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Cultura e montagna da una nuova prospettiva: Cuneo si candida a Capitale Italiana della Cultura 2020

  • Pubblicato il: 15/10/2017 - 20:00
Autore/i: 
Rubrica: 
PAESAGGI
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli

Il capoluogo piemontese è tra le 31 candidate a Capitale della Cultura 2020. Si presenta con una programmazione di area vasta,  con l’obiettivo di promuovere una identità collettiva intorno al vivere la montagna e i suoi territori proiettandola nella cultura del nuovo millennio. E lo fa  attraverso un processo partecipato.“Con questo percorso – afferma l’Assessore alla Cultura Cristina Clerico – intendiamo promuovere un laboratorio per una riflessione collettiva volta a preservare la qualità della vita e il benessere dell’essere umano (…)  creando  consapevolezza sul (…) nostro modello di sviluppo, in rispettoso dialogo con l’ambiente naturale”.
 

 
Trentuno le città che si sono candidate come Capitale italiana della Cultura 2020. La città prescelta riceverà dal Governo un contributo di un milione di euro per la realizzazione del progetto. Le candidature sono all’esame di una giuria di sette esperti che il 15 novembre annuncerà le dieci finaliste ammesse al colloquio. La decisione finale sarà resa nota il 31 gennaio 2018. Su queste colonne avviamo un percorso di ascolto per comprendere le strategie di sviluppo locale a base culturale delle città candidate. Percorsi che, a prescindere dall’esito della candidatura, come si legge in molti territori, hanno innescato processi generativi, di discontinuità, che partono dalla la messa in rete delle  risorse in campo, su visioni di futuro, imprenditorialità inedite, cittadinanza attiva, al di là dell’evento.
In questo numero offriamo la lettura di Cuneo, che si presenta con una progettualità di area vasta che, partendo dal paesaggio naturale, dalla montagna va ad abbracciare la pianura, coinvolgendo numerose città chiave per le risorse culturali e Parma che sceglie come via di sviluppo la strada dei Distretti tematici.
 
Cuneo 2020 è una prospettiva nuova sulla città e sul suo territorio: la candidiamo a Capitale italiana della Cultura, superando la ritrosia storica a esporci che ci connota e cogliendo la sollecitazione pervenuta, nella scorsa primavera, dal Comitato promotore. Il cuore pulsante del progetto è il territorio: dalla ‘nostra’ montagna, atavico canale di comunicazione con la vicina Francia, alle città di Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano, nonché ad importanti partner quali la Fondazione CRC, l’ATL del Cuneese, la Camera di Commercio e la Fondazione ARTEA, il cui direttore Alessandro Isaia è anche project manager della candidatura. Tutti  hanno accettato con entusiasmo di lavorare in squadra mettendo a disposizione le proprie competenze e professionalità”. In queste parole del sindaco di Cuneo, Federico Borgna, sono contenutel’essenza e la peculiarità che contraddistinguonola candidatura del capoluogo a Capitale italiana della Cultura, con il dossier fortemente programmatico “Cultura e montagna da una nuova prospettiva”.
 
E’ solo all’apparenza inatteso che un territorio caratterizzato da domanda culturale e livelli di istruzione relativamente bassi e da una grande frammentazione del patrimonio e degli operatori culturali, si proponga come capitale italiana della cultura e lo faccia con un progetto che si presenta significativo, la cui portata è ben rappresentata dai numeri. Sono coinvolti: un capoluogo di provincia e tutte le 4 principali città dell’area vasta che comprende il 70% della provincia, 157 comuni e 400.000 abitanti; oltre 80 enti e istituzioni, espressione di tutti i comparti, culturale, economico, sociale, locali ma anche d’oltralpe ed europei; 45 eventi culturali già strutturati, tra cui tutti i principali, che hanno scelto di lavorare di corcerto insieme a nuove e innovative programmazioni per realizzare un calendario di circa 60 eventi destinato ad essere ampliato. Un palinsesto che sarà affidato ad un Comitato Artistico composto da soggetti qualificati e rappresentativi nell’ambito delle arti visive, performative, letteratura e innovazione culturale.
 
Dalla seconda metà del 2016 alla primavera 2017 si è consolidata la “comunità” tra i moltissimi operatori del comparto cultura che ha espresso la propria voce attraverso gli Stati Generali della Cultura del Cuneese. Animati da oltre 80 partecipanti, tra istituzioni, fondazioni, operatori culturali e privati cittadini, ha dato vita a un Manifesto programmatico conclusivo, con cui si esprime la forte volontà di “ripartire dalla cultura” ripensando la relazione con la domanda e sviluppando il comparto culturale in chiave sempre più professionale, con nuovi strumenti.
In questa fase e per la strutturazione della rete, è stato fondamentale il ruolo della Fondazione Artea, ente voluto dalla Regione Piemonte per sostenere lo sviluppo e promuovere l’innovazione culturale.
 
