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Cosa sarebbe stata la cultura piemontese senza la Fondazione CRT?

  • Pubblicato il: 06/01/2012 - 01:44
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Fulvio Gianaria

Torino. Due volumi promossi dal Comitato dedicato alla memoria di Giorgio Giovando, lo storico direttore prima e presidente poi di Banca CRT-Cassa di Risparmio di Torino, ripercorrono la storia della Banca confluita in UniCredit e i vent’anni della  Fondazione CRT, nata nel 1991 dall’evoluzione legislativa che ha scisso l’attività bancaria dall’azione solidaristica. Espressione delle «libertà sociali organizzate», del «secondo welfare», tra le più qualificate a livello nazionale, la Fondazione CRT, riallacciandosi alle radici ideali dell’attività svolta per oltre 150 anni  dalla banca conferitaria, è diventata polo di aggregazione delle altre Casse di Risparmio Piemontesi, promuovendo sinergie progettuali attraverso l’Associazione che le riunisce.
Il volume dà conto della strategia  d’investimento nella cultura  che, con la creazione dell’ente strumentale della Fondazione per l’arte moderna e contemporanea, nei suoi primi dieci anni  ha operato per far diventare il sistema Torino  un interlocutore di crescente rilevanza nel panorama internazionale della cultura contemporanea.
Attraverso l’analisi dei dati e dei processi, il capitolo dedicato agli investimenti culturali, affidato all’avvocato Fulvio Gianaria, Presidente della Fondazione per l’Arte della Fondazione CRT, e all’economista della cultura Walter Santagata, traccia il profilo storico, ma soprattutto esplorate le linee programmatiche future.
Erogazioni in arte, attività e beni culturali, prima categoria nell’entità degli investimenti che dal 1994 al 2010 toccano 348.640.561 euro, pari al 35,6% del monte disponibile. E nel 2010, pur in presenza di una riduzione in valori assoluti rispetto al periodo precedente, la percentuale di investimento nel settore ha raggiunto il suo picco storico del 39,71%.
La prima modalità di azione fa riferimento al sostegno allo sviluppo di iniziative in collaborazione con i portatori di interessi locali, quali la Fondazione Torino Musei, la Fondazione Teatro Regio, la Fondazione Maria Adriana Prolo-Museo Nazionale del Cinema, la Fondazione Teatro Stabile, il Castello di Rivoli, la Fondazione del museo delle Antichità Egizie.
Un intervento che si sta sempre più orientando verso una promozione della cultura del territorio, attraverso un incremento del senso di partecipazione e di  progettualità di lungo respiro. La selezione dei progetti non si limita più a una scelta ex post delle idee provenienti dal mondo della cultura.  Ne sono prova l’incremento dello strumento del bando che con chiarezza e trasparenza degli obiettivi, favorisce la crescita della cultura del progetto e l’iniziativa diretta della Fondazione CRT, che identifica potenziali oggetti d’intervento e ne regola l’organizzazione. Un esempio è dato da «Città e Cattedrali», il progetto forse più noto, di recupero e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di 18 Cattedrali, in collaborazione con le Diocesi, le Soprintendenze, la Direzione Regionale del MIBAC e la ARCUS.
Ma è la più recente evoluzione programmatica della Fondazione CRT che la colloca come un unicum: l’approccio della venture philantropy, uno stile d’intervento che non ha radici unicamente congiunturali, anch’esso fondato sul principio della partecipazione, per rendere l’organizzazione finanziariamente autosostenibile, alla fine del periodo di assistenza. Cinque i principi dell’intervento: finanziamenti a lungo termine, costruzione di capacità e infrastrutture, attenzione ai risultati, investimenti nelle persone e nei leader, coinvolgimento partecipativo.
Una fondazione attrezzata istituzionalmente e operativamente a prendere parte attiva alle decisioni che riguardano il progetto di territorio.
Grazie alla Fondazione CRT il settore dell’arte della cultura in Piemonte, soprattutto nel patrimonio e nell’arte contemporanea, si è mosso verso la creazione di un network locale, prodromico alla creazione di quell’atmosfera creativa che superi la conservazione, per stimolare la produzione di nuove idee. E’ questa la vera sfida per il futuro: far vivere e lavorare in città artisti, scrittori, musicisti, uomini di teatro, designer, architetti. Una sfida che apre il prossimo ventennio della Fondazione CRT nella cifra del progetto dell’area postindustriale delle Officine Grandi Riparazioni.

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