Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Italia non profit: la piattaforma digitale dedicata al Terzo settore accessibile, chiaro, trasparente

  • Pubblicato il: 15/02/2017 - 10:30
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo

Presentata il 25 Gennaio a Milano, la piattaforma gratuita “Italia non Profit” è un archivio digitale dinamico dove associazioni, imprese e persone fisiche possono trovare informazioni dettagliate e qualificate sugli enti non profit, sulla loro salute economica, trasparenza e proattività sul territorio. Nata con la promessa di rivoluzionare il sistema filantropico in Italia, l’iniziativa intende valorizzare il terzo settore, sostenendo la diffusione della cultura del dono e della donazione consapevole

Italia non profit nasce da un idea di Giulia Frangione e Mara Moioli, giovani cofondatrici della start-up innovativa a vocazione sociale e società benefit Open Terzo Settore.
L’obiettivo? Colmare i gap informativi riguardo ad un settore estremamente rilevante e produttivo, da sempre incapace di emergere e promuovere se stesso, e sostenerne la diffusione della cultura del dono e della donazione consapevole.
L’assenza di un registro unico consultabile e come unico parametro di riferimento il secondo, e ultimo, censimento Istat del 2011 - nel quale si delineava un settore con 680.811 dipendenti, che genera il 4% del PIL italiano - rendono Italia non profit uno strumento estremamente atteso e necessario.
Incontriamo le due ideatrici per farci raccontare qualcosa di più del progetto.

Come nasce questa avventura? Da quali esperienze provenite?
È iniziato tutto quattro anni fa grazie ad una Borsa di Ricerca sostenuta dalla Fondazione CRT che mi ha consentito di collaborare col Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, sviluppando una analisi relativa ai comportamenti donativi digitali, trasformatasi poi in uno studio di fattibilità imprenditoriale.
Ho così studiato modelli internazionali di successo che negli Stati Uniti rilevavano come ad una maggiore percezione di trasparenza e accountability rispetto al non profit corrispondessero a comportamenti donativi molto più fidelizzati, a lungo termine e generosi. E come più in generale sistemi con informazione più profonda e diffusa, impattassero positivamente sulla cultura del dono e sulla filantropia.
Mara (Μοioli), cofondatrice, si è sempre occupata di non profit e ai tempi lavorava in una società di consulenza, all’interno della quale ci siamo conosciute. Insieme, partendo dalla ricerca, e condividendo una grandissima passione per il Settore, abbiamo iniziato a chiederci come questi nuovi modelli potessero essere declinati nel nostro Paese riadattandoli nel modo giusto al quadro normativo italiano.
Dopo due anni e mezzo di ricerca, progettazione e un lungo percorso fatto di test, analisi, interviste e focus group al fianco degli enti e degli operatori del Settore, il progetto è divenuto una vera e propria impresa. Nel Marzo 2016 ci siamo costituiti, insieme ad altri due soci investitori, come start up innovativa a vocazione sociale, società benefit.

Italia non profit è una piattaforma che promette di rivoluzionare il sistema filantropico Italiano, di ridurre le asimmetrie informative e soprattutto di lavorare sulla divulgazione e promozione della cultura del dono. Come avete progettato il portale?
Obiettivo finale di Italia non profit è lavorare sull’allargamento del marketplace filantropico in Italia, ovvero espandere “la torta” delle donazioni nel nostro Paese. Quello Italiano è un contesto nel quale la cultura del dono fa fatica ad affermarsi e da molti anni si parla della necessità di aggregare informazioni, produrre conoscenza creare delle policy ad hoc, che facciano aumentare la cultura del dono e la diffondano maggiormente.
Non intendiamo tanto concentrarci su come questa torta viene divisa, quanto creare i presupposti per una cultura del dono più diffusa, a beneficio di tutti: le grandi e piccole organizzazioni, quelle estremamente note e quelle poco conosciute che però impattano molto sui territori.
Vorremmo inoltre poter contribuire ad un cambio di passo rispetto a quello che è l’approccio al dono, uscire dalla logica della beneficienza passiva e passare ad una concezione del dono un po’ più attiva, vissuta come un contributo al benessere collettivo e investimento sul futuro.
Per noi la donazione assume questo significato, motivo per cui è così importante il legame con il bagaglio di informazioni disponibili: esattamente come maggiori informazioni in altri mercati consentono un incontro tra domanda e offerta migliore e più efficiente, allo stesso modo il mercato filantropico ha bisogno della stessa linfa, dello stesso confronto generativo.

