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CULTURA E TURISMO: L’EMILIA ROMAGNA E IL SISTEMA PAESE

  • Pubblicato il: 14/01/2015 - 16:57
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Articolo a cura di: 
Roberta Bolelli

«E’ un momento difficile per l’Europa, ma bisogna guardare avanti e soprattutto riprendere il cammino dello sviluppo economico, che può essere il valido antidoto alle spinte estremiste», lo afferma.  Dario Franceschini, ministro dei beni culturali, che è intervenuto il 9 gennaio scorso presso la Sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio di Bologna alla tavola rotonda «Cultura e Turismo: l’Emilia Romagna e il Sistema Paese». «L'Italia – dice - deve investire su se stessa e sulla sua bellezza, cosa che il mondo ci invidia e che è la carta più importante di un Paese che è la meta turistica più desiderata dalla Cina agli Usa, ma dobbiamo crederci. Ritengo sia stato un delitto non aver investito a sufficienza su questo fronte in passato. Il Paese ha un patrimonio culturale straordinario ma non ha saputo in modo altrettanto efficace investire su di esso", tuttavia "in questi 10 mesi abbiamo cercato di rompere qualche tabù dovuto a ragioni ideologiche, a pigrizie e all'abitudine in Italia di dividersi tra Guelfi e Ghibellini»

Franceschini ha citato i risultati della modifica al sistema delle tariffe d'ingresso nei musei, ricordando l'opportunità delle prime domeniche del mese gratuite. «Ci sono stati numeri incredibili anche nei mesi invernali quando i musei hanno meno visitatori e l'ultima domenica di dicembre ha fatto 311 mila visitatori» ha rimarcato, ribadendo che «in un momento di crisi i dati 2014 rispetto al 2013 segnano incrementi molto importanti: a livello nazionale: 2,4 milioni di visitatori in più, aumentati anche gli ingressi a titolo gratuito e gli incassi». Poi il recente bando per la direzione di 20 istituzioni museali, con l’obiettivo di dare appeal a un settore troppo burocratizzato e quindi, spesso, di scarso supporto al turismo e all’immagine del made in Italy. «Adesso portiamo avanti – sottolinea  - la sfida con la selezione internazionale dei direttori dei più grandi musei nazionali e sono sicuro che per dirigere musei come gli Uffizi o Brera o Capodimonte, così come altri nostri luoghi di straordinaria bellezza, faranno a gomitate in tutto il mondo”. E ha lanciato una ricetta: “l’Emilia Romagna è indietro sul turismo d’arte – ha detto Franceschini. La strada è offrire al mondo un sistema unico di città d’arte, non farsi concorrenza a vicenda. Questa regione ha potenzialità enormi, bisogna investire meglio».

E la candidatura dei Portici di Bologna a patrimonio dell’Unesco (della quale, dopo l’intervento dell’Assessore bolognese Lepore, è stato proiettato un video di presentazione con l’intervento di testimonials bolognesi e internazionali) «Un’avventura difficile, una proposta molto competitiva». Franceschini si fa sostenitore della candidatura a margine della tavola rotonda in Archiginnasio, precisando che «l’Italia, essendo un paese con il numero più alto di siti Unesco, ha un tetto massimo. Ma l’unicità e straordinarietà dei portici bolognesi li rende molto competitivi».

Poco prima il nuovo Assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, aveva sottolineato l’obiettivo della nuova Amministrazione Regionale «di portare nei prossimi anni il PIL del turismo dall’8,7% di oggi al 10%». Serve quindi “un cambio di passo”. E ha annunciato tra le novità la «riforma della legge regionale n. 7/1998 sull’Organizzazione turistica regionale: “non dobbiamo più concentrarci solo sul prodotto, ma passare al concetto di area vasta e di marketing territoriale” per cui fondamentali sono “i fondi europei per la riqualificazione dell’offerta turistica, in particolare i 38 milioni di euro sull’Asse V (Interregionalità e Transnazionalità) e i 120 milioni per la competitività delle piccole e medie imprese».

