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Cultura Accessibile: tra criticità e nuove proposte

  • Pubblicato il: 06/01/2012 - 02:05
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Paolo Osiride Ferrero
il blog culturaccessibile

Cultura e accessibilità sono due parole problematiche, soprattutto quando questi due termini vengono combinati per parlare di cultura accessibile o di accesso all’offerta culturale. Questi concetti sono problematici perché mettono in luce una delle maggiori criticità del sistema culturale nazionale. Nel quinquennio 2007-2013 la Comunità Europea ha investito sette miliardi di euro nel «Lifelong Learning Programme», con lo scopo di stimolare le esperienze di apprendimento in ogni fase della vita dei cittadini e non soltanto nell’età giovanile, nel periodo tradizionalmente dedicato alla formazione. Questo tipo di politica comunitaria ha rilanciato il ruolo delle istituzioni culturali come motore di educazione continua e come luoghi privilegiati di formazione non convenzionale, sottolineando e ribadendo con decisione come la cultura rivesta un ruolo un ruolo primario nella vita dei cittadini. Con le sue linee programmatiche l’Unione Europea ha confermato l’idea che spazi ed eventi culturali siano fonte non solo di intrattenimento, ma anche di educazione permanente e di inclusione sociale, dunque momenti di formazione e riflessione irrinunciabili per tutti. L’apprezzabile sforzo di sradicare le attività culturali da una prospettiva elitaria ha però messo urgentemente in primo piano le problematiche relative all’accesso alla cultura. Se l’impegno delle istituzioni culturali è quello di essere al servizio della cittadinanza, particolare attenzione è dovuta ai fruitori con esigenze specifiche, collegate a disabilità o difficoltà di natura motoria o percettiva. Il diritto alla cultura resta sulla carta se poi i luoghi della cultura non sono effettivamente aperti a tutti. Nel caso dell'accesso alle attività culturali le "carte" sono in regola, ovvero dal punto di vista giuridico, una normativa in proposito è stata elaborata e recepita a livello nazionale e sovranazionale. L'articolo 30 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, promulgata dall'ONU nel 2006, ratificata e firmata dallo Stato Italiano, dichiara che «gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di eguaglianza con gli altri alla vita culturale e dovranno prendere tutte le misure appropriate per assicurare che le persone con disabilità: godano dell’accesso ai materiali culturali in formati accessibili; abbiano accesso a programmi televisivi, film, teatro e altre attività culturali, in forme accessibili; abbiano accesso a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici, e, per quanto possibile, abbiano accesso a monumenti e siti importanti per la cultura nazionale». A livello nazionale il Ministero per i beni e le attività culturali, con un decreto del 28 marzo 2008, ha pubblicato le «Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale», che però prospetta soluzioni scarsamente incisive alle problematiche di accesso alla generalità dei luoghi e attività culturali.
Le buone intenzioni in formato cartaceo hanno però poco impatto sulla vita di tutte quelle persone con disabilità che ancora oggi hanno difficoltà ad accedere, non solo fisicamente, ma anche a livello percettivo e prossemico in musei, gallerie, auditorium, teatri, festival, aree archeologiche e tutti gli altri spazi, istituzionale e non, che ospitano attività o eventi culturali. I limiti e i problemi irrisolti sono ancora molti, senza entrare troppo nello specifico molte istituzioni non conoscono le istanze dell’accessibilità e delle persone con disabilità e sono poco disponibili ad accogliere suddette istanze, l'accessibilità strutturale è spesso minima, mentre quella percettiva-comunicativa quasi inesistente, inoltre competenze insufficienti e incapacità a valorizzare le risorse causano una gestione inadeguata di eventi e spazi culturali. Anche da parte delle persone con disabilità e dei loro gruppi di rappresentanza ci sono comunque atteggiamenti limitanti, come la forte tendenza al particolarismo che può generare scontro con le istanze dell’inclusione, dell’accettazione e dell’uso aperto a chiunque, mentre sarebbe auspicabile conciliare esigenze differenziate attraverso pluralità di soluzioni.
