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MAI museo: opera aperta

  • Pubblicato il: 10/02/2014 - 09:44
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Articolo a cura di: 
Tea Taramino

Sorriso. A dicembre  si è inaugurato, con una personale dell’artista svizzero Armand Schulthess, il tanto atteso MAI Museo dell’Arte Irregolare, primo e unico in Italia, con sede nella stupenda Villa Cattaneo a Sospiro, a pochi chilometri da Cremona.
Un articolato progetto nato dalla tenacia e dedizione della storica dell’arte contemporanea Bianca Tosatti in collaborazione con alcuni studiosi e professionisti, nazionali e internazionali. Uno spazio museale di conservazione, catalogazione, tutela delle opere e nello stesso tempo un cantiere, un work in progress aperto al confronto e che colma un vuoto culturale, tutto italiano, portando l’attenzione - degli addetti ai lavori e del pubblico - a quelle produzioni frutto del “processo creativo di artisti che si esprimono nei termini dell'immediatezza, della spontaneità, dell'urgenza creativa, del dramma interiore, al di là dei canoni artistici tradizionali, delle regole del mercato, delle convenzioni accademiche, dei condizionamenti sociali” dice Bianca Tosatti che chiarisce il concetto di Arte Irregolare da lei coniato per affrancarsi dalle definizioni, troppo vincolanti, quali Art Brut o Outsider Art :  «L'Arte Irregolare, ovvero l'arte che vive al di fuo­ri delle regole del sistema vigente in un determinato momento storico, qualsiasi esse siano. Se in passato in contrapposizione all'arte accade­mica c'era la ricerca artistica delle avanguardie, oggi, al contrario, l'ar­te contemporanea dei grandi carnevali mediatici - fiere più o meno spe­cializzate, mostre e mostriboli, musei finti e veri - appare pienamente inserita nelle correnti dominanti del riconoscimento mediatico ed eco­nomico. L’adeguamento dell'arte alle regole, diverse ma pur sempre re­gole, la fa precipitare, suo malgrado, nella fatale convenzionalità che la determina e la riconosce ma che la rende anche prigioniera. L'arte irregolare, dal canto suo, è rappresentata da opere che vivono in­dipendenti e smarrite in un territorio di frontiera, sul transitorio confi­ne tra la normalità e l’anormalità, che siano prodotte da uomini riconosciu­ti come artisti o da bizzarre figure dell’anima; oltre la ragione delle società contemporanee, come espressione della libera attività di ogni uomo». Il punto di vista di Bianca Tosatti si manifesta anche attraverso la curatela di mostre in cui convivono artisti di diversa estrazione, eventi che nella loro concezione intendono svincolarsi sia dai pregiudizi intellettualistici che, da Dubuffet in avanti, hanno contrapposto l'esperienza dell'Art Brut all'Art Culturel, sia dalle definizioni forzate che finora hanno caratterizzato queste produzioni confinandole ai margini della vita culturale.
L’arte irregolare sta ottenendo grande successo in tutta Europa e nel mondo, e ora anche in Italia possiamo essere orgogliosi di avere un museo dedicato a queste testimonianze artistiche e antropologiche: un patrimonio artistico e culturale che può, inoltre, contribuire a sviluppare turisticamente i diversi territori in cui dà, gratuitamente, vita a mondi fantastici.
A tale scopo il territorio di Cremona ha scelto di riqualificare e restaurare Villa Cattaneo – contenitore neoclassico, con una storia legata alla cura e al disagio mentale - per farla rivivere come luogo del presente, attivo e aperto attraverso la Fondazione MAI Museo.
Il museo accoglierà opere: sia di artisti presenti nelle collezioni dei più importanti musei europei e italiani, sia opere contemporanee di artisti inediti, attivi nei luoghi di cura, nei centri di riabilitazione psichiatrica e neurologica, negli atelier in luoghi protetti e dei centri diurni o in situazioni atipiche e originali. Accanto alla collezione permanente, consultabile e aperta al pubblico, saranno organizzate esposizioni temporanee e itineranti verso altre sedi.
