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Bologna: ecco finalmente Palazzo Pepoli

  • Pubblicato il: 01/02/2012 - 15:08
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Luigi Bartolomei, dal Giornale dell'Architettura
Primo piano. Sala: La città delle acque. Foto Paolo Righi Simili

Con l’apertura in Palazzo Pepoli del Museo della Storia di Bologna, giunge ad uno snodo fondamentale Genus Bononiae, il percorso museale di rilievo urbano avviato dalla Fondazione Carisbo e destinato a trasformare la città in una delle principali capitali Europee della cultura mediante la valorizzazione e il progressivo restauro dei principali poli del suo cuore monumentale. In Genus Bononiae Palazzo Pepoli ha il ruolo dell’anfitrione: mentre introduce alla città di Bologna, ne promuove una nuova visione, sottraendola al suo provincialismo per ricordarle la sua originaria vocazione a crogiuolo di arte, idee e cultura, come scrive Fabio Roversi Monaco, ispiratore del progetto e presidente della Fondazione.
Tuttavia, poiché una città di troppi intellettuali e qualche Balanzone esaspera la critica fino ad impedire qualsiasi innovazione, v’era già chi deprecava, all’inaugurazione del 28 Gennaio scorso, la torre in vetro ed acciaio di Mario Bellini, nuovo vano scale al museo, troppo invasiva e inutilmente ampia nell’antica corte medioevale del Palazzo; o ancora l’ “ombrello” a copertura dell’antico cortile, dai profili in acciaio troppo pesanti; o il tono tra il barocco e il presepistico di alcune sezioni dell’allestimento troppo generose di specchi… Eppure, quand’anche queste considerazioni fossero qua e là condivisibili, esse diventano poco e scuro rispetto ad una simile operazione di rinnovamento nella comunicazione della città, che vede pochi paragoni in Europa e che nell’architettura coglie solo un aspetto, per quanto, anch’esso di assoluto rilievo con un delicato restauro (anche strutturale) che ha saputo cucire mirabilmente l’esterna apparenza di una trecentesca fortezza con gli stucchi degli interni barocchi, sempre leggibili nell’aereo allestimento, sensibile alla lezione del razionalismo italiano di Melotti e Persico, e talvolta utilizzati come perfetta cornice alla proiezione di audiovisivi. Un museo anti-museo che rifugge dal grigiore in cui spesso è stata imbalsamata la cultura per riscoprirne il colore, in un progetto grafico di Italo Lupi che anche negli adulti scova bambini. Con la direzione scientifica di Massimo Negri il percorso procede non solo cronologicamente ma anche per analogie e contaminazioni, fino a sbocciare nel virtuale con un fumetto in 3D che, con la voce di Lucio Dalla e la regia di Giosuè Boetto, narra in dieci minuti 2500 anni di storia.

Progetto Architettonico: Mario Bellini
Direzione Scientifica: Passimo Negri
Progetto Grafico: Italo Lupi

I numeri del progetto
45.000.000 € costo del restauro e allestimento
6200 mq di superficie totale
3100 mq superficie espositiva netta
650 mq corte coperta
37 sale espositive

dal Giornale dell'Architettura, edizione online, 26 gennaio 2012