Percependo la discrepanza tra documenti normativi e effettiva possibilità di accesso, la Consulta per le Persone in Difficoltà di Torino e il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli - Museo di Arte Contemporanea hanno costituito, nel dicembre 2010, il «Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile», dove istituzioni, associazioni e operatori culturali hanno iniziato a confrontarsi sulle tematiche dell’accessibilità della cultura a tutti i pubblici con l'obiettivo di rendere concrete e operative le istanze di inclusione. I partecipanti al tavolo sono il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, la Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus, Cittadellarte Fondazione Pistoletto Onlus, il Comune Torino, la Fondazione Fitzcarraldo Onlus, la Fondazione Paideia Onlus, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Torino Musei, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, l'Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, l'Istituto dei Sordi di Torino, La Venaria Reale, il Parco Arte Vivente, Susa Culture Project e l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus.
Attraverso una serie di incontri, tra cui la partecipazione a «L’invasione degli altri corpi 2» nel settembre 2011 a Lecce, seminario sull’accessibilità della cultura promosso dalla Fondazione Fitzcarraldo, e l'incontro Culturaccessibile durante la diciottesima edizione di Artissima a Torino, il gruppo di lavoro del «Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile» ha dato vita al «Manifesto dell’accesso alla cultura per tutti» documento che nasce con l’intenzione di individuare linee di intervento che orientino l’azione degli operatori.
Il Manifesto è stato presentato il 7 dicembre 2011, nell'ambito del convegno «Cultura per Tutti» organizzato dalla CPD presso il Castello di Rivoli. Il convegno è stato organizzato con l'obiettivo di parlare di disabilità e accesso alla cultura in senso allargato, non solo come superamento delle barriere architettoniche, ma come progettazione inclusiva di spazi e contenuti. Il Comune di Torino e la Regione Piemonte hanno aperto i lavori con gli interventi di Maurizio Braccialarghe e di Virginia Tiraboschi. Brunella Manzardo, del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli ha introdotto i punti di discussione del convegno, moderato da Catterina Seia di SusaCulture Project. «Cultura per Tutti» ha offerto un coro di diverse prospettive sulla disabilità; riflessioni sull'accesso alla cultura e sull'inclusione di pubblici diversi sono state offerte da Eugenia Monzeglio, presidente dell'Istituto Italiano per il Turismo per Tutti e da Franca Pregnolato, presidente dell'Associazione Artepertutti, Elena Radutzky, consulente Deaf Studies, e Carlo Di Biase, docente di Educazione dei bambini sordi, hanno parlato di accessibilità visiva e visibile, Anna Follo, MA in Museum Studies, si è occupata della rappresentazione culturale e artistica della disabilità, mentre il funzionario del Comando dei Vigili del Fuoco Angelo Venuti ha approfondito le tematiche relative ai piani di sicurezza degli eventi pubblici. Il «Manifesto dell’accesso alla cultura per tutti» è stato presentato da Francesco Fratta, che ha rappresentato l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti al Tavolo di confronto sul tema della cultura accessibile».
Come ho avuto modo di dire durante il convegno, la cultura, in tutte le sue forme, è il sale della vita di ognuno di noi, arricchisce e completa tutti gli uomini, senza discriminazioni. Per questo sono orgoglioso del lavoro compiuto dal Tavolo in questo amo perché questo Manifesto dell’accesso alla cultura per tutti è un segnale forte e importante di una nuova visione della persona con disabilità come membro attivo della società, in tutte le sue accezioni. Mi auguro che le istanze del Manifesto e le riflessioni che risulteranno dal convegno possano essere accolte anche a livello nazionale ed europeo dimostrando, ancora una volta, come il Piemonte possa essere un serbatoio di idee e di stimoli positivi per creare una società sempre più etica e rispettosa di tutti i cittadini.

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Paolo Osiride Ferrero è nato il 6 giugno 1938 a Torino. Colpito in tenera età dalla poliomielite, ha dimostrato fin da giovane un grande talento musicale, conquistando numerosi riconoscimenti per le sue esecuzioni con la fisarmonica. Ha studiato canto, pianoforte e composizione, prima con maestri di grande prestigio e poi al Conservatorio. Nel 1972 ha scelto di prendere l’aspettativa dal suo impiego al Comune di Torino per tentare il concorso al coro della Rai di Torino, ha superato l’esame e ha occupato il posto tra i tenori fino al 1993, anno dello scioglimento dell’organico da parte della Rai. Nello stesso anno è andato in pensione, dedicando la sua vita alla battaglia per il riconoscimento dei diritti e alla lotta per l’integrazione delle persone con disabilità, distinguendosi per l’energia e l’efficacia dei suoi interventi e per la praticità delle sue proposte. Nel 1995 è stato eletto Presidente della Consulta per le Persone in Difficoltà. Dal 1997 è l’anima delle manifestazioni organizzate in Piemonte per la ricorrenza del 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Il 3 dicembre 2010 è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana.