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Primo bilancio sociale per la Fondazione Giovanni Agnelli

  • Pubblicato il: 09/03/2012 - 09:37
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Federica Givone

Torino. Presentato il primo bilancio sociale della Fondazione Giovanni Agnelli relativo all’anno 2010,  presso la cooperativa sociale di inserimento lavorativo Eta Beta, già partner nel progetto di digitalizzazione dei volumi della fondazione.
La fondazione, nata nel 1966 con lo scopo di «approfondire e diffondere la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso dell'Italia in campo economico, scientifico, sociale e culturale», a partire dal 2008 concentra le proprie ricerche sui temi dell’education (scuola, università, lifelong learning) e dal 2010, dopo aver incorporato la Fondazione Edoardo Agnelli, opera anche nel campo della beneficenza e della solidarietà sociale.
Per quanto riguarda le ricerche sull’istruzione, negli ultimi anni sono stati pubblicati il Rapporto sulla scuola in Italia 2009 sulla carriera dei docenti, il Rapporto sulla scuola in Italia 2010 sui divari territoriali e digitali, il Rapporto sulla scuola in Italia 2011 sulla scuola media, il Rapporto nuovi laureati, sugli sbocchi lavorativi dei laureati dopo la riforma e il Rapporto disabilità, sull’integrazione scolastica degli studenti diversamente abili. Un’altra importante iniziativa di ricerca è il sistema di valutazione della qualità delle scuole superiori, giudicate sulla base dei risultati ottenuti dai diplomati nei primi anni di università. L’iniziativa, avviata in Piemonte, verrà estesa in Lombardia, Emilia Romagna e Calabria.
Tra le attività a favore dell’istruzione, il direttore Andrea Gavosto ricorda l’istituzione nel 2009 della Scuola di Alta Formazione al Management, sul modello del Collège des Ingénieurs di Parigi, che nel 2010 ha visto coinvolti 25 partecipanti e 19 aziende; il progetto Italiano per studiare, che coinvolge un centinaio di allievi di origine straniera di dodici istituti torinesi in un corso di rafforzamento della comprensione e dell’uso dell’italiano scritto, portato avanti in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con l’ASAI (Associazione di Animazione Interculturale); il Buckyball workshop per le scuole elementari con il Nobel per la chimica Kroto e la Scientific summer academy per le scuole superiori, entrambi in collaborazione con l’Euro Science Open Forum 2010 e con l’Ufficio scolastico regionale.
Tra i contributi per la solidarietà sociale, vengono citati gli aiuti alle persone in difficoltà, dipendenti o ex-dipendenti del gruppo Fiat, oppure segnalate dagli enti di assistenza locale oltre che gli interventi a sostegno di enti di solidarietà nazionali e locali.
Altro importante progetto è quello portato avanti con la cooperativa sociale di inserimento lavorativo Eta Beta, che prevede di digitalizzare e rendere disponibili gratuitamente sul sito della fondazione i volumi storici in formato integrale. Finora il lavoro è stato fatto su 90 dei 150 volumi.
Stefania Boschetti di Ernst&Young ha poi illustrato i dati del bilancio sociale: 1,3 milioni per finanziare la ricerca sull’istruzione, 446mila euro per le attività a favore dell’istruzione e 506mila per gli interventi di solidarietà sociale, 279mila per iniziative future, per un valore aggiunto culturale pari a 2,5 milioni di euro, al netto di costi di struttura (335mila euro) e imposte (142mila). Le erogazioni vengono finanziate dalla gestione del patrimonio.
La redazione del bilancio si ispira alle linee guida per i bilanci sociali fornite dal Global Reporting Initiative, opportunamente modificate per meglio tener conto delle particolarità della fondazione, mentre per misurare e comunicare i programmi a favore della comunità, il modello è quello del
London Benchmarking Group.
La speranza, condivisa anche dall’Osservatorio economia civile, è che il bilancio di missione possa diventare uno strumento di rappresentazione puntuale e trasparente delle diverse realtà del territorio che operano nel terzo settore, in grado di agevolare la comunicazione e lo scambio di informazioni, ma anche la comparabilità secondo regole comuni, attraverso una rendicontazione sociale abbastanza semplice da non gravare sulle strutture piccole e conforme al mondo nonprofit. Verso il bilancio di territorio.
 
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