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A Milano c’è Corrente.

  • Pubblicato il: 13/04/2012 - 09:38
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva
Ex Innocenti Marelli

Milano. La Fondazione Corrente, nata nel 1978 su iniziativa di Ernesto Treccani, di Lidia De Grada Treccani e di artisti e intellettuali, con lo scopo di incrementare lo studio del periodo di rinnovamento culturale che va dal Movimento di Corrente al Realismo, è ospitata, insieme allo Studio Treccani nella cosiddetta Casa delle Rondini, di via Carlo Porta 5 a Milano.
È un centro culturale dotato di una biblioteca, di un archivio sonoro e di un archivio fotografico che documentano le manifestazioni tenutesi alla Fondazione dal 1978 ad oggi, oltre che una sede espositiva per mostre temporanee.
Quest’anno l’area espositiva si allarga a ricomprendere il vecchio spazio del seminterrato dell’edificio, negli ultimi tempi adibito a deposito, ora ristrutturato e riportato a nuova vita per dare maggiore slancio alle attività in programma. Attività che inaugurano con il nuovo ciclo di incontri, dal titolo Caleidoscopio Milano, e con una mostra dedicata unicamente alla video arte, a cura di Iacopo Muzio e con il contributo della Fondazione Cariplo.
La videoinstallazione «Milano Update_2012», di Francesco Fei con audio di Steve Piccolo, propone, all’interno di un progetto di ampio respiro di mappatura dell’area metropolitana milanese, quattro istantanee di aree in corso di trasformazione: 19_06_10 Ex Innocenti Marelli, 21_10_2010 Portello, 18_01_2011 Santa Giulia, 24_05_2011 Ex Varesine.
Si tratta di quattro video della durata di 10-15 minuti ciascuno, mandati in loop, che raccontano luoghi che, a loro modo, testimoniano diverse fasi e trame della trasformazione della città contemporanea: la deindustrializzazione, la crisi politica dei primi anni ‘90, la deregulation urbanistica, la speculazione edilizia, i mega-progetti di iniziativa privata del ‘modello lombardo’, lo scoppio della bolla finanziaria, le incertezze del futuro, le trasformazioni sociali della città di Milano.
Il tutto incentrato sul tema dell’Expo 2015, evento di portata colossale che presenta ancora una serie notevole di incognite per la città e i suoi abitanti, a partire dalle reali opportunità di lavoro che lo stesso dovrebbe offrire, all’utilizzo successivo degli spazi che saranno appositamente creati, al coinvolgimento della popolazione attraverso iniziative di tipo culturale, etc.
Di questi argomenti si è discusso nel dialogo inaugurale del 3 aprile scorso, dal titolo «Expo 2015: cibo per la mente, emergenza lavoro, quali strategie per Milano?» al quale, oltre agli invitati ufficiali, lo storico dell’arte Philippe Daverio e gli assessori Franco D’Alfonso (Commercio e attività produttive) e Lucia Castellano (Casa, demanio e lavori pubblici), era presente anche la titolare dell’Urbanistica, Lucia De Cesaris.
L’introduzione, affidata a Daverio, ha visto snocciolare le ragioni per cui si potrebbe continuare a sostenere l’Expo, e cioè la possibilità di calmierare gli affittie riconsegnare la città ai giovani che ci lavorano; di realizzare un dibattito operativo serio sul tema della nutrizioneche aiuti a ricostruire un’agricoltura non industriale intorno alla città; e soprattutto se divenisse l’occasione per un riordino museale. Gli interventi degli assessori quindi sono stati imperniati sulle considerazioni che li hanno portati a decidere di concentrarsi sulle opportunità che il post-evento offre: «Non credo che arriveranno davvero 20 milioni di visitatori, ha dichiarato D’alfonso, pertanto quello che faremo è investire due miliardi di euro nei prossimi anni, concentrandoci in particolare sulla mobilità e sulla necessità di rendere i prezzi degli alloggi alla portata di chi vuole vivere a Milano».
Sulla stessa lunghezza d’onda Lucia Castellano, che ha posto l’accento sugli strumenti con i quali l’amministrazione può cambiare la città anche in anni di crisi: l’ascolto dei cittadini e la collegialità nelle scelte, non trascurando partnership e pubblicità, forme di finanziamento sui quali l’assessore ha assicurato di essere già al lavoro.
Lucia De Cesaris ha chiuso l’incontro elencando gli obiettivi della sfida Expo, in special modo la necessità di riconciliarsicol territorio, puntando alla chiusura dei cantieri aperti, alla costruzione di parchi e alla sistemazione della Darsena.
Si deduce, pertanto, da tutto ciò che l’utilità dell’Expo non sta nell’evento in quanto tale, ma nelle infrastrutture che ha permesso di avviare e, soprattutto, nel fatto che costringa a lavorare ponendosi una scadenza ben precisa, che tra l’altro coincide con la fine del mandato.
Di tutto ciò si continuerà a discutere in occasione del finissage previsto per il prossimo 3 maggio, che vedrà anche la proiezione del documentario MM Milano Mafia di Bruno Oliviero e Gianni Barbacetto e un dialogo sul tema «Expo 2015 e grandi opere, quali rischi per Milano?» al quale interverranno: Emilio Battisti, professore del Politecnico di Milano, promotore dell’Expo diffusa e sostenibile; Luca Beltrami Gadola, architetto, membro Commissione Antimafia Comune di Milano; Marta Chiavari, giornalista, autrice del libro «La quinta mafia»; Gabriella Manfrè, produttrice del documentario.
 
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