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Fondazione Costa Crociere, giovane e doverosamente ambiziosa

  • Pubblicato il: 15/02/2018 - 08:06
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

In parallelo al lancio del censimento 2018 delle fondazioni italiane, in collaborazione con Assifero da febbraio iniziamo una serie di interviste per fotografare e raccontare la realtà delle fondazioni d’impresa operanti in Italia.
Come racconta Davide Triacca, Segretario Generale della Fondazione Costa Crociere, per una fondazione basilare è la capacità di valorizzare il legame con l’azienda madre per massimizzare l’impatto dei suoi progetti.


Per approfondire il percorso di Fondazione Costa Crociere intervistiamo Davide Triacca, 33 anni, Segretario Generale da giugno 2017 e in precedenza responsabile dei programmi dell’ente, arrivato a Genova dopo un percorso di specializzazione sui temi dell’ambiente e delle energie rinnovabili in Gran Bretagna e un’esperienza nella fondazione Centro per un futuro sostenibile presieduta da Francesco Rutelli.
 
Come nasce la Fondazione Costa Crociere?
La fondazione è operativa dagli inizi del 2015, quindi è ancora quasi una start up.
La sua creazione è il risultato di un cambio di management: dopo il disastro della Concordia del 2012, la compagnia ha cambiato la sua classe dirigente. Il nuovo amministratore delegato, il tedesco Michael Thamm, ha voluto creare una fondazione con l’idea di superare il classico approccio del sostegno economico a progetti di grandi realtà non profit.
 
Com’è composto il team?
Si tratta di una struttura leggera di 4 persone provenienti sia dall’azienda che dall’esterno. Il CdA è formato da 6 membri interni (tutte figure apicali tra cui l’AD dell’azienda)e da 6 esterni (figure tecniche, specializzate in settori come la CSR, la sostenibilità e l’education).
 
Quale sono gli economics della fondazione?
Le fondazioni devono essere delle case di vetro.
Come si potrà leggere dell’Annual Report che uscirà il prossimo marzo, l’87% del budget della fondazione deriva dall’azienda, che ad oggi ha investito circa 3,5 milioni di euro. Il 9% da campagne che hanno coinvolto gli ospiti di Costa Crociere. Il 4,5% dai dipendenti attraverso il 5x1000. Il restante 1,5% da donazioni di partner commerciali.
Dal punto di vista economico-finanziario il nostro obiettivo a tendere è diversificare le fonti di finanziamento esterne, mantenendo l’investimento aziendale.
 
Quale è il metodo con cui la fondazione ha deciso di lavorare?
Vogliamo portare l’approccio business oriented nei due settori chiave della nostra attività: l’ambiente e le persone.
La nostra missione è promuovere il miglioramento sociale e ambientale delle comunità italiane condividendo il nostro accesso privilegiato alle risorse di Costa Crociere e dei suoi partner.
La forza della fondazione risiede nell’ampio spettro di risorse cui possiamo attingere, da personale di bordo e di terra altamente competente a una fitta rete di fornitori, partner aziendali, pubbliche autorità, contatti con i media e agenzie di viaggi.
Per partecipare ai nostri bandi i progetti devono avere delle caratteristiche precise: essere innovativi nel processo, prevedere l’auto-sostenibilità economica ed essere in grado di valorizzare gli asset non finanziari. Quest’ultimo criterio è un’unicità che caratterizza la nostra fondazione.
 
Quali sono le aree di intervento su cui state lavorando? E i relativi investimenti?
Il piano d’azione della fondazione è indirizzato verso due aree: il sociale e l’ambiente.
All’ambito sociale, in cui l'investimento medio annuo nei 3 anni di vita della fondazione è stato di circa 600 mila euro, fanno capo 18 progetti dedicati a persone in situazioni di fragilità come le donne vittime di violenza e i giovani NEET. Rientrano in questa area anche una serie di progetti assistenziali che abbiamo ereditato e che sono strettamente legati al territorio ligure (servizio di mensa, tetto permanente, aiuti di prima necessità, sostegno psicologico e legale).
L’impegno nel settore ambientale è focalizzato su 4 progetti su cui investiamo ogni anno 250mila euro. Il focus è il mare.
 
