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Stranieri in Italia

  • Pubblicato il: 04/10/2013 - 10:25
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo
Campagna Urbana

Tra i molti esempi di gestione inadeguata, difficoltà burocratiche e limiti strutturali di cui è ricco il panorama culturale italiano, emergono casi-scuola. Parliamo di Fondazioni straniere, entrambe originate dal mondo della tecnologia,cheoperano nel nostro Paese con strategie e modalità d’intervento differenti tra loro, ma in egual modo efficaci:

- il Packard Humanities Institute (PHI) natonel 1987 in California dalla volontà del mecenate e figlio del cofondatore di HP David Packard, come ramo indipendente della David and LucilePackard Fundation dedicato alla conservazione del patrimonio storico, archeologico e cinematografico, attivo in Italia dal 2001;

- la Fondazione canadese Musagetes di Michael Barnstijn e Louise MacCallum sviluppatori della Research in Motion -oggi BlackBerryLtd - ritiratisi nel 1998 e da allora dediti alla filantropia. Presente in Italia dal 2010, Musagetes, si occupa di promuovere la cultura e la creatività artistica quali elementi di trasformazione sociale (Manifesto, 2007).

Nella ricostruzione delle rispettive attività, spicca l’intervento della FondazionePackardaErcolano: l’Herculaneum Conservation Project (HCP), best practice in ambito di modelli gestionali per le aree archeologiche, abitualmente comparata al vicino sito di Pompei ed alle sue problematiche irrisolte.
Il modello operativo del PackardHumanitiesInstitute èselettivo, dedicato ad un numero ristretto di progetti in specifiche aree d’interesse, il che consente alta specializzazione. Ingredienti: visione di lungo termine, investimenti cospicui e partnership in grado di sostenere progettualità decennali.
In quest’ottica, l’intervento di tutela e valorizzazione del sito di Ercolano rispecchia integralmente la strategia dell’Istituto: un progetto finanziato inizialmente con 16 milioni di euro, sviluppato con la forte collaborazione della British School of Rome e la Soprintendenza autonoma di Napoli e Pompei nella persona di Piero Guzzo, il quale, nel 2004, dopo l’introduzione del Codice Urbani, regolamenta l’intervento sotto forma di contratto di sponsorizzazione, legittimando quello che verrà in seguito definito uno dei migliori esempi di collaborazione tra pubblico e privato. (Cfr. Mecenati, famiglie, cultura). Non a caso la presenza in Italia del PHI si radicherà ulteriormente nei prossimi mesi attraverso la creazione di un nuovo ente italiano con sede a Pisa, destinato a coordinare tutte le attività sul territorio, ivi compreso il progetto di Ercolano, e a sancire definitivamente la collaborazione con lo Stato Italiano in materia di beni culturali. Una collaborazione il cui successo è stato costruito sulla scelta di valorizzare le risorse e le competenze del territorio, garantirne la più ampia accessibilità al pubblico, affidandosi alla serietà dei funzionari e alla responsabilità sociale dei privati. Una prospettiva adottata anche da Musagetes, la cui vocazione sociale, sebbene declinata in interventi di diversa tipologia, resta fulcro di ogni attività. L’Ente porta avanti la sua mission attraverso progetti altamente empirici,sperimentando e integrando i processi artistici allinterno delle più svariate attività sociali. La fondazione canadese lavora su scala locale e globale, con  progetti in collaborazione continua di artisti, mediatori culturali, policy makers e partneri stituzionali. La creazione di questi team altamente collaborativi, lo sviluppo di indagini investigative sui luoghi e contesti dintervento, lutilizzo di pratiche artistiche relazionali, losservazione sociologica e antropologica in unottica interdisciplinare, sono gli elementi centrali della metodologia della fondazione.
Meno dedita al bene culturale in quanto tale e più focalizzata sull’aspetto umano, sociale e comunitario della cultura, patrimonio intangibile dei luoghi, Musagetes è intervenuta in diverse città, tra le quali Guelph e Sudsbury (Ontario, Canada), Rijeka (Croazia), e Lecce (Puglia).
Proprio in Salento, nel 2010 sono partite le attività di ricerca preliminare, rivolte alla comprensione del panorama politico italiano, delle specificità culturali del territorio e delle relative “barriere regionali”. Otto ospiti internazionali e venticinque esponenti culturali locali, politici e sociali, hanno avuto il compito di lavorare al modello di intervento sul territorio, che non viene mai predefinito dalla fondazione, ma modellato e sviluppato initinere.
A Lecce, con il progetto Campagnaurbana, Musagetes ha dato così vita a numerosi interventi di arte pubblica e relazionale, focalizzata sul dialogo con il territorio e sulla partecipazione attiva della cittadinanza per la riscoperta della dimensione collettiva, locale e comunitaria ripartendo dalla tradizione culturale per ridefinire una nuova visione della contemporanea della città nel dialogo abitanti e ospiti.
La varietà e multidisciplinarietà dei progetti nati in nome di una cultura agente di trasformazione sociale, ha reso necessaria la creazione di un hub che fosse il punto di riferimento per tutte le attività disperse nella regione: nel febbraio 2012 è stata fondata l'organizzazione no profit Ammirato Culture House, alla quale il Comune di Lecce ha dato in concessione gratuita l'utilizzo della Villa cinquecentesca Ammirato tramite accordo settennale.
Elemento comune alle due fondazioni sembra dunque essere la volontà di mantenere una presenza fisica sul territorio: per il PHI luogo per concretizzare l’esperienza e darle continuità, per Musagetes spazio da cui coordinare e sviluppare le molteplici attività.

Ma che si tratti d’interventi strutturali come quelli di Ercolano o di sperimentazione di nuove pratiche culturali come l'esperienza salentina di Musagetes, l'apertura alla filantropia privata e alla sua regolamentazione si configura sempre più spesso come un passo imprescindibile verso la definizione di nuovi e innovativi modelli di gestione del patrimonio italiano.