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Manzoni illustrato, a Palazzo de’ Mayo

  • Pubblicato il: 30/12/2013 - 12:54
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Acri

Gli spazi per le esposizioni temporanee di Palazzo de’Mayo della Fondazione Carichieti si sono da poco chiusi sulle opere di Emilio Greco, fra i maggiori scultori italiani del secondo Novecento, e si aprono per i capolavori di artisti contemporanei che hanno illustrato l’opera di Alessandro Manzoni, realizzando uno straordinario incontro tra il maestro della bellezza scritta e l’arte figurativa. Fino al 26 gennaio, infatti, la Fondazione espone un’ampia selezione delle opere pubblicate nell’Agenda Manzoniana, che realizza annualmente sulla base di un’idea del mecenate Alfredo Paglione. In occasione della presentazione dell’edizione 2014, si possono ammirare a Chieti molte delle opere utilizzate nelle dieci precedenti edizioni: gli acquerelli su I Promessi Sposi di Aligi Sassu, le litografie di Gallo Gallina dedicate allo stesso tema, i pastelli di Carlo Cattaneo che nel 2006 hanno illustrato gli Inni sacri, i disegni di Bruno Caruso per La storia della colonna infame, le tavole con cui Piero Vignozzi nel 2008 ha rappresentato oggetti e luoghi manzoniani, le dodici opere con cui Claudio Bonichi ha interpretato il Cinque Maggio, i volti con cui Omar Galliani nel 2010 è tornato su I Promessi Sposi, le dodici tavole dipinte da Agostino Arriva bene a commento di Urania, l’azzurro intenso con cui Giuseppe Modica ha descritto i luoghi manzoniani, la rilettura in bianco e nero che Luca Vernizzi ha fatto de I Promessi Sposi nel 2013. La mostra rimane aperta tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 10 alle 13, il sabato e la domenica anche dalle 16 alle 20, con ingresso gratuito.
Nel corso dell’estate Palazzo de’Mayo aveva ospitato una mostra su Emilio Greco (Catania 1913 - Roma 1995), fra le più belle allestite in Italia per il centenario della nascita, realizzata in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’Opera del Duomo di Orvieto. Curata da Gabriele Simongini, la mostra è stata centrata sul tema del corpo, proponendo 16 sculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre a una pregevole scelta di 26 disegni, quasi equamente divisi fra quelli che esemplificano alcuni fra i motivi più sentiti dall’artista siciliano (l’avvolgente sensualità del corpo femminile, il volto di donna e gli amanti, e poi, benché più rari, l’autoritratto, la maternità) e quelli a tematica sportiva. L’esposizione ha messo in evidenza come Greco abbia saputo rinnovare costantemente la forma plastica, per raggiungere una pienezza e totalità di vita (evidente nelle figure femminili) che costituisce forse la sua qualità essenziale.

Da Fondazioni, periodico delle fondazioni di origine bancaria di Acri, Novembre - Dicembre 2013