Come il portale accoglie queste volontà?
Quella on line ora è una versione beta, ma stiamo già lavorando ad una versione più evoluta che sarà lanciata a breve. In questa prima fase il portale ha l’obiettivo di coinvolgere gli enti non profit: tutte le organizzazioni, indipendentemente da forma giuridica, dimensione economica, area di attività, possono iscriversi gratuitamente e compilare il questionario di Italia non profit. Una chiamata alla quale gli enti stanno rispondendo benissimo, dopo la presentazione alla stampa, se ne sono registrati altri 110 da tutta Italia, e il numero è in continua crescita.
A partire da Marzo, rivolgeremo la comunicazione sempre di più verso gli utenti, per avvicinare chi già dona e chi ancora non lo fa: la nuova versione sarà sempre più dialogica e interattiva, proprio per avvicinare diverse tipologie di donatori e fornire informazioni a diversi livelli di complessità e dettaglio.

Le organizzazioni hanno dunque un profilo parlante, come presentate queste informazioni e come vengono raccolte?
Le informazioni vengono raccolte attraverso un questionario molto ricco sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo che va a sondare anche le zone solitamente meno raccontate degli enti. Da questo, dopo la verifica e la rielaborazione delle informazioni, viene generato un profilo per ogni ente che lo racconta a 360 gradi, attraverso tre macro aree di analisi: salute economico-finanziaria, governance e accountability, attività e modello di intervento, con analisi storiche.
Non solo l’aspetto dei dati dunque, perché quello che Italia non profit proprio non intende essere è un profilo di anagrafiche o un database di informazioni asettiche e meramente numeriche. Crediamo che le informazioni, i dati e la conoscenza possano aiutare il Settore a raccontarsi e valorizzarsi, ancor di più all’esterno. Per questo motivo vogliamo lavorare con imprese, fondazioni e stakeholder strategici della filantropia, per supportarli nella comprensione e analisi e “valutazione” del Settore e delle organizzazioni che lo compongono.

In termini di impatti positivi per gli enti, quali riscontri avete raccolto fino ad ora?
Bisogna fare un discorso diverso per le grandi, grandissime, medie e piccole organizzazioni, che reagiscono in modi diversi perché hanno bisogni distinti. Per le grandissime essere su Italia non profit significa scegliere di avere visibilità su un portale indipendente, quindi far trovare informazioni molto chiare e trasparenti su un canale che non sia quello autoreferenziale e istituzionale.
Le piccolissime invece ci hanno scritto che dovendo compilare il form sono riuscite per la prima volta ad organizzare le loro informazioni in un modo sensato e comprensibile.
Più in generale, c’è poi il bisogno di sapere che non sono soli, che altri enti possono avere le medesime problematiche e che per questo possono scoprire delle cose e risolvere delle problematiche attraverso un confronto generativo che presuppone la presenza di un aggregatore.

Ritornando alla nuova versione della piattaforma, quali contenuti aggiuntivi troveremo?
Stiamo preparando nuovi contenuti fra cui infografiche e report: ci interessa infatti trovare modi efficaci e comunicativi per raccontare il grande bagaglio di dati di Italia non profit, affiancandoli a news e contributi di esperti. Intendiamo trattare tutti quegli aspetti poco discussi in modo trasparente cercando di abbattere stereotipi o informazioni inadeguate che riguardano concetti specifici come quello ad esempio del volontariato. Su questo aspetto è molto importante raccontare la diversificazione del terzo settore, fatto di volontari e donatori, ma anche di professionisti e grandi imprese. Evidenziando le dinamiche che lo diversificano dagli altri settori, intendiamo combattere tabù e alimentare il clima di reciproca fiducia imprescindibile per la crescita delle donazioni nel Paese.

Maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/italianonprofit/
https://www.youtube.com/watch?v=n8fic9QoCiM