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Il dialetto universale e democratico della Sicilia: Fondazione Fiumara d’Arte

  • Pubblicato il: 07/06/2014 - 09:36
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Claudia Ferrini

Catania. Nel 1983 Antonio Presti, Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte (www.ateliersulmare.it , www.librino.org), ha scelto di destinare il patrimonio personale e tutte le proprie risorse alla società civile, in un intreccio maieutico di valorizzazione della coscienza collettiva, estetica ed etica.
Ha offerto alla sua Sicilia, già connotata di per sé da un eccezionale patrimonio culturale e paesaggistico, un ulteriore presidio di bellezza finalizzato al riscatto e alla riqualifica di alcuni luoghi di mancamento, quali periferie, aree degradate, depresse o svilite, edificando nuovi spazi di valorizzazione culturale e orgoglio identitario sulle macerie, anche morali.
Le attività della Fondazione sono interpreti di una liturgia impostata sui concetti di «bello», in cui si traduce ogni forma di vita, e «dono», sottolineato anche dalla scelta di non ricorrere a contributi pubblici. Di una simmetria di rotazione che negli anni è sembrata vegliare sull’isola mettendo in moto un’operosa positività intellettuale. In contrasto con l’immobilismo di un sistema politocratico ostruzionista, ha contribuito a svelarne i paradossi opponendo come strenue resistenza la politica innovativa dell’arte, intesa come veicolo di spiritualità e conoscenza,  depositaria dei criteri di progresso capaci di risvegliare potenzialità dormienti.
«Qual è il segreto di Antonio Presti, un personaggio a metà tra il sacerdote della bellezza ( Presti oltretutto vuol dire prete)  e l’agitatore sociale e  politico? Mettere costantemente in scacco le istituzioni attraverso quella che Gregory Bateson chiamerebbe la strategia del doppio vincolo, cioè una tattica che costringe l’avversario in un angolo qualunque scelta questi faccia. Un esempio: costruire un’opera d’arte su un terreno demaniale ricorrendo alle tecniche dell’abusivismo edilizio. Il risultato è che se l’autorità accetta l’abuso va contro la legge e non può  far finta, come succede per le altre costruzioni illegali, di non accorgersene. Se, invece, decide per l’abbattimento si trova nella insopportabile posizione di chi se la prende con un’opera d’arte, che e' un sicuro bene per la collettività, mentre invece può essere accusato di non fare nulla contro l’abusivismo speculativo, che invece realmente distrugge lo spazio pubblico» dice Luigi Prestinenza Puglisi (Presidente AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica).
Fiumara d’Arte ha sostenuto una delle più significative operazioni italiane di valorizzazione, di comprensione del territorio e del sentir comune, facendo dell’impegno etico un tangibile strumento di partecipazione, condivisione, di libertà, un sentimento intonato con le possibilità di accertamento, da parte di tutti, di quella corrispondenza esistenziale che lega arte, vita, simbolo, azione e cosa pubblica.
La geografia artistica di Fiumara d’Arte si sviluppa infatti tra i comuni della valle dei Nebrodi, come un parco di sculture monumentali eseguite da artisti italiani e internazionali (primo a intervenire in ordine cronologico Pietro Consagra) e donate alla comunità come nuovo itinerario di simbiosi tra i linguaggi dell’arte contemporanea e l’aspra bellezza del paesaggio. Riconosciuto nel 2006 su intervento del Quirinale come Primo Parco Naturale d’Arte Italiano, e istituito come percorso turistico culturale dalla Regione Sicilia, è stato sottoposto nei precedenti vent’anni al rischio di demolizione perché percepito dalle autorità come figlio di abusivismo edilizio e occupazione del suolo pubblico.
Prosegue 2 km più in là, a Castel di Tusa, presso l’Atelier sul mare,  il primo rivoluzionario art hotel italiano, passa per Chilometri di Tele e porte della Bellezza. Per Librino, periferia catanese dove bambini, studenti e gli abitanti tutti partecipano alla realizzazione di un grande museo della fotografia all’aperto. Attraversa quartieri e strade emozionali, di testimonianza in testimonianza, non conosce proprietà privata. Corre inarrestabile con il Fiume Oreo dell’umanità e come un flusso di coscienza continua a raccontarsi attraverso le parole, lo stupore della gente.
Una geografia pedagogica, anche, che ha coinvolto recentemente il comune di Santo Stefano di Camastra (Messina) non solo nella progettazione di un porto d’arte, capace di polarizzare l’attenzione del turismo e attrarre investitori internazionali, ma anche nell’istituzione di un’Accademia d’arte. Quest’ultima offrirà ai giovani un’educazione alla conservazione e al restauro dei beni archeologici, alla valorizzazione e progettazione dell’arte e dischiude, da un punto di vista teorico, alcune riflessioni attorno al ruolo e al metodo delle accademie ai giorni nostri, tra ottimizzazione della didattica e inserimento nel tessuto imprenditoriale. Interviene a tal proposito Antonio Presti: «Personalmente ho un grande desiderio di onorare le arti, di accrescere il prestigio degli artisti e di istituire corsi di insegnamento di alto livello con la creazione di un'Accademia che riunisca le arti della pittura, della scultura e della conservazione del contemporaneo collegate tra loro dall'uso di laboratori attivi, che contribuiscano alla formazione di una cultura artistica internazionale. Ed è per questo mia intenzione di intraprendere il laboratorio del restauro come si faceva un tempo, quando si utilizzavano le pinacoteche e le collezioni private (ad esempio l'Accademia di Brera). La mia Accademia utilizzerà come laboratorio attivo il museo-albergo Atelier sul Mare, il parco di Fiumara d'Arte, il museo Terzocchio Meridiania di Luce a Librino (Catania) e la collezione privata della Fondazione Fiumara d'Arte».
Al fondo dell’iniziativa giacciono desideri e aspettative comprensibili in un’ottica di progresso e di conquista universale della libertà di pensiero, di conoscenza, di azione.
«Tutto il mio patrimonio artistico - aggiunge Presti - sarà donato ai giovani che dovranno esserne custodi e strenui difensori, con l’opportunità di fare cultura attiva, attraverso il confronto diretto con le grandi opere storicizzate della Fiumara d’Arte.  Donare occasioni di didattica di eccellenza con progetti che si calano e arricchiscono il programma dell’Accademia, avvicinando le  arti alla vita e alla sensibilità dei giovani che saranno la società del domani, significa creare una generazione nuova e libera di cittadini illuminati. Il mondo di oggi e ancor di più quello di domani ha bisogno di nutrirsi di cultura. L’Accademia di Belle Arti Fiumara d’Arte sarà il primo percorso didattico, a valenza artistica e a carattere internazionale, in grado di assicurare, dalla scuola media fino al diploma di laurea, un iter formativo strettamente collegato al mondo imprenditoriale della ceramica, ma soprattutto al grande patrimonio artistico monumentale di Fiumara d’Arte, oltre che a quello dell’area archeologica di Halaesa che si vedrebbe fortemente rivalutata. In particolare, il progetto accademico prevede il completamento del percorso artistico didattico che offra opportunità di specializzazione su tre aree: il designer della ceramica artistica e delle arti applicate; il restauro e la conservazione di arte contemporanea; il restauro e la conservazione dei beni archeologici».

