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La strategia dell’Aga Khan Trust for Culture

  • Pubblicato il: 15/10/2018 - 00:02
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Benedetta Bodo di Albaretto
L'Aga Khan Trust for Culture (AKTC), fondata nel 1988 a Ginevra, in Svizzera, nasce come istituzione filantropica privata ed è parte integrante dell'Aga Khan Development Network (AKDN), una realtà operativa a livello internazionale voluta da Sua Altezza l'Aga Khan che comprende anche una Fondazione. Composto da diversi dipartimenti con compiti specifici ma complementari, ognuno di questi è finalizzato a migliorare le prospettive di vita delle persone nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Asia e Africa, attraverso canali economici, sanitari, piani didattici a sostegno dell’istruzione e della cultura. L’Ente è impegnato nel restauro del suq più antico di tutto il Medio oriente, il suq Al-Saqatiyya  costruito circa 1.100 anni fa: 12 chilometri interamente coperti che  ospitano  tutta l'attività economica artigianale di Aleppo. Ne abbiamo parlato con Luis Monreal, General Manager dell’Aga Khan Trust for Culture.

Per oltre trent'anni l'Aga Khan Trust for Culture ha dimostrato come la cultura possa essere un motore efficace per migliorare la qualità della vita a livello sociale ed economico anche nelle aree più povere e remote del globo. Al Cairo, Delhi e Kabul, solo per fare alcuni esempi, i progetti di restauro di monumenti, la riqualificazione dei parchi e la creazione di nuovi spazi comunitari hanno fornito a milioni di abitanti un'oasi di pace inimmaginabile ed hanno ridato speranza a comunità che sembravano destinate e rassegnate ad un declino progressivo ed inevitabile.
 
Il programma generale dell’AKDN è costantemente tarato in modo da rivestire nel tempo il ruolo di catalizzatore di idee e risorse improntate sulla volontà di garantire una migliore qualità della vita, in molti casi a cominciare dalla conservazione e la rivitalizzazione dei beni culturali. Questo obiettivo è stato raggiunto passo dopo passo – e vi si continua a lavorare costantemente - anche grazie al sostegno delle tradizioni culturali e la creazione di programmi educativi che favoriscano la comprensione e l'identificazione dell'eccellenza architettonica, fattori che influiscono positivamente sul modo in cui le persone vivono, lavorano e interagiscono sul territorio.
 
Sebbene le sfere di attività e competenze differiscano – concentrate su sviluppo sociale, economico ed infine culturale - le istituzioni AKDN condividono tre principi fondamentali: la dedizione ad uno sviluppo autosufficiente, che possa contribuire al progresso economico a lungo termine e all'armonia sociale; l'impegno perchè la partecipazione delle comunità locali a tutti gli sforzi di sviluppo sia cospicua e entusiasta; e infine, lo sforzo congiunto affinchè tutte le istituzioni della rete siano volte a creare una condizione di responsabilità condivisa che porti ad un cambiamento positivo, lavorando attivamente alla ricerca di potenziali partner - da università e governi, fondazioni e agenzie di sviluppo internazionale, a donatori o investitori individuali e aziendali - sulla base di collaborazioni, obiettivi condivisi e della complementarietà delle risorse.
Tutti i programmi della Fondazione hanno quindi le stesse finalità ultime, ma perseguono gli obiettivi sopra citati in modi distinti, con le proprie coperture geografiche e tenendo ben presente il proprio target di pubblico. Tutti organizzano ed utilizzano workshop, seminari, pubblicazioni e media per stimolare la riflessione e diffondere i risultati, anche se la forma e il contenuto variano in base alle esigenze di ciascun programma.
 
Ad esempio, Radwan Khawatmi, membro del board of directors dell’Aga Khan Museum, siriano di Aleppo ed imprenditore e cittadino italiano da oltre quarant’anni, è parte attiva nei progetti della Fondazione che da oltre 35 anni supportano il restauro dei beni culturali compromessi in Medio Oriente, ed in particolare, in tempi recenti, quelli distrutti dall’Isis, come la moschea di Aleppo. È appena iniziato il restauro del suq più antico di tutto il Medio oriente, il suq Al-Saqatiyya che, costruito circa 1.100 anni fa, è lungo 12 chilometri, è interamente coperto ed ospita tutta l'attività economica artigianale di Aleppo.
 
Abbiamo parlato con Luis Monreal, General Manager dell’Aga Khan Trust for Culture, delle altre iniziative legate al restauro e alla tutela dei beni culturali, per capire meglio le strategie dell’AKDN in termini di costruzione e valorizzazione del patrimonio.
 
L’Aga Khan Development Network si compone di una serie di agenzie tra cui troviamo l’Aga Khan Foundation, mentre l’Aga Khan Trust for Culture coordina le attività culturali del Network, comprese le iniziative legate alla conservazione e tutela del patrimonio artistico proposte dall’Aga Khan Museum e dall’Aga Khan Program for Islamic Architecture. Esiste un archivio dei progetti di conservazione e ricostruzione portati avanti o conclusi in questi anni dall’AKTC?
L’AKTC ha un duplice approccio rispetto alla diffusione dei suoi progetti, da un lato si rivolge al grande pubblico, raggiunto e coinvolto attraverso una serie di monografie che raccontano i progetti come casi di studio che ne tracciano storia, contesto, fasi di sviluppo, descrizione, obiettivi, impatto e risultati. Finora sono stati pubblicati quattro volumi ed altri andranno ad arricchire la serie e sono già in lavorazione. In secondo luogo l’AKTC, in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology, ha sviluppato, creato e gestisce Archnet.org, una risorsa intellettuale ad accesso libero incentrata sull'architettura, l'urbanistica, la progettazione ambientale e paesaggistica, la cultura visiva e le problematiche di conservazione relative il mondo musulmano. La missione di Archnet è fornire un accesso immediato ad un materiale visivo e testuale unico per facilitarne la divulgazione ed incentivare l'insegnamento e la promozione di un lavoro professionale di alta qualità. Per questo motivo la biblioteca digitale di Archnet raccoglie principalmente la documentazione relativa i progetti di AKTC prodotta attraverso il programma Aga Khan Award for Architecture and Historic Cities, nonchè le risorse legate al programma Aga Khan per l'architettura islamica di Harvard e del MIT.
 
