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La lunga estate verticale di Dolomiti Contemporanee

  • Pubblicato il: 07/09/2013 - 15:58
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe e Anna Follo
Opera di davide zucco_foto giacomo de donà

Casso (BL). Territorio e paesaggio che diventano luogo di confronto con i linguaggi del contemporaneo per dare vita a nuovi processi produttivi di idee e di relazioni: questa è la scommessa ambiziosa che ha aperto nel 2011 il progetto Dolomiti Contemporanee e che è  cresciuta, per il terzo anno consecutivo, con Roccedimenti. fatte, non finite, le nature contemporanee, il programma espositivo  presentato nel neonato Spazio Casso, diventato spazio permanente di Dolomiti Contemporanee, nato nel cuore delle Dolomiti, complesso naturalistico proclamato patrimonio dell’UNESCO.
Una variante rispetto alla politica e alla poetica di DC che resta itinerante, aprendo spazi antropizzati – prevalentemente fabbriche – caduti nell’oblio per riportarli in vita.
Una dimensione produttiva della montagna e della cultura che attiva processi riabilitativi di contesti artificiali all’interno del paesaggio naturale. Luoghi di incontro/scontro tra natura e artificio, dove l’azione dell’uomo si è interrotta.
In questa prospettiva Dolomiti Contemporanea è diventato modello per una riqualificazione e rivitalizzazione, per il rilancio di territori depressi, critici, inerti attraverso l’arte e la cultura, ma soprattutto attraverso un’idea contemporanea della montagna, lontana dagli stereotipi e da una visione contemplativa.
La mostra collettiva che ha aperto il programma estivo a Casso, (fino all’8 settembre 2013) è dedicata al tema della natura contemporanea e comprende opere di Francesco Ardini, Pierpaolo Febbo, Gianni de Val, Aron Demetz, Andrea Grotto, Alessandro Pagani, Emmanuele Panzarini, Mario Tomè, Alessandro Roma, Cosimo Terlizzi, Lucia Veronesi e Davide Zucco. Perno dell’allestimento un quadro inedito di Camille Corot, inaspettatamente rinvenuto in una soffitta in Val Cellina.
Gli artisti selezionati confrontano la tradizione iconografica e letteraria delle Dolomiti con lo sguardo critico dell’oggi, parlando di creazione in quell’immaginario che è solitamente riferito solo alla contemplazione.
Nel 2011 l’obiettivo di Dolomiti Contemporanee era quello di rendere nomadica l’esperienza iniziata a Sass Muss, ampliando la sua rete e dialogando con diverse realtà: a due anni di distanza il progetto continua a proiettarsi in avanti, verso altre regioni, verso nuove visioni.
Dotato di cultura strategica, grazie anche ad un network extraterritoriale che mette in rete altre esperienze che si occupano di arte contemporanea ad «alta quota» per una politica a livello globale, Dolomiti Contemporanee è la riprova di come l’arte può essere stimolo all’analisi e all’utilizzo del territorio attraverso un approccio produttivo, fornendo nuove immagini e politiche di riattivazione in luoghi periferici e in abbandono.
«Le Dolomiti sono uno stato mentale – afferma il curatore Gianluca d’Incà Levis  - e il compito infinito del contemporaneo, inteso come categoria poetico-analitica, spazio dello slancio ideativo, e non come aggettivo temporale, piuttosto come alpinismo, potremmo dire, è quello della ricerca, dell’esplorazione, che riconosciamo quale pratica verticale. La dimensione dell’arrampicata per riaprire luoghi fermi e combattere la stasi».

La scalata verticale di Dolomiti Contemporanee prosegue verso il 2014.

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