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Fundraising per la cultura: quando, come, dove e perché

  • Pubblicato il: 01/07/2013 - 16:15
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Marianna Martinoni

Bologna. Ad un anno dal terremoto che proprio in Emilia Romagna ha costretto tante realtà culturali, teatri in primis, ad una pausa forzata a causa dei danni subiti, arriva la risposta dell’Assessorato alla Cultura e dell’Istituto per i Beni Culturali. Una giornata interamente dedicata al tema del fundraising in ambito culturale, ovvero alla ricerca di nuove strategie di sostenibilità per le organizzazioni che operano nel settore e che vivono un drammatico ridimensionamento delle fonte di finanziamento tradizionali, fortemente voluta dall’Assessore alla Cultura e Sport della Regione,  Massimo Mezzetti.
Per la Regione il settore culturale coinvolge 32 mila imprese per 78 mila addetti (a fronte di 7.000 impiegati ad esempio da un’azienda come la FIAT). Ciò corrisponde a circa l’8% del totale delle imprese e al 4,5% degli addetti dell’intera economia regionale (fonte: «Emilia Romagna: cultura, creatività e territorio», 2012 - ricerca realizzata da Ervet in collaborazione con l’Osservatorio dello Spettacolo per l’Assessorato Regionale alla Cultura).
Moderatore della giornata, Fabio Mangolini, Responsabile Progetti Speciali per la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara,  che dal terremoto ad oggi  è stato l’anima di una importante campagna di raccolta fondi a favore della rimessa a norma e della rapida ripresa delle attività del teatro ferrarese.  «Il 20 e 29 maggio 2012 sono date impresse nella memoria degli emiliani – dice Mangolini -  non solo per i lutti e per i danni materiali del sisma che ha investito la zona che va da Reggio Emilia a Ferrara, ma anche per la distruzione dei luoghi che più identificano le comunità, il paesaggio umano: le torri, le chiese, i musei, i beni monumentali e, in particolare, i teatri e le biblioteche, veri fulcri, soprattutto nelle zone del cratere, della vita sociale delle comunità locali. La loro chiusura da oltre un anno crea perdita e smarrimento. La lenta ricostruzione dovuta alle difficoltà burocratiche e, soprattutto, economiche ha lasciato per ultimi i luoghi dello “stare insieme”, del confronto, della cultura. Poterli riaprire, renderli di nuovo vivi e in futuro sempre più abitati è un obiettivo fondamentale al quale non possiamo sottrarci» .
Da questo forte appello la decisione di iniziare - con le istituzioni da un lato e le organizzazioni culturali dall’altro - un percorso formativo che apra nuove prospettive per la  ricerca di nuove idee e nuove metodologie che, associate a quelle  consolidate, possano offrire nuove opportunità nella ricerca dei fondi necessari alla ricostruzione, nello specifico, del patrimonio culturale.
Una prima giornata – che ha visto alternarsi le voci di alcuni esperti del settore quali  Luciano Zanin, presidente dell’Associazione Italiana Fundraiser (ASSIF), per fornire stimoli e strumenti concreti, tanto agli amministratori quanto ai funzionari comunali del settore «cultura», sui valori che sottendono il fundraising, in particolare il fundraising territoriale, con un chiaro invito a investire, anche all’interno delle organizzazioni culturali, nella professionalizzazione delle figure preposte a questa attività.
Il termine fundraising ha implicazioni sociali e antropologiche all’interno del tessuto comunitario che presuppongono un’idea di cultura identificata come un bene comune e quindi difesa e garantita, anche attraverso donazioni e aiuti di privati cittadini e imprese.
«Questo non significa – ha concluso l’Assessore Mezzetta – un progressivo disimpegno da parte della Pubblica Amministrazione, ma, al contrario, l’intento comune è andare verso l’adozione di una strategia integrata tra pubblico e privato in cui si possano garantire, tanto per la ricostruzione quanto per il futuro, maggiore sostenibilità e visione prospettica in un continuo avvicinamento fra i luoghi della cultura e le comunità».

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Marianna Martinoni è membro del Consiglio Direttivo di ASSIF - Associazione italiana Fundraising (www.assif.it). Dopo la Laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e un Master internazionale in Comunicazione e gestione delle politiche culturali pubbliche e private, si specializza presso The Fund Raising School dell’Università di Bologna. Da oltre dieci anni svolge attività di formazione e consulente di fundraising per le organizzazioni non profit, in particolare per quelle che operano nel settore culturale.