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Collisioni Festival: racconti, musica, sfera pubblica e i suoi momenti. Il passaggio dalla teoria alla pratica di una democrazia culturale partecipata. È un sogno o siam desti?

  • Pubblicato il: 18/01/2013 - 01:27
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Gian Gavino Pazzola
Filippo Taricco © Gianfranco Mura

Nato ad Alba, scappato a un destino di avvocato, pasionario della letteratura, cosmopolita, vitale ed esigente: testa per aria e piedi ben saldi a terra. Taricco racconta di un’esperienza che è diventata caso, nato spontaneamente da un comitato di cittadini under 30, persone dallo spirito sanguigno come le Langhe, territorio che guarda oltre il confine non tanto per mancanza o imitazione di qualcosa, ma per volontà e attitudine. Come nel migliore dei racconti a lieto fine, anche «gli albori del festival sono stati avventurosi e complicati perché l’esperienza era volutamente autofinanziata e sostenuta dal contributo della piccola e media impresa privata». Collisioni, infatti, registra per la quarta edizione solo un ottavo del budget da fonti di finanziamento pubbliche.
Ma cos’è Collisioni? È un festival di letteratura, musica e arte che si svolge a luglio di ogni anno per tre/quattro giorni a Barolo, nelle Langhe, e che nel 2013 arriverà alla quinta edizione, durante la quale andrà in scena il 9 luglio l'unica tappa italiana del tour del grande Elthon John.

Nato da un’idea di un gruppo di lettori bulimici, Collisioni differisce dai suoi competitor nazionali per impostazione orizzontale sia dell’organizzazione sia della programmazione. In un territorio che ereditava esperienze importanti come il Premio Grinzane, il sogno di realizzare un momento culturale di alto livello secondo la formula “dalle persone, per le persone» è diventato realtà. Il risultato pare essere superiore alla somma dell’impegno dei singoli, considerando anche che la maggior parte del budget di produzione [sette ottavi] proviene da piccole e medie imprese del territorio.
Una scelta identitaria e progettuale innovativa, dunque, un atteggiamento che rompe gli schemi rispetto al passato e «sussurra all’orecchio dei giovani che ciò che stiamo facendo è qualcosa che gli appartiene», che scardina la logica della cultura come obbligo e costrizione, rilevando una volontà generazionale di mettersi in antitesi ai vecchi modelli elitari. È un motore per certi versi etico, quello che pompa la benzina di Collisioni, sin dalla genesi: l’idea di cultura partecipata, di modernità complessa e raffinata nei contenuti, altro non sono che un modo di vivere la cultura trasversale alle classi sociali e dinamica. Per ammissione di Taricco «è quasi imbarazzante fare un festival letterario al giorno d’oggi, la parola si è ramificata in tanti rivoli della modernità. Il messaggio che stiamo cercando di far passare è: esistono film di qualità narrativa altissima, esistono i romanzi. E spesso sono pure superiori: entrateci in contatto». La miscela tra musica pop e interventi di premi Nobel per la letteratura permette di raggiungere una dimensione di godimento tale che la cultura può muoversi anche concettualmente, e rinnovarsi.
Una cultura di progetto fatta non solo di libri e musica ma anche di numeri, come 2008, anno di nascita dei gruppi di lettura nelle librerie di Alba e di Bra, il seme di tutto, con incontri i mensili che, partendo da giovani, riuscivano a coinvolgere persone di ogni età. La letteratura fu vissuta come un antidoto per contrastare la lettura “fast food”, riscoprire la dimensione intima e generare una catena di conoscenza. Venne quasi fisiologico costruire il nucleo organizzativo del festival. Altro numero importante è 2009, «la prima edizione di Collisioni, realizzata a Novello con il contributo di 150 ragazzi che lavoravano gratuitamente, 15000 presenze e una spesa totale di 10000 euro». Numeri che raccontano un’esperienza insolita e un senso di responsabilità alto: nacque l’associazione culturale che tutt’oggi promuove una rassegna annuale di letteratura su Alba, Bra e città limitrofe e il Festival Collisioni. L’associazione vive su base volontaristica e, nell’edizione 2012, 500 sono stati giovani volontari provenienti da tutta Italia. In tre giorni e mezzo si sono toccati i centomila spettatori, numeri importanti per le Langhe a livello turistico, geografico ed economico. Il programma scientifico nasce da una rete informale d’intellettuali e professionisti che, gratuitamente, mettono a frutto le conoscenze personali per realizzare un manifesto organico. Collisioni sono soprattutto dialogo tra discipline, linguaggi e tra singoli, ognuno determinante e influente poiché nella dialettica non è prevista passività. Un dialogo fondamentale per recepire le istanze della comunità ed estendere l’orizzonte temporale del Festival con la rassegna Aspettando Collisioni. La forza, ma anche la debolezza del progetto, è rintracciabile in un costante processo di progettazione dal basso.
Partecipazione, sostenibilità, ricaduta economica sul territorio sono gli elementi immediatamente valutabili di un progetto di marketing strategico a base culturale. Taricco, sottolinea la valenza della formula affermando che«in un periodo di tragedia economica come l’attuale, con scarsità di fondi pubblici, abbiamo introdotto un biglietto popolare del costo di 5 euro. Il pubblico è aumentato del 30% rispetto all’anno precedente». Dalle Langhe arriva la ricetta anticrisi: obiettivo fondamentale di un progetto è essere attrattivo; ridurre gli investimenti e realizzare eventi più piccoli non equivale a razionalizzare, ma a perdere opportunità e risorse economiche. Il quadro che emerge potrebbe essere positivo, anche se viene naturale interrogarsi sulla reale sostenibilità in termini d’impatto della manifestazione su un comune di 750 abitanti scarsi. Inoltre i numerosi spettatori accorsi per assistere agli spettacoli hanno un concreto godimento delle Langhe o è un turismo di users mordi e fuggi? E sempre sul piano della fruizione, che tipo di assimilazione dei contenuti è possibile registrare: profonda o pick and choose?
Molte positività e altrettante domande. Occorre dare futuro al progetto stabilizzandolo con una governance, proponendo un invito alle fondazioni del territorio affinché abbraccino il festival, facendolo proprio e sostenendolo in un’ottica di lungo periodo. Al momento, solo un ottavo del budget totale deriva da fonti pubbliche: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo e Comune di Barolo in testa, più qualche piccolo contributo da fondazioni. È necessario capitalizzare e mettere al sicuro un patrimonio che, oggi «al primo problema personale, potrebbe collassare». Collisioni potrebbe non essere un modello scalabile in altri contesti, ma i principi sottostanti si.«Creare progetti partecipati di respiro internazionale che non dipendano dal pubblico, ma creino economie di scopo e di scala con i privati. L’alternativa è di chiudere baracca con la cultura». Per Collisioni, stringendo in poche parole: Elton John, 9 luglio 2013, Barolo. È già certezza.

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