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Dalla Francia una politica culturale al passo coi tempi

  • Pubblicato il: 15/03/2016 - 23:02
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Maria Elena Santagati

Un inizio anno di grande fermento: nuovo ministro, nuova legge in via di approvazione, budget in aumento, attivismo delle fondazioni e  un interesse sempre crescente per l'audiovisivo e le industrie culturali. L'Hexagone e la cultura, questione di priorità
 
 
È Audrey Azoulay, classe 1972, il terzo ministro della cultura e della comunicazione dell'era Hollande, dopo le contestate Aurélie Filippetti (2012-2014) e Fleur Pellerin (2014-febbraio 2016). A seguito dell'ultimo rimpasto di governo, infatti, dall'11 febbraio è stata nominata ancora una volta una donna alla direzione di rue de Valois: consigliere culturale all'Eliseo dal 2014, in passato al Ministero della Cultura, alla Corte dei Conti e al Centre national du cinéma (CNC), l'enarca Audrey Azoulay si distingue senza dubbio per il suo profilo tecnico. Dal suo insediamento, un'agenda fitta di impegni lasciati in eredità dai suoi predecessori.
 
Il 1° marzo, infatti, con 174 voti favorevoli e 30 contrari, il progetto di legge sulla libertà di creazione, l'architettura e il patrimonio (detto «projet de loi CAP») è stato approvato in prima lettura dal Senato, dopo l'approvazione dell'Assemblea nazionale nell'ottobre 2015, avviandosi così verso l'iter di adozione finale. Promosso durante il mandato Filippetti, ma più volte modificato, il progetto di legge ha come obiettivi principali: affermare la libertà di creazione artistica, anche attraverso il suo riconoscimento legislativo, e creare un «ecosistema favorevole agli artisti», modernizzare la protezione del patrimonio culturale e promuovere l'architettura. Il testo si divide in 4 titoli e prevede una serie di misure concrete in ambiti eterogenei, tra i quali la libertà di creazione, il diritto d'autore, l'accesso alla cultura, anche per le persone in situazione di handicap, l'insegnamento artistico superiore, la qualità architettonica, il patrimonio culturale protetto, i siti UNESCO, l'archeologia preventiva, l'assegnazione del riconoscimento «cité historique», il mecenatismo.
All'intervento legislativo si affianca un notevole impegno a livello finanziario: per il 2016, infatti, il Ministero della Cultura e della Comunicazione stanzia un budget di 7,9 miliardi di €, con un aumento del 2,9% rispetto all'anno precedente. A fronte di un impegno totale per la cultura di 9,4 miliardi di €,
risulta la seguente ripartizione (in milioni di €):

  • audiovisivo: 4616 (di cui 2559,6 per France Télévisions)
  • patrimonio culturale: 1049,6
  • creazione artistica: 896,8
  • cinema: 847
  • funzionamento: 758,2
  • stampa: 422,2
  • trasmissione dei saperi e democratizzazione culturale: 360,8
  • media e industrie culturali: 321,7
  • ricerca culturale e cultura scientifica: 122,1
  • azione internazionale: 5,9

 
Ancora una volta il settore dell'audiovisivo e più in generale delle industrie culturali e quello della creazione artistica figurano tra le priorità del Ministero, che, nella riorganizzazione interna del 2010, a seguito del processo di Revisione generale delle politiche pubbliche (RGPP) avviato nel 2007, ha infatti costituito un'apposita Direzione generale dei Media e delle Industrie culturali, che si affianca alle altre due direzioni generali, una del patrimonio, l'altra della creazione artistica.
Nella consapevolezza dell'impatto economico del settore culturale (86,8 miliardi di € è il valore totale delle produzioni delle attività culturali in Francia nel 2014), l'impegno del governo si articola non solo nel sostegno finanziario e nell'elaborazione di strategie mirate, ma anche in una intensa attività di accompagnamento degli attori culturali, in vista di una loro maggiore professionalizzazione. Anche in quest'ottica, infatti, il Ministero della Cultura e della Comunicazione e il Ministero dell'Economia  hanno lanciato un'iniziativa di divulgazione e dialogo tra i vari attori dell'imprenditoria culturale e creativa, il Forum «Entreprendre dans la culture», la cui seconda edizione si svolgerà nel maggio prossimo, dopo il successo registrato lo scorso anno.
 
Sempre nell'ambito imprenditoriale, ma sul versante mecenatismo, è attiva la Mission Mécénat del Ministero, che dal 2003 si occupa di elaborare e perseguire la strategia ministeriale in materia, anche attraverso vari corrispondenti nelle sedi periferiche. Tra le attività condotte, anche l'organizzazione del ciclo di incontri «I Giovedì del Mecenatismo», Les Jeudis du Mécénat, un'importante occasione di confronto e di diffusione di buone pratiche tra mecenati, professionisti e attori culturali. Negli anni, numerose sono state le tematiche al centro del dibattito, dalle implicazioni del mecenatismo nei vari sottosettori culturali al ruolo delle imprese, dal finanziamento partecipativo alla valutazione delle azioni di mecenatismo, oggetto dell'ultimo incontro tenutosi lo scorso 18 febbraio in occasione dalla celebrazione dei 10 anni dell'iniziativa. Organizzato in collaborazione con il Centre Français des Fonds et Fondations, l'associazione nazionale che rappresenta le fondazioni e i fondi di dotazione, l'appuntamento è stato un'opportunità per discutere del ruolo strategico e delle problematiche della valutazione del mecenatismo in ambito culturale, nonché per restituire la diversità dei processi valutativi applicabili ai progetti in questo settore. Le Fondazioni, infatti, si stanno dotando sempre più di strumenti metodologici per la valutazione dei progetti sostenuti, anche se da più parti è stata sottolineata la necessità di elaborare modalità ad hoc in funzione delle varie tipologie di iniziative. Perché la valutazione possa essere realmente utile ed efficace per comprendere le dinamiche attivate dal progetto sul territorio e gli impatti generati nei confronti dei destinatari, sono diversi, infatti, gli obiettivi e i risultati da prendere di volta in volta in esame, che si tratti ad esempio della pratica musicale delle orchestre giovanili di quartiere o di laboratori di scrittura.
 
A livello progettuale, finanziario e legislativo, le implicazioni della strategia d'oltralpe in materia culturale sono molteplici e danno vita ad un dibattito sempre vivace e stimolante. Da seguire con attenzione. Perché, talvolta, meriterebbe di essere considerato fonte d'ispirazione.
 
 
 
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Foto, fonte: www.culturecommunication.gouv.fr
 
 
 
 
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