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Per conquistare sponsor o donors bisogna prima comunicare una buona causa

  • Pubblicato il: 09/05/2016 - 13:54
Autore/i: 
Rubrica: 
NORMA(T)TIVA
Articolo a cura di: 
Irene Sanesi

A Milano, dal primo workshop del tour italiano di Ales, emersi i risultati delle liberalità dell’Art bonus, circa 77 milioni di euro di cui il 65% da privati cittadini, ma soprattuttp una riflessione che sposta l’attenzione da una visione sostanzialista del patrimonio culturale ad uno sguardo processuale nel cui solco la leva fiscale può rappresentare uno strumento necessario per rilanciare il binomio cultura+impresa e gli investimenti delle fondazioni. Sapendo raccontare le storie
 
 
 
 
Il 3 maggio scorso si è svolto presso il Teatro Franco Parenti di Milano la “Chiamata alle arti – Art bonus e non solo!”, l’appuntamento che ha rappresentato la tappa lombarda del road show di Ales SpA e del MIBACT per la sensibilizzazione sull’Art bonus, che è stata anche l’occasione per discutere sull’alleanza strategica ed i mezzi conseguenti per raggiungerla tra Pubblico e Privato in tema di cultura. Le partnership istituzionali hanno coinvolto ANCI, Assifero, Borsa Italiana, UPA e UNICOM, quelle tecniche il Teatro F. Parenti, The Industry e TVN. Hanno collaborato il comitato Cultura+Impresa, Federculture, Regione Lombardia e Camera di Commercio Milano, oltre alla nostra testata.
Mentre la mattinata è stata dedicata all’Art bonus e alle sponsorizzazioni con tavole rotonde dedicate il pomeriggio è stata la volta di specifici approfondimenti con casi pratici ed un focus operativo sul portale Art bonus: come utilizzarlo? Come predisporre e comunicare il progetto?
 
L’animatore della giornata, Francesco Moneta, Presidente di Cultura+Impresa ha definito questa giornata di lavori un’occasione importante di informazione, formazione e confronto, basata su esperienze, dedicata in particolare alle imprese e agli operatori culturali, per conoscere e applicare le diverse opportunità. E gli addetti ai lavori hanno risposto in maniera altrettanto significativa non solo riempiendo la sala con provenienze diverse e qualificate ma attestando l’interesse al tema da parte delle istituzioni rappresentate.
 
Come moderatrice della tavola rotonda sull’Art bonus ho chiesto subito a Carolina Botti, direttore centrale di Ales, quali sono i numeri del credito d’imposta: a fine aprile sono state comunicate liberalità (l’Art bonus rientra nell’ambito delle erogazioni liberali ai sensi del TUIR, Testo unico delle imposte sui redditi) per circa 77 milioni di euro e di queste il 65% proviene da privati cittadini. Un dato che fa riflettere essendo stati proprio i privati coloro che hanno visto incrementare il bonus dal precedente 19% di detrazione Irpef all’attuale 65% di credito d’imposta da calcolarsi sul 15% del reddito. Il sito web Art bonus ha ricevuto il plauso dei presenti perché basato su un approccio chiaro e semplice. In effetti il tema della burocrazia è stato un argomento trasversale, considerato cruciale al pari del bonus. Così come l’aspetto progettuale: troppo spesso in Italia si è pensato prima, e a volte soltanto, all’hardware e dunque alla ristrutturazione, al restauro conservativo degli spazi culturali senza avere la minima idea del software, del progetto di gestione e a chi poterlo affidare. E’ stata opinione diffusa e condivisa quella di dover ripristinare una “reductio ad unum” dei due aspetti: manutentivo e gestionale, privilegiando il coinvolgimento del soggetto (magari privato). Un approccio che sposta l’attenzione da una visione sostanzialista del patrimonio culturale ad uno sguardo processuale nel cui solco la leva fiscale può rappresentare uno strumento necessario per rilanciare il binomio cultura+impresa.
 
L’altro attore della giornata sono state le sponsorizzazioni quasi a rappresentare l’altra faccia della medaglia, il Giano bifronte del fund raising culturale. Si è marcata la differenza tra i due strumenti sotto il profilo tributario (per ricevere una sponsorizzazione è necessaria la P.Iva, mentre per beneficiare di un’erogazione liberale è sufficiente avere il codice fiscale) e di restituzione (con l’Art bonus si può ricevere un pubblico ringraziamento ma non certo costruire una campagna pubblicitaria).
Andrè Ruth Shammah, fondatrice ed anima della Fondazione del teatro Franco Parenti, alla mia domanda diretta su quale delle 5R sentisse più “sua” nell’ambito della raccolta fondi: responsabilità, restituzione, reciprocità, reputazione, racconto, non ha avuto esitazioni: “racconto, senz’altro”. A testimoniare, lei che può considerarsi un “caso di successo”, che per coinvolgere gli art supporter, prima ancora che diventino donor o sponsor, è necessario saper raccontare una storia.
 
 
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