L’estetica del «No»
Napoli. Fino al 19 marzo il Madre apre il secondo piano alle opere di Mario Persico (Napoli, 1930). Nonostante i contatti con molte delle più interessanti correnti delle arti visive contemporanee, Persico ha mantenuto sempre un saldo legame con la città di Napoli. L’intensità di questo rapporto è dimostrata dalla sua partecipazione al gruppo ’58, movimento che si opponeva a un astrattismo diventato puro esercizio accademico e intendeva collegarsi ai nuovi movimenti artistici internazionali, senza rinunciare alle specificità della cultura napoletana, ma anche dalla fondazione di due riviste, «Documento Sud» e «Linea Sud». Persico è noto per le «opere praticabili», costruite come me strutture aperte: sono lavori tridimensionali allungabili, in legno e altri materiali dai colori vivaci, in cui con ironia l’autore mescola oggetti eterogenei, che il fruitore può modificare a suo piacimento. L’ironia non esclude una critica analisi storica e sociale, plasmata dalla lunga militanza politica di Persico. L’eco di questa denuncia sfocia nella serie di «sedie dell’isteria» e della «tortura», realizzate tra il ’71 e il ’75, e il grande «NO» (nella foto) che dà il titolo alla mostra.
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