Lo spazio restante del grande edificio è suddiviso in Officine, piccoli cantieri, luoghi di formazione del sapere e della sperimentazione.  Cuore pulsante è l’atelier Manica Lunga Officina Creativa, curato con attenzione e professionalità dall’artista Paola Pontiggia, un coinvolgente spazio per l’anima nel quale la diversità viene innanzitutto riconosciuta come valore, un’opportunità di arricchimento umano e artistico per tutti. L’alterità espressiva di ognuno viene sostenuta e valorizzata attraverso una sapiente disponibilità di tempo e spazio fisico, di offerta di materiali e rispetto per ogni unicità. Il grande corridoio che corre lungo l’atelier, un luminoso spazio espositivo è destinato a esperienze e esercizi di curatela per chi, su progetto, ne facesse richiesta.
Villa Cattaneo attraverso il MAI Museo diviene luogo di comunicazione della diversità attraverso l’arte e spazio di accoglienza per studiosi, ricercatori e studenti. Spazio sostenuto e animato da un piccolo ma qualificatissimo staff: Paola Pontiggia, Manica Lunga Officina Creativa; Vanda Franceschetti, conservazione e restauro, Alessandra Mantovani, conservazione e catalogazione; Valentina Mantovani, comunicazione e relazioni, con la direzione di Bianca Tosatti (www.maimuseo.org). Un gruppo pensante che ha strutturato un’esperienza che può essere un modello di funzionamento replicabile ed esportabile.
La corrispondenza in termini di cura - estetica e culturale – della ricerca di qualità fra contenitore e contenuto è anche percepibile in maniera evidente nella mostra, Il giardino della conoscenza, dedicata ad Armand Shultess (1901 – 1972), allestita con criteri contemporanei dall'architetto Pier Vincenzo Rinaldi. Mostra imperdibile che ho avuto la fortuna di osservare con Catterina Seia, compagna di viaggio di eccezione per cultura e sensibilità artistica e con la straordinaria guida di Bianca Tosatti che ha arricchito il piacere della visita guidando lo sguardo con la sua ardente narrazione, descrivendo come il paesaggio sdrucciolevole e aspro dei terrazzamenti, della valle ticinese, la casa Schulthess di Auressio e i labirintici percorsi installativi intorno alla tenuta, sono citati nello spazio architettonico rigorosamente mentale della Rotonda di Villa Cattaneo e non ricostruiti banalmente in una sorta di grande presepe artificiale. Gli oggetti in mostra sono reperti sopravvissuti di un insieme che non esiste più: la proprietà nei pressi del Monte Verità dove l’autore realizzò la personale «mappatura proteiforme del sapere nel tentativo di poter riunire intorno a sé un vasta campionatura del mondo, in una sorta di enciclopedia aperta. Assemblaggi di targhe metalliche con iscrizioni multilingue erano appese, inchiodate, legate agli alberi insieme a materiali effimeri e occasionali. La sua casa accoglieva una biblioteca, stipata all’inverosimile, di libri autoprodotti confezionati attraverso collage di riviste, iscrizioni e disegni. Tutto questo venne distrutto alla sua morte dal rogo organizzato dagli eredi: un filmato girato dal regista Hans-Ulrich Schlumpf è testimone dell’empio gesto».
Schultess fu scoperto e studiato, con abnegazione, dall’artista Ingeborg Luescher e valorizzato, dopo la sua morte, in una sezione della mostra Le Mammelle della Verità dallo storico dell’arte e curatore Arald Szeemann, in Casa Anatta, una delle residenze storiche del Monte Verità, nel 1978.  Stessa selezione di opere, più alcuni libri conservati dalla Collection de l’Art Brut di Losanna, sono in mostra al museoanche per «celebrare due menti, quella di Schulthess e quella di Szeemann, a loro modo diversamente enciclopediche».
Lasciando a malincuore il MAI Museo mi auguro che sia un arrivederci a breve e che, con Bianca Tosatti e il suo staff, si possa intraprendere un cammino comune rivolto sia al sostegno, pubblico e privato, che tale neonata impresa merita - quale esempio di salvaguardia di un bene comune dai più sottovalutato - sia di scoperta e studio del patrimonio, inedito e a rischio di dispersione,  prodotto dagli artisti irregolari del territorio piemontese. Opere e autori che in una indagine in collaborazione con il MAI Museo potrebbero trovare chiavi di lettura scientifiche, nonché ipotesi di future valorizzazioni, tutela e riconoscimenti.

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