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La Cultura al banco di prova. Non può restare neutrale

  • Pubblicato il: 21/02/2017 - 13:01
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Redazione

“La cultura veicolo di sviluppo”. Quante volte abbiamo sentito e letto questa frase negli ultimi cinque anni. Così abusata da apparire slogan da evitare, ma domenica 19 febbraio è stata titolo dell’articolo su il Sole 24 Ore a firma dell’economista della cultura PierLuigi Sacco, che ha generato sul web un fiume di consensi. Gli addetti ai lavori si riconoscono in questa visione. Forse, come indica l’autore, oggi i tempi sono maturi per dar corpo a questa affermazione, complici molti fattori tra cui un grande movimento di rigenerazione dal basso e gli investimenti di numerose imprese e fondazioni, senza nulla togliere alla stagione riformista del Ministro Franceschini con l’esperienza positiva di Mantova Capitale italiana della Cultura, “l’avvio promettente di Pistoia 2017 e l’entusiasmo sulla scelta di Palermo per il 2018, città mosaico, espressione di mondi diversi. “E' sempre più evidente come i grandi eventi (..) la cultura estranea al tessuto sociale e civile della comunità locale debbano cedere il passo a un ecosistema – piuttosto che a un settore - in cui le varie dimensioni siano interdipendenti”.

Come ha affermato Stefano Baia Curioni, presidente della commissione designatrice, introducendo la premiazione, «La Capitale italiana della cultura non è un concorso di bellezza», neanche un muscolare confronto tra potenze, una gara di spending, ma il riconoscimento di “capacità di visione e di progetto, di trasformare la cultura in carne, sangue e futuro, in cittadinanza […] che dipende dall'equilibrio che tiene insieme diverse componenti di un progetto: tradizione e innovazione, cultura e sviluppo, identità e accoglienza, insomma, passato e futuro». Ritornando a Sacco, ci par di essere a casa, leggere uno dei numeri degli ultimi due anni del Giornale delle Fondazioni, in cui ci siamo battuti per ascoltare e restituire “una concezione della cultura che permetta di affrontare alcuni temi cruciali delle politiche del nostro tempo: welfare e invecchiamento attivo, sostenibilità socio-ambientale, lifelong learning, coesione sociale e dialogo interculturale (…), musei che non siano quindi macchine per l’intrattenimento, ma luoghi di capacitazione individuale e collettiva, piazze del sapere”. Concetti chiave anche per ICOM che ha presentato ad Atene un progetto internazionale “Migration”, per riflettere sui modi in cui i musei, uscendo dalle risposte reattive a fenomeni emergenziali, possono diventare nel tradurre strategicamente la propria missione, “motori di cittadinanza attiva”, di accoglienza e inclusione rispetto a sfide strutturali, in un momento storico in cui “in un clima di diffidenza e ostilità i valori della diversità culturale rischiano di essere compromessi”, come ci dice Marlen Mouliou, coordinatrice del gruppo di lavoro “I musei non possono restare neutrali”.

Questo e molto altro per stare “nel farsi dell’innovazione” nel nostro numero, a partire dall’effervescenza sistemica della Campania con in testa la Fondazione Donna Regina, il modello della Fondazione di Comunità di Messina che ora è al servizio delle periferie del Sud del Mondo, la volontà di Siracusa di ripensarsi come comunità Educante, la rinascita di Favara per andare a cultura digitale, turismo, società benefit. Buon viaggio in una lettura che adotta per questo numero il simbolo di “Palermo Capitale della Cultura”: la lapide Quadrilingue, custodita nel Palazzo della Zisa, una stele funeraria del 1149, in giudaico, latino, greco e arabo che integra i diversi sistemi di datazione del mondo a conferma della multietnicità della corte di Ruggero II e del rispetto per tutte le religioni e tutti i popoli che abitavano la Sicilia. Una traccia per le energie dell’oggi, oltre “i buoni propositi”.

IN EVIDENZA
Crescere nella ricerca. Da gennaio abbiamo avviato la formalizzazione di nuove partnership. Partiamo dall’esplorazione dello sviluppo della cultura e dei talenti del “Saper fare italiano” con Fondazione Exclusiva, progetto culturale emanazione dell’omonima impresa di successo senza frontiere, “sartoriale”, nel campo del design e dell’architettura d’eccellenza made in Italy, frutto della visione umanistica del chairman, Fabio Mazzeo.
Inoltre, se le fondazioni sono “un patrimonio per uno scopo” come recita la normativa, ogni mese, Classis Capital, società di consulenza finanziaria indipendente, fornirà ai nostri lettori un scenario per gli investimenti per un anno definito “di svolta, denso di incognite ed opportunità”.