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La Fertilità ha il suo Atlante, a Napoli

  • Pubblicato il: 09/12/2011 - 09:48
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Anna Follo

Napoli. Palazzo Ruffo di Bagnare, sede della Fondazione Morra, dal 9 dicembre al 12 gennaio appuntamento con «l’Atlante delle Fertilità». La mostra, curata dal direttore della Fondazione Raffaele Morra e da Loredana Troise si muove sulle tematiche di interdisciplinarietà e di impiego di medium diversi, centrali nella ricerca condotta dall’ente che vuole essere  «un Centro di Documentazione, ricerca e formazione  attraverso l’implementazione informatica di testi, immagini ed eventi a partire dalla metà del XX secolo per la sistemazione del “discorso” sulle arti visive e la diffusione delle esperienze; dal Dipartimento per il Cinema Sperimentale Indipendente e dal Centro per le Arti Performative e Multimediali per incoraggiare il dialogo tra la tecnologia e le arti».

La poetica di Domenico Mennillo si rispecchia nella mission della fondazione. L’artista ha fondato nel 1999 con Rosaria Castiglione  l’Associazione Culturale LunGrabbe,  che «svolge un lavoro di sperimentazione sui luoghi altri delle arti e del teatro (boschi, spiagge, campagne, cortili e stanze di palazzi pubblici e privati, aree dimesse ecc…) realizzando spettacoli, azioni, mostre, film e pubblicazioni di ricerca letteraria».

«Atlante delle Fertilità» è un progetto complesso che comprende lavori inediti sia poetici, sia visivi e sonori realizzati tra il 2008 e il 2011 tra New York, Napoli e Parigi, per i quali Mennillo ha costruito un set, sull’installazione per  la Fondazione Morra.
Il titolo del lavoro rimanda a quello che stato il riferimento intellettuale e affettivo del progetto, cioè il celebre «Atlante della Memoria» o «Mnemosyne» di Aby Warburg.
Nel 1929 Warburg tenne alla Biblioteca Hertziana di Roma la conferenza su «Mnemosyne», esponendo il progetto di un atlante illustrato, «Bilderatlas Mnemosyne», dedicato alle emigrazioni e sopravvivenze delle antiche immagini di divinità nella cultura europea moderna. La composizione dell’atlante fu un’operazione travagliata, varie volte rivisitata e modificata e il lavoro è oggi conservato in forma di pannelli sciolti presso il Warburg Institute di Amburgo.
Il progetto di Mennillo si articola in tre stanze-installazioni, organizzate secondo il principio dell’ars combinatoria formulato da Leibniz e poi a lungo ripreso nella cultura occidentale, secondo cui è possibile un’organizzazione simbolica dei concetti in segni geometrici o algebrici, che permettono combinazioni, che nella reciprocità presentino una “mappa universale” dei concetti.

In «Atlante della Fertilità» l’uso di diversi media e la ricchezza di riferimenti culturali provenienti da ambiti di studio molto diversi, dalla filosofia alla scienza, ci richiamano a un ri-pensamento sociale che si fondi sul dialogo tra conoscenze.
Per la prima installazione l’artista si è ispirato alle «Additions de la troisième édition des Fleurs du Mal» di Baudelaire, di cui l’artista ha curato la traduzione.  La seconda è influenzata dalle incisioni impiegate Giordano Bruno per illustrare i suoi lavori filosofici.  Nella terza e ultima stanza, l’artista si è avvalso della collaborazione del musicista e compositore Nino Bruno per creare un’installazione sonora battezzata «Sonorizzazione per macchine desuet»e ispirata da un poema inedito dello stesso Mennillo composto tra il 2008 e il 2011. Si intitola, non a caso, «Atlante della Fertilità» e vuole essere una «piccola cartografia poetica della città di Napoli, fra la Campania e il basso Lazio».
Punto di partenza del lavoro è sempre la poesia intesa come ricerca di una visione ampia, totale delle cose.

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