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Verità e speranza: un percorso tra educazione, cultura e solidarietà

  • Pubblicato il: 20/04/2012 - 11:18
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva

Taranto. È stato inaugurato lo scorso 14 aprilenel Palazzo della Cultura - Biblioteca Civica «Pietro Acclavio» l'evento intitolato «Un percorso di verità e di speranza», promosso ed organizzato dalla Fondazione «Rocco Spani» ONLUS con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura, Istruzione e Servizi Sociali del Comune di Taranto e con la collaborazione del Centro per l'arte contemporanea «Open Space» di Catanzaro, dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, del Centro di Cultura giuridica «Taranti Cives», dell’Associazione di Volontariato «Infanzia e Solidarietà», del Centro «Studio Acerbi» di Piacenza,e«Le Nuvole Teatro» di Roma.
Si tratta di un insieme di iniziative sul tema «verità e speranza», concetti fondamentali che caratterizzano il lungo percorso della Fondazione «Rocco Spani»: eventi che spaziano tra educazione, cultura e solidarietà, per celebrare i venticinque anni di continuo impegno che la stessa istituzione ha svolto a favore di minori e famiglie che vivono negli strati sociali meno abbienti del territorio tarantino, in particolar modo nel centro storico di Taranto.
La Fondazione è stata istituita a Taranto nel 1989 da un gruppo di artisti e di operatori culturali che, sin dal 1987, avevano dato vita ad esperienze laboratoriali, con la didattica dell'arte e con il gioco-animazione, realizzando con minori ed adulti particolari momenti di socializzazione e di aggregazione.
Nel corso degli anni, con l'ausilio di approfonditi studi, ricerche e attività di progettazione pedagogica, ha strutturato progetti e interventi di prevenzione, recupero e integrazione, attivando presidi educativi permanenti che alleviano il disagio sociale, offrendo un'alternativa credibile, quasi una scommessa di responsabilità nei confronti di minori e famiglie coinvolte.
Giulio De Mitri, presidente della Fondazione, ci tiene a sottolineare che «l’esperienza artistica è una sorta di ipertesto, un contenitore in cui confluiscono i saperi. Pertanto l’attività della fondazione è da sempre basata sulla didattica dell’arte che enfatizza il “saper fare” invece del “sapere e basta”. Gli ispiratori di questa filosofia sono stati Bruno Munari e Joseph Beuys, che ho avuto modo di conoscere personalmente e che mi hanno spinto a mettere l’uomo e la sua energia creativa al centro di tutto».
 
Come si struttura in pratica l’attività della Fondazione?
La Fondazione ha sede in due palazzi storici nel centro di Taranto, di proprietà comunale, all’interno dei quali sono attivi innumerevoli laboratori didattici: pittura, ceramica, musica, teatro, etc.
Vi è un centro diurno, chiamato “L’isola della Fantasia”, e una vera e propria comunità educativa residenziale, nella quale i bambini e ragazzi disagiati, dai 5 ai 17 anni, vivono, assistiti e coadiuvati da educatori professionali ed artisti. Con il comune di Taranto ci sono delle apposite convenzioni per quanto concerne le attività educative, ma negli anni abbiamo lavorato in partenariato e in collaborazione con svariati enti.
 
La sezione espositiva invece come funziona?
C’è sempre una programmazione annuale, ma quest’anno è particolarmente ricca per festeggiare l’importante anniversario, i 25 anni di attività. Pertanto abbiamo selezionato 33 giovani artisti, i quali sono stati invitati ad esprimersi, in un forum in progress, sul concetto di verità partendo da una frase storica di Pier Paolo Pasolini: “...Dire la verità è un atto rivoluzionario”. Abbiamo dato a ciascuno di loro una lettera pantografata, tante quante le lettere contenute nella frase pasoliniana, e ognuno l’ha interpretata a suo modo, all’interno del tema “verità e speranza” appunto.
 
Un esperimento totalmente libero, come ci conferma Francesca Speranza, una delle giovani artiste chiamate ad interpretare la frase di Pasolini: «Non sapevamo nulla l’uno degli altri, in questo modo non c’è stata contaminazione di pensiero. La mia riflessione libera è stata frutto di un approfondimento personale sul tema liberta, che ho interpretato come ‘figlia del tempo’».
Oltre a lei, gli altri 32 artisti interpellati (John Santo Alessio, Mariantonietta Bagliato, Beatrice Basile, Anna Maria Battista, Barbara Bonfilio, Karmil Cardone, Maurizio Cariati, Maria Grazia Carriero, Mariagrazia Costa, Fabrizio Cotognini, Maria Rosaria Cozza, Danilo De Mitri, Maria Elena Diaco Mayer, Giovanni Duro, Ellepluselle, Alessandro Fonte, Claudia Giannuli, Elisa Laraia, Selene Lazzarini, Marcello Mantegazza, Salvatore Manzi, Diego Miguel Mirabella, Monica Palumbo, Stefania Pellegrini, Serena Piccinini, Shawnette Poe, Maria Puleo, Marco Ravenna, Rita Soccio, Francesca Speranza, Luana Vadalà, Mauro Vitturini, Dòra Zambò), tutti operanti con linguaggi diversi sul territorio nazionale, hanno dato vita ad una sorta di puzzle molto ben assortito.
«Quaranta minori della fondazione, inoltre - prosegue il presidente- hanno realizzato degli elaborati didattici sul medesimo tema, dal titolo “Il valore della verità”, che sono in mostra contestualmente fino al prossimo 30 aprile. A completare l’evento anche la proiezione di un mio lavoro video “Codice Bianco, limite di zona. Con Beuys per una pedagogia della speranza”, realizzato in occasione della mia partecipazione  alla 52° Biennale di Venezia e proiettato per la prima volta a Taranto in questa occasione.  È una denuncia del degrado sociale della città e al contempo progetto di speranza verso la rinascita: esprime la centralità dei veri valori - di verità, libertà e responsabilità - quali ideali indispensabili per una vita etica e per una società realmente democratica».
 
Oltre agli incontri d'esperienza, con note personalità del mondo della cultura italiana che hanno collaborato negli anni con la Fondazione (Amilcare Acerbi, Luigi Paolo Finizio, Antonio Basile, Massimo Iiritano, Franco De Feis, coordinati dal giornalista Silvano Trevisani, scrittore e capo-redattore cultura del “Corriere del Giorno”) è da menzionare anchela pièce teatrale «La Fondazione un cammino tra verità e speranza», azione scenica dell'attrice-regista Barbara Amodio con la partecipazione della piccola Valeri, minore della Fondazione.
 
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