Nasce Icn. L'Italian Crowdfunding network
Torino. Una città al centro dell'attenzione che festeggia i 40 anni della riapertura del Teatro Regio - unica delle fondazioni liriche del Paese con un bilancio in pareggio - con un monumentale Don Carlo che sbarcherà a Parigi, pervasa da appuntamenti per la Biennale Democrazia e per Torinocrowdfunding, la prima giornata di studi sul tema mantra del momento, ovvero il finanziamento collettivo, voluta dall'Università, dalla Fondazione Its Ict , Regione Piemonte e da Italian Crowdfunding Network, in collaborazione con Faber Off .
Se ne parla molto, ma le poche informazioni sul panorama italiano non permettono una corretta interpretazione del fenomeno. Va comunque rilevato che la difficoltà a trovare sostenitori e credito a nuovo progetti trova in Italia una nuova risposta nella partecipazione collettiva. Anche se immaturo, il settore nel nostro Paese è in grande crescita e con una pluralità di modelli: reward based - ovvero contro prestazione, donation based o social lending. Il web fa leva. Sono operative 21 piattaforme, prevalentemente locali e settoriali, o su progetti mirati culturali (come per Palazzo Madama o per il padiglione italiano alla prossima Biennale di Venezia). Da novembre ne sono nate cinque, oltre alle «do it yourself» (Diy), con la ricerca di donatori diretti.
Sono un volano di trasformazione, soprattutto culturale, nella raccolta di fondi. L'analisi è disponibile all'indirizzo http://www.slideshare.net/crowdfuture/analisi-delle-piattaforme-di-crowdfunding-italiane-aprile-2013
Secondo Forbes l'Italia avrà un primato positivo: nonostante la vitalità degli USA sul tema - ha segnato il successo della campagna elettorale di Obama, con la consulenza di Jason Best - sarà il primo Paese al mondo a varare una norma sull'equity crowdfunding, ovvero sulla partecipazione collettiva al capitale delle iniziative. A fine aprile la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), approverà un regolamento (ora in consultazione sul sito dell'istituzione), una formula che permetterà una raccolta fondi on line, coinvolgendo potenziali azionisti, per start up innovative, ad alto contenuto tecnologico, con elevata qualità delle risorse umane, con un capitale di rischio non inferiore a 5 milioni. Una norma per ridurre gli oneri amministrativi e garantire trasparenza.
Al Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino, moderate da Anna Masera, le maggiori piattaforme di crowdfunding italiane si sono incontrate con i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico per approfondire la recente normativa sul crowdfunding in corso di regolamentazione da parte della Consob. Folto il pubblico delle startup innovative, che leggono opportunità di finanziamento. A seguire, anche in streaming, il dibattito con le istituzioni accademiche, finanziarie e non profit per comprendere applicazione e possibilità di sviluppo di questo strumento e le modalità con le quali dar corso a nuove campagne. Molte già le case history esemplari che verranno raccolte dalla neonata Icn (Italian Crowdfunding Network), associazione italiana che promuove la cultura sul fenomeno e la rete fra i professionisti del settore, favorendo così la crescita delle competenze in rete. Claudio Bedino, vice-presidente dell’Associazione afferma che «Siamo in un momento molto delicato per lo sviluppo del crowdfunding nel nostro Paese. La legislazione sembra essere arrivata in anticipo rispetto alla formazione di un mercato pronto ad accoglierla. E’ sicuramente un bene conservare il primato europeo dell’Italia in questo senso e fare da esempio ad altri paesi che vorranno regolamentare il crowdfunding nel prossimo futuro, tuttavia bisogna agire per colmare il gap tra gli operatori e gli esperti del settore e la vera protagonista del fenomeno, ovvero la 'folla' di persone che propone e finanzia i progetti, incentivando così l’innovazione e favorendo uno sviluppo sostenibile e ‘partecipato’ del mercato».
Si va configurando una via del tutto italiana.