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Fondata sul dubbio: Ben Vautier apre a Blois la sua Fondation du doute

  • Pubblicato il: 05/04/2013 - 23:50
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Margherita Criscuolo
Ritratto di Ben Vautier

Blois (Francia). Apre al pubblico il weekend del 6-7 aprile a Blois, nella Regione Centro, la Fondation du doute, un progetto dell'artista Ben Vautier (nato a Napoli nel 1935, vive a Nizza). L’ingresso monumentale del sito, che presenta circa 300 opere del periodo Fluxus di 40 artisti, è un cortile ideato da Ben, con la facciata del Conservatorio di musica tappezzata di centinaia di «dipinti-messaggi» posti sul «Muro delle parole». La Cour du doute (Cortile del dubbio) chiama in causa direttamente il visitatore, con domande dove non manca lo humour («Fluxus è un’insalata o un movimento artistico?») e sentenze tra filosofia («Creare è dubitare e dubitare è creare…») e impertinenza. Tutte caratteristiche, queste, che hanno reso Ben molto popolare non solo tra i collezionisti ma anche tra il grande pubblico francese, sulla scia di un merchandising, condotto su larga scala nel Paese, dei suoi lavori, trasformati, loro malgrado, in piatti, penne e portachiavi.
Il dubbio è il compagno dell’artista, è legato a lui da sempre.
Il processo creativo si dispiega sempre nell’erranza, nell’incertezza, nella rimessa in discussione e nella ricerca della scelta giusta. Proprio come nell’aforisma di Georges Braque posto da Ben su un lato del cortile: «Occorre avere sempre due idee, una per distruggere l’altra». Con il suo allestimento suggestivo e colorato, il cortile diventa, secondo il desiderio dell’artista, un luogo di arte totale: l’estate ad animarlo sono installazioni, concerti e performance. Il pannello al neon «Entrate», affisso sopra la grande porta al centro del Muro delle parole, invita ad attraversare la creatività di Ben per immergersi nel cuore della fondazione.
Dopo il Caffè «Le Fluxus», interamente allestito da Vautier e concepito come un’opera, si passa ai piani superiori. Al secondo, da cui si comincia la visita, si trovano documenti storici di Gino di Maggio, direttore della Fondazione Mudima di Milano, e opere allestite in una grande piattaforma aperta di 400 metri quadrati: ci sono lavori, tra gli altri, di George Maciunas, Yoko Ono, John Cage, Robert Filliou e Joseph Beuys. Scendendo al primo invece, in un labirinto di ambienti, si incontrano Allan Kaprow, Wolf Vostell, Philipp Corner e Ben. La Fondation du doute è un luogo singolare dove l’arte, secondo l’affermazione di Robert Filliou, «dovrebbe rendere la vita più interessante all’arte».

da Il giornale dell'Arte, edizione online, 3 aprile 2013