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Connecting Philanthropy

  • Pubblicato il: 30/03/2012 - 13:46
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Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
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Como. In un quadro economico devastato dalla crisi, anche i «big» della filantropia istituzionale arrancano e si interrogano su come rispondere al clima di incertezza e valorizzare al meglio le pur scarse risorse.
In che modo? Attraverso la condivisione.
E’ quanto si è discusso durante l’assemblea di Assifero, l’Associazione Italiana Fondazioni e Enti di Erogazione tenutasi lo scorso  22 e 23 marzo a Como.
L’Associazione Assifero, nata nel luglio  2003,  raggruppa  quelle realtà che perseguono la loro missione attraverso l'attività erogativa, tra cui le Fondazioni private o di famiglia, le fondazioni d'impresa, quelle di comunità e gli altri enti erogativi, e opera per incrementarne il numero, la coesione, le risorse ponendosi come punto di riferimento della filantropia istituzionale in Italia.
Obiettivo primario dell’assemblea di Como è stato «aumentare la conoscenza tra gli associati per dare stabili e durature fondamenta alla capacità di condividere visioni, valutazioni, approcci e porre le premesse per possibili relazioni e collaborazioni» spiegano gli organizzatori.
Tra le novità emerse dall’assemblea, oltre alla riconferma di Felice Scalvini al ruolo di presidente e l’aumento del numero dei Consiglieri Nazionali a 18, c’è infatti la volontà strategica di «creare relazioni e socialità per scambiarsi opinioni, progetti e visioni comuni».
Ecco allora che anche Assifero  si apre al 2.0 e presenta la community della filantropia, il social network del privato sociale in Italia.
Una community dove i professionisti del settore possono «fare rete», condividere esperienze e confrontarsi, dando vita a gruppi di discussione. Il social network mette a disposizione degli strumenti per gestire le collaborazioni in modo più efficace, come la condivisione documenti, foto e video, la creazione di gruppi di lavoro, l’elaborazione di wiki e lo sviluppo di calendari e attività in comune.
 
Uno strumento, che al pari dei suoi «fratelli maggiori», intende «twittare» le best practises del terzo settore e diventare  il punto di riferimento per coloro che s'interessano di filantropia, attraverso l’estensione della rete, della qualità dei servizi e della conoscenza.
 
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