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La Fondazione Antonio Ratti presenta FAR Artists Limited Edition Series

  • Pubblicato il: 15/12/2015 - 12:52
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo

A Milano, presso lo spazio H+, La Fondazione Antonio Ratti presenta le prime tre edizioni limitate del progetto nato in collaborazione con gli artisti visiting professor del CSAV-Artists Research Laboratory per sostenere i nuovi talenti dell’arte contemporanea
 
 
 
La stola di Matt Mullican, le cravatte di Giulio Paolini, lo scialle di Joan Jonas sono stati prodotti in tiratura limitata (160) dalla Ratti SpA, inutile dirlo, con materiali di altissima qualità e tecniche artigianali. Ogni oggetto venduto, accompagnato da certificato di autenticità firmato e numerato dall’artista, contribuirà a sostenere le attività del laboratorio di ricerca per artisti che la Fondazione Ratti organizza annualmente presso la sua sede e giunto quest’anno alla sua XXI edizione.
Diretto da Annie Ratti, Il CSAV - Artists Research Laboratory, ex Corso Superiore di Arti Visive, è il nucleo centrale dell’attività didattica della Fondazione. Durante una residenza di circa quattro settimane, venti giovani artisti provenienti da tutto il mondo e accuratamente selezionati, prendono parte ad un percorso sperimentale affiancati da un artista di fama internazionale invitato a ricoprire il ruolo di visiting professor.
Il laboratorio si propone come un’officina creativa che prende le distanze dai tradizionali metodi di insegnamento e introduce elementi d’interazione, improvvisazione e dibattito che hanno lo scopo di ampliare ed approfondire le conoscenze pratiche e teoriche nelle arti.
All’interno di questo ambiente dinamico, che ospita workshop, conferenze e dibattiti con curatori e artisti provenienti dalle più diverse discipline, hanno collaborato con il CSAV artisti di fama internazionale come Tacita Dean (2014), Jimmie Durham (2004), Marina Abramovič (2001) Allan Kaprow (1997) e Joseph Kosuth (1995).
Antonio Ratti
Imprenditore tessile di grande successo, Antonio Ratti nacque a Como nel 1915, dove trent’anni dopo fondò la “Tessitura Serica Antonio Ratti" oggi Gruppo Ratti, uno dei più importanti produttori al mondo di tessuti ad alto contenuto tecnologico-creativo.
Guidato oggi dalla figlia Donatella Ratti e quotato in borsa dal 1989, il gruppo collabora da sempre con i più celebri brand della moda internazionale, realizzando circa 6 milioni di metri di tessuto all’anno in tre diverse sedi con circa 800 dipendenti (Fonte Sole24 ore, dati 2013). Un totale di 1.900.000 capi venduti, 90,7 milioni di euro di fatturato, di cui il 61% all'estero (Fonte: Borsa Italiana, dati anno 2011).
Nominato nel 1972 cavaliere del lavoro, Antonio Ratti fu un grandissimo appassionato di seta e dell’arte in genere, passioni che mise al centro della sua vita, dapprima attraverso la sua attività imprenditoriale, in seguito legando il suo nome ad importanti istituzioni culturali come il Guggenheim, il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di New York, Palazzo Grassi di Venezia, Palazzo Reale e il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano.
Tra i contributi più significativi, il finanziamento per la creazione del centro per la catalogazione, conservazione ed il restauro delle collezioni tessili di proprietà del Metropolitan Museum divenuto nel 1995 l'Antonio Ratti Textile Center.
La Fondazione
Mecenate instancabile e particolarmente sensibile ai temi dell’innovazione, nel 1985 l’imprenditore crea La Fondazione Antonio Ratti, uno spazio dedicato alla ricerca e sperimentazione nel campo del tessile e delle arti visive. Sotto la direzione di Bartolomeo Pietromarchi e la presidenza di Annie Ratti, la Fondazione ospita oggi una biblioteca di oltre 8 mila volumi d’arte e di moda, il Museo Studio del Tessuto (inaugurato nel 1998) ed il CSAV - Artists Research Laboratory, oltre a lectures, workshop e seminari.
Negli spazi della magnifica Villa Sucota, tra Como e Cernobbio, la FAR esplora e sostiene il contemporaneo dando l’opportunità a giovani talenti, intellettuali e studiosi di approfondire e portare avanti i propri progetti e ricerche.
Un dialogo costante tra presente e passato, tra tradizione e innovazione, del quale, ancora una volta, la filantropia è motore principale.
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