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MRI: gli investimenti legati alla Mission

  • Pubblicato il: 25/10/2013 - 10:43
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ACRI

«Investire senza avere alcun riguardo all’impatto sociale o allo sviluppo può comportare dei seri problemi alla struttura degli investimenti che si tenderà successivamente a risolvere con la politica delle erogazioni. È come se da un lato si premesse sull’acceleratore e dall’altro, contemporaneamente, si frenasse». Quest’idea, esplicitata in un documento ufficiale della Trillium Asset Management Corporation, società leader negli Usa per l’investimento sostenibile e responsabile, nella sua sostanza è alla base di sempre più frequenti scelte di investimento delle Fondazioni di origine bancaria. Da una decina di anni, infatti, a partire dalla riforma Tremonti che l’ha consentito, indirizzano verso i propri settori d’intervento istituzionale, oltre che le erogazioni liberali, anche parte dell’impiego dei propri patrimoni; ciò al fine di moltiplicare l’effetto della loro azione in quei settori. Si parla in questi casi di Mission Related Investment (Mri), ovvero investimenti che consentano, insieme alla generazione di un’adeguata redditività, di perseguire gli obiettivi di missione.
Le motivazioni sottostanti le decisioni di investimento delle Fondazioni in correlazione alla propria missione possono essere diverse, ma riconducibili a due specifiche fattispecie. In primo luogo, la volontà di perseguire gli obiettivi di missione con una prospettiva di lungo periodo, fornendo così solide e stabili basi alle iniziative promosse. In secondo luogo, la scelta strategica di innescare attraverso questi investimenti un importante effetto “leva” sia in termini quantitativi che di ambiti di applicazione. Al contempo, infatti, vengono sostenute iniziative coerenti con la missione e si generano risorse per alimentare l’attività erogativa ordinaria. Inoltre, si riesce ad ampliare il campo d’azione nei settori di interesse delle Fondazioni, integrando l’attività erogativa con investimenti correlati in settori contigui.
Gli strumenti e le forme tecniche che possono assumere i Mri sono quelle tradizionali degli investimenti finanziari, per cui si possono avere partecipazioni azionarie, investimenti obbligazionari, in quote di fondi, ecc. In merito alla partecipazione azionaria si osserva che, data la facilità con cui l’investimento si realizza, essa è assai diffusa e assume un aspetto preponderante.
Le Fondazioni possono avere partecipazioni in società e, nel caso in cui queste siano strumentali alla loro attività, ne possono detenere il controllo. Recentemente, però, sta acquisendo una sempre maggior frequenza l’investimento in fondi dedicati esplicitamente ai settori di operatività istituzionale. Inoltre le Fondazioni possono investire una quota non superiore al 15 per cento del proprio patrimonio in beni immobili da destinare al reddito. È da sottolineare che l’unica deroga per le Fondazioni al principio generale dell’adeguata redditività dell’investimento è ammessa solo nel caso di beni, mobili o immobili, di interesse storico o artistico con stabile destinazione pubblica o di beni immobili adibiti a sede della Fondazione o allo svolgimento della sua attività istituzionale oppure per le imprese strumentali. Un’altra modalità di realizzare i Mri è il community investing, una forma di finanziamento che mira a generare risorse e opportunità per le persone economicamente svantaggiate o che hanno difficile accesso ai tradizionali canali di finanziamento creditizio, favorendone l’inclusione finanziaria. A questa categoria possono essere ricondotte le esperienze delle Fondazioni nel settore del microcredito, con inziative in partnership con soggetti attivi nel comparto come Banca Popolare Etica, Banca Etica Adriatica, Banca Prossima, Extrabanca e alcuni fondi di investimento quale il Fondo Microfinanza 1. La valenza di questi investimenti si concretizza nella possibilità di raggiungere settori, persone o aree geografiche marginali, anche all’estero, e quindi nell’allargamento (e in alcuni casi nel completamento) del mercato finanziario che ne deriva. Un altro diffuso esempio di impiego del patrimonioper finalità istituzionali sono gli investimenti rivolti, indirettamente, allo sviluppo economico del territorio di riferimento, dell’intero Paese, o di settori specifici nel quali la Fondazione opera (ad esempio a sostegno della sanità o della ricerca scientifica o della cultura o del sistema delle infrastrutture, ecc.). Anche in questo caso, la modalità di realizzazione dell’investimento assume le tradizionali forme della partecipazione azionaria in società che operano direttamente per lo sviluppo economico del territorio locale o a vantaggio dell’intero Paese o attraverso la partecipazione a iniziative comuni di investimento attuate tramite fondi immobiliari o specializzati, ad esempio, nelle operazioni di venture capital o di private equity.
Gli investimenti delle Fondazioni correlati alla missione relativi ai bilanci 2011 e registrati nel XVIII Rapporto (esercizio 2012) si attestano complessivamente a 3,533 miliardi di euro, con una variazione positiva di 92 milioni di euro (+2,7%) sull’anno precedente, pari a circa la metà di quella rilevata nel 2010 (+205 milioni e +6,3%) rispetto al 2009. Il settore Sviluppo locale risulta essere di gran lunga quello cui va la maggioranza delle risorse dedicate ai Mri, con oltre il 90% del totale, in quanto include la partecipazione azionaria detenuta da molte Fondazioni nel capitale della Cassa Depositi e Prestiti Spa.
da Fondazioni, House Organo di ACRI, Settembre/Ottobre 2013
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