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Rileggere l'Amore, l'energia rinnovabile più potente

  • Pubblicato il: 30/03/2013 - 14:30
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Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Redazione

Torino. Nel cuore della Torino nobile, nello storico palazzo barocco che nell'Ottocento  fu residenza dei Marchesi di Barolo, visionari e cosmopoliti innovatori sociali, fino al 16 giugno potremo immergerci in una sequenza di immagini simboliche e testimonianze letterarie, tra il passato fino alla più stretta contemporaneità, riferite ad una delle favole più affascinanti sull'Amore, la Vita e la Morte, il mito di Amore e Psiche.

Questa narrazione, che in sezioni ci porta dalla bellezza all'immortalità, dalla passione e dall'amore al dolore, attraverso opere mai esposte provenienti dagli scavi archeologici di Locri fino all'arte povera, è  voluta dalla Fondazione DNart di Milano e dall'Opera Barolo, ente che prosegue l'opera sociale voluta dalla Marchesa Giulia, con il sostegno della Camera di Commercio e dell'Ascom.

Tra sacro e profano, la mostra, curata da Elena Fontanella, Presidente di DNart  «accompagna i visitatori in un viaggio nell'anima, con l'aiuto id immagini artistiche che, nei millenni si sono ispirate a questa storia». Incontriamo nelle suggestive cantine di Palazzo e nelle sale del piano terra, abitazione di Giulia nell'ultima fase della sua vita, la terracotta del «Gruppo di Afrodite ed Eros» e  la lamina in oro con testo orfico del V secolo a. C., un marmo dell'età imperiale. Dalla Galleria Borghese arriva  la tela di Luca Cambiaso che dialoga con opere di Jacopo Palma il Vecchio, Tintoretto e Tiepolo.
Nel silenzio si arriva al tempo presente, passando dallo spazialismo di Fontana, con la light box di Elisa Sighicelli e un'inedita installazione di Fabrizio Plessi.

DNart è una fondazione di partecipazione costituita a Milano nel 1990, per sviluppare progetti culturali di valorizzazione del patrimonio del Paese. L'Opera, presieduta a turno per un triennio dall'Arcivescovo e dal Presidente del Tribunale della Città, secondo una efficace  governance di indipendenza concepita 150 anni fa, illustra le ragioni per le quali ha ospitato la mostra «Palazzo Barolo non è un contenitore. I nostri Fondatori hanno collezionato  (lo straordinario patrimonio fa oggi parte delle raccolte civiche) per poter avvicinare i vulnerabili e i giovani alla bellezza. Da questa nasce lo stimolo alla conoscenza di sé e del mondo. Per questa ragione sostenevano gli artisti della Scuola di Varallo e l'Accademia Albertina delle Belle Arti, per questo, lontani dal concetto di beneficienza, puntavano alla progettualità con le istituzioni, all'educazione per l'emancipazione». Ancora oggi l'Ente gestisce direttamente la prima scuola del Regno Sabaudo e il distretto sociale nell'area Cottolengo, con diversi servizi per gli ultimi.
Un esempio di cultura per la coesione sociale, che parte dall'Amore, la fonte di energia rinnovabile più potente, per trovare l'Anima.

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Amore e Psiche. La favola dell'Anima
Torino-Palazzo Barolo-Via delle Orfane, 7
Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30
Giorno di chiusura lunedì
dal 27 marzo al 16 giugno