L’archivio è dunque consultabile e permette di capire la complessità dei cantieri e dei progetti stessi, per approfondire il lavoro dei vostri tecnici e dei restauratori coinvolti?
Archnet è completamente aperto e accessibile e include anche tutte le pubblicazioni di AKTC, compresi gli atti dei seminari e la documentazione approfondita dell'Agha Khan Award for Architecture, che attua uno dei processi più rigorosi per la raccolta di informazioni, messo a punto attraverso interviste ai clienti, utenti, architetti e la raccolta di immagini e video. Inoltre, il nuovo programma educativo di AKTC mira a raccogliere queste risorse uniche per produrre curricula e risorse didattiche per gli studenti di architettura, rendendo consultabili e più facilmente disponibili le migliori pratiche messe in atto e le lezioni apprese. Questo viene fatto in collaborazione con istituti scolastici di tutto il mondo, e l'output risultante è condiviso su Archnet.
 
Per quanto riguarda la tutela del patrimonio architettonico, l’AKTC opera prevalentemente in Medio Oriente, è corretto? Può raccontarci se l’impegno in tal senso è nato proprio dall’esigenza di ricostruire i beni compromessi dall’Isis, o se ha radici più longeve?
L’AKTC ha lavorato principalmente in Asia, ma non specificamente con un focus sul Medio Oriente. Abbiamo lavorato - e tuttora operiamo - ad Al-Azhar Park al Cairo, ed abbiamo completato il restauro di tre cittadelle in Siria prima del conflitto. Attualmente il focus delle attività dell'AKTC è incentrato su Afghanistan, Pakistan e India, anche se abbiamo progetti anche in Mali e Malesia ed abbiamo recentemente aperto un giardino islamico per il XXI secolo a Edmonton, in Canada. L'impegno dell'AKTC per la rinascita del patrimonio culturale non è una risposta all'ISIS, ma mira a migliorare la qualità della vita di milioni di persone nelle città storiche del mondo musulmano. La conservazione non consiste semplicemente nel preservare il passato, il significato ed il motore di questi progetti nel mondo contemporaneo, con le sue numerose sfide, è quello di far rivivere la memoria storica e, così facendo, infondere un senso di orgoglio, rafforzare l'identità e migliorare la vita delle persone.
 
Come vengono proposti e selezionati i progetti da sostenere? Quanti cantieri vengono attivati contemporaneamente, è possibile che lavoriate a più di un progetto nello stesso momento? So che al momento siete impegnati sul suq Al-Saqatiyya, il minareto della moschea degli Omayyadi, ed avete in previsione per il 2019 il centro storico di Aleppo, che certamente durerà diverso tempo.
I progetti sono selezionati in base a criteri rigorosi stabiliti dal consiglio di amministrazione di Aga Khan Trust for Culture. A volte l’AKTC viene contattato da un partner governativo e invitato a supportare un progetto come partner tecnico, oppure si rivolgono a noi agenzie di finanziamento internazionali alla ricerca di un partner affidabile per implementare progetti complessi. Le attività sono strutturate perché, dopo un investimento iniziale di capitale da parte di AKTC, possano essere autosufficienti, ed abbiamo avuto la riprova che sia un approccio vincente grazie ai risultati ottenuti al Cairo ed a Kabul. Se impostati correttamente e attivati nelle giuste condizioni, questi progetti possono essere motori economici e trampolini importanti per lo sviluppo sociale, possono innescare cambiamenti positivi in termini di occupazione locale, attività imprenditoriale e sviluppo culturale anche laddove prima non esisteva nulla del genere. Si tratta di iniziative che possono avere un impatto positivo ben oltre la conservazione, possono promuovere il buon governo, rafforzare la società civile, produrre un aumento dei redditi e fornire opportunità economiche per promuovere una migliore gestione dell'ambiente.
 
L’AKDN prevede un investimento mirato per ogni progetto di restauro, ha una strategia in merito per sostenere il programma di ricostruzione di anno in anno?
I progetti AKTC nel campo del restauro, della conservazione e della rigenerazione urbana sono co-finanziati al 74% da governi e partner privati
. I nostri progetti sono a lungo termine ed in molti casi, attraverso partenariati pubblico-privato, gestiamo e monitoriamo le risorse che creiamo o riabilitiamo. Nel modello dell’AKTC, queste attività sono progettate per produrre un'eccedenza di entrate rispetto alle spese, in modo che il surplus venga reinvestito in attività di sviluppo sociale e iniziative a beneficio della popolazione che vive attorno ai beni storici oggetto di intervento.
 

 
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Photo Credits: Plasterwork on column capitals painstakingly cleaned and restored, Noh Gunbad Mosque, Balkh, Afghanistan