E i sindaci? Andrea Gnassi, di Rimini, presidente della commissione turismo dell’Anci (l’Associazione dei Comuni) ha richiamato come segnale critico la perdita di ben tre posizioni dell’Italia nel Country Brand Index, dalla 15.a alla 18.a nel giro di tre anni, pur rimanendo in testa per appeal il viaggio in Italia. Il Paese deve investire su assi strategici come cultura e turismo trattandoli come assi di una politica industriale, considerato anche che il turismo rappresenta oltre il 4% del nostro PIL e dà lavoro all’11% degli occupati. E’ necessario passare dai «mille campanili fai da te” a un sistema. Il decreto Franceschini segna un cambio di marcia per valorizzare i nostri giacimenti, ora occorre che questi giacimenti producano economia, sviluppo e posti di lavoro». Nei prossimi anni viaggeranno 2 miliardi di persone. E’ questa la cifra su cui dobbiamo posizionarci per capire come rilanciare il turismo in Italia. Chi si muoverà sarà sempre più un city user, un «cittadino temporaneo” che sceglierà sulla base dell’offerta complessiva delle diverse destinazioni». Su questo terreno e su una grande operazione di “rigenerazione urbana” si giocherà la competitività dell’Italia.

Virginio Merola, Sindaco di Bologna, da parte sua ha sottolineato con soddisfazione che sul turismo iniziano a vedersi i risultati: “in città abbiamo un aumento di turisti del 5% ogni anno e un incremento del 16% di stranieri. Nel 2014 le presenze di visitatori hanno toccato i 2,2 milioni, con positive ricadute su tutto il sistema regionale”. Del quale Bologna è una importante porta d’accesso e negli ultimi tre anni ha fatto importanti passi avanti nei flussi turistici, divenuti un segmento importante dell’economia. Oggi la “città metropolitana” - di cui Merola è divenuto, grazie alla riforma, Presidente – apre una nuova stagione, nuove prospettive e nuove sinergie, sulle quali non è mancato un invito ad un lavoro e una collaborazione comune.

Le risorse sicuramente pubbliche ma anche private. E in questo ambito una sperimentazione di successo è stata per Bologna l’operazione di crowfunding per San Luca che ha portato a quasi 340.000 euro e 7.111 sostenitori.

Anche Matteo Lepore, assessore all’Economia e Promozione di Bologna e coordinatore della tavola rotonda, ha sottolineato il forte impegno in questo ambito sviluppato dal Capoluogo emiliano, che ha più che triplicato le risorse investite nel turismo (fino a poco tempo fa meno di 300 mila euro e oggi quasi un milione). Con al centro la promozione turistica della “città metropolitana”, per i prossimi tre anni gestita in modo integrato da Bologna Welcome, vincitrice di un bando da 4,2 milioni di euro. Mettendo insieme «la capacità di innovare e di creare partnership» con alcune priorità: la creazione di una «Food Commission», l’alleanza con l’Aeroporto per promuovere Bologna negli hub esteri, il turismo digitale.

Lo sviluppo del turismo in Emilia Romagna – richiamato da Merola, ripreso da Massimo Maisto, Vice Sindaco di Ferrara con delega al turismo e condiviso da Cristiano Casa, Assessore al Turismo del Comune di Parma e Tommaso Rotella, Assessore al Turismo del Comune di Modena - richiederà quindi maggiore consapevolezza per strutturare una politica “industriale” del turismo in tutta la sua filiera: dagli investimenti nella ricerca e sviluppo, agli strumenti di aggregazione di impresa, all’innovazione di prodotto e di processo e alla sua commercializzazione.

Con azioni concrete e liberando energie giovani, moltiplicando l’offerta turistica, qualificando l’ospitalità con nuove professionalità, attraverso nuove scuole, promuovendo l’eccellenza italiana nella regione, con l’obiettivo di aumentare l’occupazione e il PIL regionale a beneficio della qualità della vita delle comunità locali.

 

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