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Due nuovi Premi per la Fotografia da Fondazione Fotografia di Modena con UniCredit e Sky Arte

  • Pubblicato il: 03/07/2015 - 11:56
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Articolo a cura di: 
Roberta Bolelli

Nuovi programmi e strategie per Fondazione Fotografia di Modena che affida «Missioni» a fotografi internazionali e italiani in specifiche aree del mondo in collaborazione con organizzazioni, associazioni e istituzioni locali. Ne parliamo con Walter Guadagnini, titolare della cattedra di Storia della Fotografia e coordinatore del Biennio Specialistico in Fotografia all’ABA di Bologna e Presidente della Commissione Scientifica del progetto UniCredit for Art

Nuovi programmi e strategie per Fondazione Fotografia di Modena – di cui il Gruppo UniCredit sarà «partner» accompagnandone attività espositiva e didattica per tutto il biennio 2015/16 - sono stati definiti dal suo Comitato scientifico formato da illustri esperti operanti in istituzioni internazionali (Michiko Kasahara curatore capo del Metropolitan Museum of Photography di Tokyo, Sandra Phillips curatore senior di fotografia del Museo d'Arte Moderna di San Francisco, Olivier Richon capo del Dipartimento di fotografia del Royal College of Art di Londra, Bas Vroege direttore dell'olandese Paradox).
«Missioni» affidate a fotografi internazionali e italiani in specifiche aree del mondo in collaborazione con organizzazioni, associazioni e istituzioni locali. La Fondazione coprirà i costi di produzione e acquisirà parte delle opere per ampliare la propria Collezione, i cui sviluppi futuri saranno orientati verso le aree geografiche del mondo finora non comprese nelle raccolte (Oceania, Centro America, Canada e Stati Uniti, dagli anni '80 ad oggi).
Promozione e organizzazione di due nuovi Premi di fotografia sempre in «partnership» con UniCredit e in collaborazione con Sky Arte: il Premio Internazionale per la Fotografia e il Premio per la Fotografia Italiana Under40.
Il Premio Internazionale per la Fotografia verrà assegnato ogni due anni a un fotografo vivente che con la sua ricerca artistica ha contribuito significativamente allo sviluppo del linguaggio delle immagini e delle sue molteplici declinazioni. In ogni edizione il Premio sarà dedicato a un tema legato all'attualità: per la prima edizione, il tema è “Identità”. Nella cerimonia di aggiudicazione (a Modena il 5 marzo 2016) la Fondazione, oltre a riconoscere un premio di 70 mila euro, presenterà la mostra personale del fotografo vincitore. Sky Arte HD produrrà due speciali che racconteranno il premio nelle sue diverse fasi, dalle selezioni alla proclamazione in mostra del vincitore.
Il Premio Fotografia Italiana Under 40, anch'esso con cadenza biennale, sarà invece dedicato ad artisti emergenti italiani che indagano il linguaggio delle immagini a tema libero. La partecipazione al premio avverrà attraverso una open call cui è possibile aderire inviando un progetto artistico in forma di serie fotografica, opera video, film, installazione o libro fotografico, realizzato negli ultimi due anni o ancora in fase di realizzazione (per la prima edizione le candidatura al Premio sono state accettate fino al 30 giugno scorso). Il vincitore riceverà un premio di 15.000 Euro e le sue opere entreranno a far parte della Collezione di fotografia italiana contemporanea della Fondazione. Anche in questo caso, in concomitanza con la cerimonia di premiazione, che si terrà a Modena il 5 marzo 2016, la Fondazione presenterà la mostra personale del vincitore e Sky Arte produrrà uno speciale sulle diverse fasi del Premio, dalle selezioni alla proclamazione in mostra del vincitore.
Inoltre, nel prossimo autunno, Sky Arte trasmetterà il programma in 6 puntate Foto Factory Modena, che esplorerà alcuni temi classici per chi ama la fotografia: ritratto, paesaggio, reportage ecc.
Nove studenti (già selezionati attraverso una open call), assistiti da tutor e grandi maestri (tra loro Pino Musi, Toni Thorimbert, Davide Monteleone, Francesca Moscheni e Vincenzo Castella), saranno chiamati a confrontarsi di puntata in puntata con uno di questi temi e, nel finale di ogni lezione, i loro lavori saranno valutati dal docente e dal suo ospite.
Questi nuovi e importanti progetti hanno l’obiettivo di valorizzare la grande fotografia internazionale e insieme dare sostegno e opportunità ai giovani fotografi che operano in Italia. Ne abbiamo parlato con Walter Guadagnini, che rappresenta un punto di osservazione strategico, in Italia e a livello internazionale, all’incrocio tra i diversi mondi della cultura (come titolare della cattedra di Storia della Fotografia e coordinatore del Biennio Specialistico in Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Bologna) ed anche dell’impresa (come Presidente della Commissione Scientifica del progetto “UniCredit for Art”).
 
