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Dai Francescani agli Straccioni, da caserma a Scuola di alti studi

  • Pubblicato il: 17/06/2013 - 15:00
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Interni del convento

Si è concluso il restauro del Complesso conventuale di San Francesco, acquistato prima dal Comune di Lucca, poi, nel dicembre 2010, interamente rilevato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Dopo la fase di indagini preliminari, avviata nel 2010, i lavori sono iniziati nel 2011 su progetto e direzione dell’architetto Stefano Dini, con il coordinamento generale di Franco Mungai, responsabile tecnico della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, con opere edili realizzate dalle imprese Giunta Sauro di Capezzano e Fabio Francesconi. Il fine dell’intervento, svolto in costante dialogo con la Soprintendenza ai Beni Architettonici, è stato quello di operare una rilettura dell’impianto conventuale di San Francesco, rispettandone la natura storica e recuperando spazialità e percorrenze interne, insieme all’originaria organizzazione degli edifici. Il convento si estende su una superficie di oltre 12mila metri quadrati, articolata in tre chiostri, un cortile e spazi verdi, destinati ad ospitare l’IMT Alti Studi Lucca (un istituto universitario statale a ordinamento speciale, che si struttura al tempo stesso come Alta Scuola Dottorale, come Istituto di Studi Avanzati e come Istituto di Tecnologia), con relativo Campus. Parte dei percorsi dei chiostri restano aperti al pubblico e negli ambienti annessi all’abside della chiesa viene allestito un piccolo museo archeologicodove saranno esposti i risultati della campagna di scavi. Da questi scavi, e da oltre 5mila saggi stratigrafici, sono emersi frammenti di apparati decorativi di notevole pregio che hanno consentito di ricostruire la storia del Complesso dagli anni della sua fondazione.
Il primo cantiere del convento risale al 1232 e già nel 1253 si hanno le prime testimonianze della ripresa dei lavori per l’ampliamento e/o ricostruzione del complesso, proseguiti fino alla fine del XIII, inizio del XIV secolo. La struttura architettonica della chiesa di San Francesco, a aula unica, senza transetto, che si conclude in tre cappelle absidali, corrisponde alla tipologia dell’architettura mendicante in uso in Toscana in quel periodo. Alla metà del Trecento risale laCappella di Santa Lucia, fatta edificare da Francesco di Bartolomeo Guinigi come cappella privata e funeraria per i membri della propria casata, sia maschili che femminili.
La campagna di scavi promossa dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana e i successivi studi antropologici e paleopatologici condotti dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa sulle sepolture rinvenute, hanno portato alla scoperta di tre tombe femminili con probabili resti delle tre mogli di Paolo Guinigi: la terza fu Ilaria del Carretto, per la quale il marito fece realizzare da Jacopo della Quercia il celebre sarcofago nella Cattedrale di San Martino (1406-1408). Con il passaggio del Convento all’Osservanza francescana, nel 1454, voluto fortemente dalla cittadinanza, ci fu un vero e proprio rifiorire del complesso; testimonianza ne è la realizzazione del terzo chiostro. Nel 1531 gli artigiani tessili decisero di radunarsi qui, dando poi vita al Tumulto degli Straccioni. Nel corso del XVII secolo gli altari della chiesa furono progressivamente rifatti e l’aspetto attuale risale a quel periodo. Le finestre a bifora si devono invece a un restauro del 1844, e a partire dal 1862, con l’Unità d’Italia, il convento fu trasformato in caserma e la chiesa in magazzino. Soltanto ai primi del Novecento la chiesa fu riaperta al culto e i francescani ripresero possesso degli ambienti conventuali (eccetto la porzione chiamata «Stecca» adibita a caserma) che hanno poi definitivamente lasciato nel 2003. I costi dell’operazione ammontano a circa 29 milioni di euro, di cui 7,3 per l’acquisto degli immobili (4,7 al Comune e 2,6 ai privati per gli edifici adiacenti al Comples so conventuale).
Fondato nel 2005 per promuovere la ricerca scientifica italiana (ma con insegnamenti svolti tutti in lingua inglese), l’IMT, attualmente diretto da Alberto Bemporad, nasce da un partenariato tra quattro università, Politecnico di Milano, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università degli studi di Pisa, LUISS di Roma e la Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca. L’istituzione è supportata dal Comune e dalla Provincia, dalle locali fondazioni Cassa di Risparmio e Banca del Monte, dalla Camera di Commercio e dall’Associazione degli Industriali della provincia.

da Il Giornale dell'Architettura, edizione online, 13 giugno 2013