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M9: si parte

  • Pubblicato il: 14/06/2013 - 01:51
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FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
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Redazione

Venezia. La Fondazione Venezia dà i numeri su M9, il grande progetto di rigenerazione urbana a base culturale di Mestre. Un investimento da 100 milioni di euro per l’acquisto dell’area, costruzione e allestimento a carico della Fondazione Venezia. 35 milioni di euro il costo del bando europeo per realizzare l’opera. 8875 i mq occupati. 1,5 milioni di euro la differenza tra i ricavi e i costi per la gestione annuale. I lavori inizieranno nei primi mesi del 2014 e dureranno 28 mesi. Da fine 2015 in poi le aperture dei vari pezzi dell’Area M9.

E’ quanto è stato affermato durante una visita privata che si è svolta lo scorso 10 giugno nell’area M9, organizzata per illustrare l’evoluzione del grande progetto promosso dalla Fondazione di Venezia: un grande spazio – non più museo – culturale progettato dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton che ospiterà anche spazi didattico-laboratoriali, una piazza per la condivisione collettiva e altre strutture direzionali, commerciali, di servizio, di intrattenimento.
Tra poche settimane verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il bando di gara per circa 35 milioni di euro, emesso da Polymnia Venezia srl, la società strumentale della Fondazione di Venezia, «per la costruzione e il restauro degli immobili evidenziati nell’Accordo di programma firmato da Regione, Comune, Ministro dei beni culturali e Fondazione di Venezia nel dicembre 2009 e nella Convenzione urbanistica firmata nel luglio del 2012», spiega il presidente della fondazione Giuliano Segre.

Le risorse economiche non mancano, la Fondazione di Venezia si farà carico di tutti i costi, assicura Segre: «La Fondazione di Venezia ha assunto questi compiti con qualche difficoltà interna indotta dal timore, infondatamente diffuso, che poi il suo patrimonio non le consentisse di mantenere le promesse. Viceversa la resistenza alla crisi che la ha caratterizzata, riportando alla prova dei numeri dell’ultimo bilancio il valore di mercato dei suoi cespiti sostanzialmente ai valori originari, consente di mantenere il progetto nell’ambito iniziale e anzi di sdoppiarlo: uno Spazio (quello prima chiamato museo) a carattere culturale, e poi l’intera Area, con le sue altre offerte, che restituirà alla città uno spazio precluso da secoli».

Sarà un molo altamente tecnologico, «nessuno si aspetti un museo con i quadri attaccati al chiodo: la modalità espositiva non sarà materiale, ma virtuale, multimediale ed interattiva», capace di farsi espressione della complessità contemporanea, coinvolgendo in maniera multisensoriale il suo pubblico. Realtà aumentata, realtà Virtuale, riproduzione in 3D per una esperienza sinestetica della realtà, per rendere protagonisti della fruizione culturale, per una rigenerazione territoriale e sociale, ma prima di tutto individuale.

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