 
 
Lei da vari anni è presidente della Commissione Scientifica di UniCredit for Art, un progetto che sostiene l'arte e insieme la fotografia, presente nella Collezione corporate del Gruppo con una importante presenza di oltre 4000 immagini dalle origini ai giorni nostri. Seguendo questa vocazione oggi UniCredit sostiene la Fondazione Fotografia di Modena. Quali sono gli aspetti caratterizzanti di questa collaborazione?
Per UniCredit si tratta soprattutto di sostenere un progetto che intende contribuire in maniera significativa a colmare il gap, progettuale ed economico, che divide ancora la fotografia italiana da quella dei paesi con una cultura fotografica più consolidata sia dal punto di vista storico che da quello economico. Da questo punto di vista, le “missioni” e il Premio Internazionale sono senza dubbio un'occasione di visibilità per un istituto italiano come Fondazione Fotografia, così come la collaborazione con Sky può dare visibilità alla fotografia in senso lato, può aumentarne la conoscenza e l'interesse. Il Premio Under 40 invece può incidere direttamente sulla giovane fotografia nazionale. D'altra parte, già alcuni anni fa UniCredit con il Premio Passaporto aveva iniziato un'opera di sostegno alla giovane fotografia italiana, che aveva portato alla realizzazione del volume e della mostra “Muri di piombo” di Eva Frapiccini.
Nel ‘900 la fotografia è stata un grande fenomeno d’innovazione, di comunicazione e anche d’arte. Che cosa può rappresentare oggi, nell’”età post-fotografica” come è stata definita in una sua Conferenza?
Risponderei paradossalmente con gli stessi termini della sua domanda, quindi credo continuerà ad essere un grande fenomeno di innovazione, di comunicazione e d'arte, tenendo però conto che dall'avvento della rete in avanti è cambiato sostanzialmente il contesto all'interno del quale la fotografia vive, e con esso sono cambiate le modalità della comunicazione e stanno cambiando persino le pratiche e le definizioni. Come dice il mio amico e bravissimo artista Francesco Jodice: «Solo quindici anni fa dire ad un amico 'ti invio un film con il telefono' sarebbe sembrato altrettanto delirante che dire oggi 'ti teletrasporto con la caffettiera'».  
 
 
 
La fotografia intesa come arte contemporanea si è affermata definitivamente, ma come si rapporta con la rivoluzione digitale? Dove finisce la tecnica e dove inizia l’originalità e la creatività nell’approccio fotografico?
Penso che la rivoluzione digitale abbia contribuito in maniera determinante all'affermazione della fotografia all'interno dei linguaggi artistici della contemporaneità. Soprattutto perché il digitale ha definitivamente liberato la fotografia da quella presunzione di realtà che l'ha accompagnata dai suoi inizi, causando anche taluni fraintendimenti sulla sua natura. Oggi, grazie alla facilità della manipolazione delle immagini digitali, chiunque è in grado di capire che la fotografia è innanzitutto un'immagine creata dall'uomo, e non l'impronta della realtà. A pensarci bene, è l'ennesimo paradosso della storia della fotografia: è l'evoluzione tecnologica ad aver fatto emergere la funzione dell'uomo.  
 
 
 
Cosa deve fare la fotografia d’arte per caratterizzarsi rispetto al flusso inarrestabile della società delle immagini?
Penso che sempre più chi decide di utilizzare la fotografia come linguaggio artistico debba anzitutto porsi come selezionatore ed elaboratore delle immagini. Creare un'immagine nuova è quasi impossibile, e comunque è probabile che qualcuno lo stia facendo contemporaneamente da qualche altra parte del mondo, ed entrambe finiscono nella rete. Ma rimane tantissimo da fare con le immagini che esistono già, che possono venire manipolate, decodificate, rielaborate, ricontestualizzate: non a caso oggi quasi tutti gli artisti più interessanti in ambito fotografico lavorano attraverso e sulle immagini pre-esistenti, aiutandoci anche in alcuni casi a decodificarle, o a svelarne elementi sconosciuti. Facendo così in modo che anche un'immagine vecchia diventi nuova.
 
 
 
Come vede la fotografia italiana dinanzi alle sfide della contemporaneità?
Come si diceva all'inizio, c'è un gap da colmare, in termini di cultura fotografica e di investimenti. Il tema vero, però, anche in questo ambito, è la fuga all'estero dei nostri migliori giovani, che si può rallentare solamente migliorando l'offerta sia nell'ambito della formazione che in quello della diffusione. I giovani bravi ci sono, bisogna fornire loro le condizioni per lavorare in Italia.
 
 
 
Torniamo ad UniCredit for Art. Il progetto nato con l'intenzione di diffondere la conoscenza dell'arte contemporanea italiana si è poi sviluppato a seguito dell'ampliamento del Gruppo su scala internazionale. Quali a suo parere i risultati raggiunti e gli obiettivi per il futuro?
Più che di risultati raggiunti e di obiettivi, parlerei di una naturale evoluzione, che oggi si concentra soprattutto sulla conservazione e sulla valorizzazione della collezione. Questa anche in concomitanza con l'apertura dell'UniCredit Pavilion, uno spazio polifunzionale all'interno del quale troverà naturalmente luogo anche una consistente attività espositiva. Allora, dopo il grande periodo delle acquisizioni, oggi è il momento dello studio (la collezione non è mai stata studiata in profondità, e questo studio sta portando alla luce importanti novità tanto sul patrimonio storico che su quello moderno) e dell'esposizione. Non a caso, il Pavilion apre con una mostra dedicata ad opere della collezione scelte dai dipendenti, e la prima grande mostra sarà, in dicembre, una retrospettiva di Gabriele Basilico.
 
 
 
Quale ruolo può avere a suo parere il mecenatismo per lo sviluppo dell’arte e per la valorizzazione del nostro patrimonio? Ci sono esperienze di successo a livello internazionale che lei riterrebbe utili importare in Italia?
Nella società odierna il ruolo dell'iniziativa privata è sempre più determinante, personalmente penso che più che di mecenatismo vi sia necessità di un equilibrio tra le differenti vocazioni e le diverse funzioni dell'iniziativa pubblica e di quella privata. Per una volta, mi sia permesso di citare un esempio virtuoso italiano, quello della Fondazione MAST di Bologna, dove l'identità di un grande gruppo industriale si trasforma in un progetto culturale, di respiro davvero internazionale ma saldamente legato al territorio, persino al proprio quartiere d'origine. 
www.fondazionefotografia.org
www.unicreditpavilion.it
 
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