A fine 2016 sono stati riavviati anche i lavori del Piano Strategico Cuneo 2030, un percorso su scala urbana-territoriale che disegna le tappe di sviluppo della città e del suo territorio attraverso un processo partecipato.
Nel gennaio 2017 il Comitato Promotore della candidatura, composto da cinque cittadini operanti nel settore culturale, inizia a lavorare immediatamente sulle relazioni e presenta la proposta al Comune di Cuneo.
Oggi il Comitato stesso è espressione della rete. Vi hanno aderito oltre a Cuneo le Città di Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano, la Provincia di Cuneo, la Fondazione Artea, l’ATL del Cuneese - Valli Alpine e Città d'Arte, la Camera di Commercio di Cuneo, Confindustria Cuneo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
 
La sfida è ora applicare i modelli di innovazione culturale per innescare, attraverso questa chiave di lettura, un rilancio, anche in ambito economico e sociale.
Un primo risultato fondamentale del percorso è aver portato i suoi attori a interrogarsi su quale possa essere l’apporto del comparto culturale in chiave strategica per un’area periferica. Per rispondere è stato necessario ripartire dalle componenti fondamentali dell’identità e dagli atouts che rendono unico il territorio, riconoscendo così come la montagna e l’ambiente naturale intatto sono la chiave di lettura.
Cuneo è cinta da montagne autentiche e ancora selvagge. Attorno al Monviso si estende la prima area MAB-UNESCO transfrontaliera. La città stessa è circondata da un parco naturale che coinvolge 10 comuni.
La montagna ha influenzato la storia e la cultura: Celti, Liguri, Longobardi, Marchesato di Saluzzo, Savoia, Resistenza. Anziché rappresentare una barriera ha creato comunità aperte: identità Occitana e Provenzale, antiche vie del sale, degli acciugai, dei cavié, dando origine a un territorio che ha nell’export uno dei suoi punti di forza. Ha generato comunità che a meno di 40 km dalla Francia integrano quasi il 10% di residenti di origine straniera e da 20 anni sostengono progettualità transfrontaliere.  Ha cadenzato i ritmi e le abitudini creando un contesto che esprime alti livelli di qualità della vita. Ha forgiato i valori e rappresenta oggi un punto di forza che permette di mantenere salde le relazioni con lo spazio naturale e tra le persone, relazioni che sono l’essenza del benessere dell’essere umano.
La montagna è quindi emblema dell’identità ed è stata scelta per connotare la città e l’area vasta come luogo in cui benessere e relazioni sono valori fondanti.
 
Afferma l’Assessore alla Cultura Cristina Clerico “L’obiettivo (…) è creare consapevolezza sulla nostra identità e sul nostro modello di sviluppo, in rispettoso dialogo con un ambiente naturale di grande pregio, come il nostro”. Ci si rivolge quindi ai cittadini stabili e temporanei.  Non è ancora diffusa la percezione di questi valori come punti di forza per lo sviluppo futuro”.
 
A partire da questo la candidatura si pone altri tre obiettivi sinergici: accrescere la domanda culturale, con un impegno mirato all’audience development; sviluppare quell’atmosfera creativa che ancora manca e che sarà fondamentale per sostenere lo sviluppo economico e sociale nei prossimi anni e dovrà permeare tutto il tessuto produttivo; sostenere la crescita attraverso il confronto, all’interno, con i residenti di origine italiana e non, ed all’esterno con i cittadini temporanei e con il dialogo transfrontaliero e transnazionale. Forte è la componente di lavoro con i francesi oltralpe e a livello internazionale con Galway, che sarà capitale europea della cultura nel 2020 e presenta affinità per vicinanza ad un ambiente naturale intatto e di pregio, l’oceano, e minoranze linguistiche.
 
Per trasformarsi in laboratorio di futuro la candidatura affida al Comitato Artistico il compito di far riflettere la comunità su alcune leve del cambiamento trasversali agli obiettivi: quali siano le determinanti della qualità della vita, alternativa al Pil come parametro di benessere; come interpretare e saper scegliere tra le opportunità offerte dalle tecnologie privilegiando i veri bisogni dell’essere umano; come attivare comunità che attraverso un dialogo multidisciplinare con gli attori della coesione sociale sappiano anticipare il cambiamento; come dare concretezza alle potenzialità di questa identità in ambito turistico ed enogastronomico rispondendo albisogno di un ambiente intatto e relazioni umane, verso una visione ancestrale ed esperienziale di cittadinanza temporanea, in cui l’aspetto da ricordare e raccontare sono le emozioni vere e ritrovate.
 
La volontà è sostenere così lo sviluppo turistico, ma in generale produttivo e sociale, per continuare a esser luogo di benessere e quindi di alta qualità della vita vivendo la montagna come scelta.
Il percorso è pienamente inserito nel solco tracciato dalle politiche europee sul tema dell’innovazione culturale ed ha portato a strutturare una rete che è essa stessa un risultato importantissimo. Con un calendario che grazie agli eventi esistenti coinvolti nella candidatura mette in campo oltre 6,5 ml. di risorse ogni anno è  risponde alle sollecitazioni che nel 2018, Anno Europeo del Patrimonio Culturale, invitano a mettersi all’opera sul tema del cultural heritage europeo.

 
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