Ugualmente, la ricchezza di suggestioni poetiche e la sensibilità rivolta allo spirito caratterizzano gli eventi realizzati dalla Fondazione. Una missione universale e collettiva che esprime il potenziale del rinnovamento, dotandosi di rituali, simboli e appuntamenti importanti, il prossimo dei quali svilupperà il tema della luce e avrà luogo a Motta d’Affermo in occasione del prossimo solstizio d’estate.

«Il rito - conclude Presti -  è il ciclo della luce, ci si nutre di essa dalla sua genesi al suo calare. Nutrendosi di quella stessa luce circolare dall'alba al tramonto il rito diventa rapporto con la luce universale, e si completa seguendo la luce dal suo nascere al suo tramonto rimanendo sempre nello stesso luogo, la Piramide 38º parallelo dell'artista Mauro Staccioli, in contrada Belvedere a Motta d'Affermo (Messina). Dall'alba al tramonto, tra cielo e terra, per nutrirsi delle migliori energie universali, per elevarsi con la purezza di un bambino che guarda meravigliato verso l’alto. Nel prossimo solstizio d’estate, il 21 e 22 giugno 2014, voglio rinnovare ancora una volta l’appuntamento con il Rito della Luce, simbolo di un percorso di rinascita interiore che anela ad un futuro di bellezza interiore. Poesia, arte, fotografia, performance e musica con tanti artisti coinvolti. Perché nell’era dell’autoreferenzialità e della democrazia mortificata dall’arroganza di un potere egoista e miope, la Piramide vuole affermare il potere della spiritualità e della trascendenza. Cima di una cima che domina la costa di fronte alle Eolie, si fa faro che irradia la luce della conoscenza, di cui le arti sono uno strumento indispensabile. La Piramide parla al cuore, arriva alla parte migliore di noi, la eleva agli ideali più nobili e la protegge dal cinismo e dalla meschinità. La Piramide 38° Parallelo – un parallelo molto particolare che dall’altra parte del globo separa le due Coree – verrà aperta in occasione del Solstizio d’estate, sabato 21 giugno, e potrà essere visitata fino al tramonto.  Momento clou del Rito della Luce 2013, domenica 22 giugno. L’appuntamento alla Piramide a Motta d’Affermo in Contrada Belvedere,  sarà difatti all’alba – dalle 5 alle 7 – con letture di poesia, canti, danza, musica, mantra e meditazione del Kundalini yoga, e si rinnoverà nel pomeriggio, dalle 16 alle 21.30. Pubblico e artisti sono invitati a indossare preferibilmente abiti bianchi: un modo per condividere anche visivamente l’anima della Bellezza e della Conoscenza. In occasione del Rito della Luce 2014, al museo-albergo Atelier sul Mare di Castel di Tusa verrà inaugurata la mostra fotografica di Giovanni Pepi».

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