Ci racconta il progetto più innovativo per ciascuno dei due settori?
 
Nell’ambito sociale un bell’esempio è il social bistrò aperto da Roma, un progetto di formazione di alta cucina rivolto ai giovani ma anche vero e proprio ristorante in cui abbiamo coinvolto chef e fornitori aziendali. Per renderlo sostenibile e sfruttare le opportunità offerte dall’azienda madre, al social bistrò invitiamo a mangiare i crocieristi delle navi Costa Crociere che si fermano a Roma per la giornata. Questo è anche un modo per offrire al cliente un punto di vista differente sull’azienda.
 
Per il settore ambientale, nel 2016 abbiamo avviato 3 progetti multiregionali finalizzati alla riduzione della plastica nel mare attraverso azioni di sensibilizzazione.
Nel 2017 è partito Guardiani nella Costa che è oggi la più importante esperienza italiana di citizen science (la scienza fatta dal basso, fatta e condivisa dai cittadini) in collaborazione con organizzazioni no profit, esperti di biologia marina e di tecnologie per l’ambiente.
La proposta fatta alle scuole (classi terze, quarte e quinte di oltre 200 scuole superiori) è “adottare” un tratto di costa da monitorare per creare una “fotografia ambientale” che permetta di valutarne i cambiamenti nel tempo.
L’obiettivo del progetto è far comprendere ai giovani l’unicità e la fragilità del patrimonio naturalistico delle coste italiane, per renderli più sensibili e responsabili nei confronti dell’ambiente marino.
Con l’ausilio delle tecnologie informatiche, docenti e studenti hanno accesso a contenuti didattici scientificamente rigorosi spiegati con un linguaggio per non esperti. I ragazzi alternano allo studio anche attività di campo, per effettuare rilevamenti sulla “loro” porzione di litorale.
Le azioni di monitoraggio sono facilitate dall’uso di una applicazione gratuita per dispositivi Android e iOs, appositamente realizzata, che contiene anche un archivio di immagini-guida per il riconoscimento degli organismi marini e della vegetazione litoranea.
Nei percorsi di educazione ambientale abbiamo coinvolto finora oltre 600 studenti di 34 scuole. Grazie al successo del progetto, nell’ultimo periodo le istituzioni scolastiche ci hanno chiesto di avviare anche dei progetti di alternanza scuola-lavoro.
 
Esistono anche progetti di dimensione internazionale?
Lo scorso anno abbiamo avviato un progetto nelle Filippine, da cui arrivano molte delle persone che fanno parte degli equipaggi delle navi, un paese che vive una fase di grande sviluppo ma che ha anche forti disparità socio-economiche.
Per contrastare l’abbandono scolastico, con il progetto Buongiorno Filippine, benvenuto futuro offriamo ogni anno a 500 bambini tra i 7 e i 18 anni delle micro borse di studio per continuare ad andare a scuola, cercando di colmare i bisogni di ciascuno studente. Ai più bravi (50 all’anno) offriamo l’accesso a corsi di formazione altamente professionalizzanti di 6-9 mesi nel settore dell’ospitalità (cucina, housekeeping, ect…) oltre che opportunità di lavoro all’interno di Costa Crociere o in altre realtà.
 
Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
Quest’anno vogliamo affrontare il tema dell’accessibilità nel settore del turismo. Grazie alla specificità di Costa Crociere, i progetti della fondazione possono godere di un bacino potenziale di clienti molto amplio. Le crociere offrono inuguagliabili occasioni di contatto, comunicazione e sensibilizzazione con un alto numero di stakeholder, 24 ore per 7 giorni. Questa è un’unicità che va valorizzata.
 
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