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Anche l’Europa cambia passo

  • Pubblicato il: 24/01/2014 - 11:17
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Alessandra Gariboldi

A gennaio 2014 parte la nuova programmazione dell’Unione Europea, il cui filo conduttore è la realizzazione della strategia Europa 2020, concentrata su priorità quali l’innovazione, la competitività, la sostenibilità e l’inclusione sociale, attraverso un utilizzo integrato dei Fondi. E Cultura e Turismo non compaiono tra gli 11 obiettivi dei fondi strutturali per la Coesione 14-20 (325 miliardi di euro).

Ci sono però alcune importanti novità non solo all’interno del programma esplicitamente indirizzato alla cultura Creative Europe (1,4 miliardi), ma anche in altre linee di programmazione, in particolare Horizon 2020 (70 miliardi) e Sviluppo Rurale (85 miliardi).
I numeri parlano chiaro: gli investimenti più importanti si giocano su ambiti diversi dalla cultura. Ma in alcuni di questi ci sono molte opportunità per inserire la cultura nella programmazione di interventi più complessi orientati allo sviluppo. E questo anche grazie all’instancabile lavoro della Commissione Cultura al Parlamento Europeo, che ha strenuamente combattuto affinché la cultura fosse intesa anche come dimensione orizzontale comune a tutte le politiche di sviluppo e perché interventi a suo favore fossero inseriti come parte integrante degli obiettivi di altre linee di intervento.
Vediamo prima il programma destinato al settore culturale e creativo. Creative Europe somma il vecchio programma Cultura e quello Media, e alla Cultura assegnerà 455 milioni di euro (824 andranno invece a Media per il settore audiovisivo). Piccole cifre se paragonate agli altri programmi, ma che aumentano del 9% il budget dello scorso settennio. Il programma ha tra i principali obiettivi quello di rafforzare la capacità del settore con nuove competenze, incluse quelle digitali, rivolgersi a nuovi pubblici, la sperimentazione di nuovi modelli di business e di nuove collaborazioni. Non esclude dunque la conservazione, ma la inserisce in un quadro di sviluppo che passa per tutti gli aspetti della produzione culturale e creativa.
Ma opportunità importanti vengono anche da Horizon 2020, programma che riunisce per la prima volta tutte le iniziative di ricerca e finanziamento delle innovazioni tecnologiche. Include tra le attività di ricerca e innovazione le scienze sociali e la ricerca umanistica, e la ricerca e innovazione finalizzate a «comprendere ed esplorare, oltre che promuovere, l'accesso e la conservazione dell'immenso patrimonio culturale europeo» e contempla inoltre tra le Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) anche quelle per i contenuti, le industrie culturali e la creatività digitali. Un ultimo cenno merita il programma Sviluppo Rurale (85 miliardi di euro) per lo sviluppo sostenibile dei territori, chepuò comprendere servizi culturali e interventi sul patrimonio se rilevanti per lo sviluppo del territorio. Uno strumento poco considerato ma, nelle parole dell’On. Silvia Costa «al quale potrebbero attingere enti locali e comunità montane per rilanciare il patrimonio culturale». Una prospettiva che la cultura dovrà assumere.

Alessandra Gariboldi, Dipartimento Ricerca-Fondazione Fitzcarraldo