ad investire in petrolio, carbone o altri prodotti che neanche vedranno piuttosto che investire in progetti pluriennali di sviluppo delle nostre città.
Dobbiamo aprire gli occhi ed essere un pizzico più consapevoli.
 
Questo modello che avete immaginato come potrebbe integrarsi con altri esperimenti di sviluppo locale?
Benissimo.
Le Istituzioni erogatrici finalmente avranno la possibilità di costruire insieme a SPAB delle azioni di intervento ri-generativo più puntuali, più mature e più strutturate.
Sono convinto che sempre di più l’erogazione dei fondi debba nascere da uno stretto rapporto di confronto tra ente erogatore e destinatario del finanziamento e meno “alla cieca” attraverso bandi che in qualche modo dovrebbero andare bene per luoghi diversi, con contesti diversi e soprattutto esigenze diverse.
 
Avete già avuto qualche feedback dall'avvio della campagna? Qualcuno che vi abbia telefonato e vi abbia detto "qui ci sono i miei soldi"?
I primi feedback sono molto incoraggianti.
Le nostre prime interlocuzioni sono tutte andate bene.
Tuttavia la nostra strategia prevede prima il coinvolgimento di proprietari di immobili, fabbricati e terreni ad alto potere trasformativo che dovranno essere conferiti in SPAB in cambio di azioni di valore corrispondente e solo in una seconda fase la sollecitazione per la raccolta di denaro.
Le persone che acquisteranno azioni di SPAB, non investiranno denaro in una “scatola vuota” ma in una società patrimonializzata di importanti immobili della città.
Eppure, nonostante il processo sia appena iniziato, già in tanti ci hanno manifestato l’interesse ad investire parte dei propri risparmi in SPAB.
E poi quali alternative abbiamo per le nostre città?
Continuiamo ad aspettare in eterno l’elezione del prossimo Sindaco, del prossimo Presidente della Regione o del prossimo Capo del Governo?
 
Che futuro vi immaginate quindi, se le SPAB dovessero convincere i risparmiatori e andare a regime?
Immaginiamo finalmente di invertire la rotta.
Le nostre città diventeranno più belle per chi ci vive e di conseguenza più accoglienti per chi le visita. Finalmente i giovani non dovranno scappare via ma viceversa altri giovani di tutto il mondo decideranno di studiare, lavorare e vivere nelle nostre città.
 
Ci dite di Favara? Com'era e com'è oggi? Come impatterebbero sul medio o lungo periodo (quanti anni?) le SPAB?
Favara era una città come tante altre, forse un poco più sfortunata.
Poi abbiamo iniziato a sognarla differente e chi conosceva come fosse in passato e oggi ritorna in città, grida al miracolo. Eppure c’è ancora tanto da fare.
Per questo abbiamo bisogno di un dispositivo più importante come la SPAB, per questo abbiamo bisogno di coinvolgere in questo processo il maggior numero possibile di cittadini, per questo abbiamo bisogno di continuare a sognare questa città.
Nonostante da più di tre anni arrivino a Favara più di 100mila persone l’anno, non possiamo immaginare di vivere di rendita; dobbiamo crescere, migliorare e consolidare la nostra offerta culturale e turistica, rafforzare la nostra offerta educativa e migliorare le condizioni di contesto della città.
Favara dovrà sempre più diventare una città cosmopolita, con un’ottima e diversificata offerta abitativa, accogliente per giovani, studenti, creativi e stranieri e con tanti appuntamenti culturali durante tutto l’anno.
Una città divertente e con una grande vita notturna.
Abbiamo immaginato che Favara nei prossimi sette anni possa passare da 32mila a 35mila abitanti e poi crescere di 5mila nuovi cittadini ogni dieci anni sino ad arrivare a 50mila cittadini nel 2050.
Stiamo immaginando che un trenta per cento dei nuovi cittadini di Favara possano essere stranieri, molti di loro provenienti dall’Africa, e che attraverso politiche quotidiane di accoglienza e integrazione possano prestissimo sentirsi ed essere percepiti cittadini di Favara esattamente come tutti gli altri.
Per fare questo non avremo da costruire nessun edificio nuovo, la città di Favara ha già un patrimonio immobiliare sotto-utilizzato che può ospitare sino a 90mila persone.
Con Società per azioni BUONE potremo investire negli spazi pubblici, nell’educazione delle future generazioni, nella formazione e nell’inserimento al lavoro dei nostri ragazzi evitando che debbano trasferirsi in altre città, per trovare un posto di lavoro; in complessi abitativi efficienti e sostenibili; in luoghi, attività e servizi per le persone anziane, per i diversamente abili e per tutti quelli che sono rimasti indietro.
Favara sarà ancora una volta, un laboratorio di sperimentazione internazionale sul tema della rigenerazione urbana e se riusciremo a Favara, tante altre SPAB potranno nascere in ogni città del nostro Paese. A tal riguardo lo statuto di SPAB Favara prevede che una piccola parte degli utili annui, dovrà essere destinato a dotare un fondo per la promozione e l’incentivazione alla costituzione di SPAB in tutto il Paese.
 
Infine, voi come vi immaginate in quel futuro? Come saranno Florinda e Andrea in quel futuro?
Nel 2038, tra vent’anni saremo due vecchietti arzilli (speriamo), stanchi ma felici.
Comunque andranno le cose, avremo la serenità di “avercela messa tutta”.
Avremo passato il testimone a Carla e Viola che nel frattempo saranno due splendide giovani Donne più competenti e attrezzate di quanto potessimo essere noi e certamente più adeguate a captare le necessità del tempo che verrà.
Salute permettendo, saremo comunque impegnati a dare una mano affinché Favara, la Sicilia e il nostro Paese possano essere migliori di quanto non siano oggi o ancora di più di quando abbiamo iniziato con Farm a Favara.
Con la consapevolezza che in quel tempo, non solo dovremo valutare gli impatti positivi e gli errori commessi con le SPAB e con tutte le altre politiche che nel frattempo avremo sperimentato ma dovremo comunque continuare a sognare e progettare il futuro, perché come dicono in tanti il miglior modo per predire il futuro è progettarlo.

 
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Didascalie: Grafica FARMING THE CITY progetto di tesi del Politecnico di Milano
Coordinator: M.Imperadori Design team: M.Baccaro | L. Del Favero | A.Tagliabue
Consultants: S.J. A. Liotta (Laps Architecture)
 
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