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Accesso al credito per il settore culturale e creativo

  • Pubblicato il: 13/05/2016 - 18:33
Autore/i: 
Rubrica: 
WAITING FOR ARTLAB
Articolo a cura di: 
Luca Celi

«Oggi si sta diffondendo una riflessione sul settore non legata al solito e abusato detto 'con la cultura non si mangia'. Una riflessione che nasce da consumi culturali in crescita, da intrecci tra creatività e cultura particolarmente innovativi e a forti contenuti tecnologici che invadono sfere prima non pensabili, da una concezione della crescita non legata al solo indicatore del PIL ma da insiemi di indicatori dove la qualità della vita e dei consumi acquistano importanze crescenti». Un articolo di Luca Celi, Presidente COFIDI.IT
 
 

 
La lunga e profonda crisi economica e sociale, la debole ed incostante crescita degli ultimi mesi e l’attuale, lieve e fortemente differenziato miglioramento dell’accesso al credito hanno determinato per un verso, e si trovano di fronte per un altro, un insieme delle imprese creative e culturali molto variegato e disomogeneo. Ci troviamo infatti alle prese con andamenti fortemente differenziati tra imprese a mercato solo o prevalentemente pubblico o viceversa a mercato privato, tra settori ove la creatività non si accompagna a processi produttivi consistenti e settori a forte contenuto operativo, quasi industriale, a forti differenziazioni territoriali.
Per gli operatori del credito sarebbe più utile una maggiore evidenza delle diverse tipologie di aziende presenti nel settore perché ad ognuna di queste tipologie si legano particolari fabbisogni finanziari e quindi differenti forme di credito necessarie. Questo è uno sforzo difficilmente operabile da un solo operatore e richiede una regia condivisa che spero possa emergere già nel prossimo incontro di Art Lab 16 di Milano dedicato al tema. Mi preme tuttavia sottolineare come si stia diffondendo una riflessione sul settore non legata al solito e abusato detto “con la cultura non si mangia” con cui spesso molti imprenditori del settore si sono trovati a fare i conti e con cui gli operatori del credito disponibili si sono spesso sentiti rispondere dai decisori interni alle loro strutture. Una riflessione che nasce da consumi culturali in crescita, da intrecci tra creatività e cultura particolarmente innovativi e a forti contenuti tecnologici che invadono sfere prima non pensabili, da una concezione della crescita non legata al solo indicatore del PIL ma da insiemi di indicatori dove la qualità della vita e dei consumi acquistano importanze crescenti.
E’ a questi due elementi da me accennati che penso dobbiamo guardare in una fase in cui per la prima volta in Italia consistenti fondi pubblici devono essere declinati in strumenti finanziari dedicati al settore e la consapevolezza della realtà del settore non sembra essere ancora molto diffusa. Fase quindi fondamentale perché la durata pluriennale della programmazione di risorse cofinanziate dall’Unione Europea e gli strumenti in essa contenuti rimarranno a lungo validi, con limitate possibilità di modifica.
Ecco allora la necessità di creare subito innovativi strumenti specifici di ingegneria finanziaria dedicati al settore e di affidarne possibilmente la gestione a soggetti finanziari attenti alle specificità delle industrie creative e culturali per contribuire ad una stabilizzazione del settore di cui tutti gli operatori sentono bisogno.
In questo senso sembra operare il prossimo bando dell’Unione Europea relativo alle garanzie a favore delle imprese creative e culturali e affidato per la gestione al Fondo Europeo per gli Investimenti, da tempo preannunciato e che speriamo venga pubblicato nelle prossime settimane.
Le dotazioni finanziarie dedicate, come ovvio, sono un presupposto per un più ampio accesso al credito delle imprese creative e culturali, ma sono insufficienti ad un più efficace sistema di relazioni tra operatori del credito e imprese se non sono accompagnate da strumenti analitici nuovi delle caratteristiche patrimoniali ed economiche delle imprese stesse.
In questo senso Cofidi.it, consorzio per le garanzie del sistema CNA, sta cercando di individuare e soprattutto di attuare forme e modi più consoni per poter sostenere efficacemente l’accesso al credito di imprese creative, anche di piccole dimensioni, che vogliono investire per far crescere insieme attività culturale e stili di vita diversi. 
Per fare ciò la contaminazione con le riflessioni e le esigenze delle imprese sono fattore essenziale e senza le iniziative, in cui siamo da tempo coinvolti, della Fondazione Fitzcarraldo il processo per noi, ma penso per tanti, sarebbe più lungo e accidentato.                                                                                                                                                                                                                                                                                               
Luca Celi è Presidente COFIDI.IT
 
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