Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Autunno tibetano a Treviso

  • Pubblicato il: 25/05/2012 - 09:54
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Veronica Rodenigo

Treviso. Presentata alla stampa venerdì 18 maggio, la mostra «Tibet, tesori dal tetto del mondo» (Casa dei Carraresi, 20 ottobre-2 giugno 2013) rimane, ad ora, l’unica proposta certa nel programma espositivo di Fondazione Cassamarca. Trecento reperti (dal XIV secolo ad oggi) provenienti dalle città di Lhasa, Shigatze, Gyantze, dal Museo delle Nazionalità di Pechino, dalle collezioni imperiali della Città Proibita e selezionati, anche in questo caso come per il precedente ciclo pluriennale dedicato alla Cina, da Adriano Màdaro. Giornalista e sinologo, il curatore preannuncia l’unicità dell’esposizione sottolineando la difficoltà nell’ottenimento dei prestiti e l’interesse manifestato da musei internazionali nel poter «esportare» successivamente la mostra. Impresa, specifica, non fattibile. La promessa è quella di un unicum a Treviso che riunisca in 5 sezioni «peculiarità storiche, religiose, artistiche ed etniche» attraverso mappe, carte geografiche, la statuaria oggetto di culto; dipinti sacri, maschere divinatorie e strumenti musicali riconducibili a momenti rituali; ornamenti, monili, abiti, strumenti d’uso quotidiano. Main sponsor: UniCredit e l’azienda trevigiana Rotas Italia.
Il presidente di Cassamarca Dino De Poli non conferma quindi il corposo programma sull’India che dopo il Tibet si sarebbe dovuto protrarre fino al 2015; una decisione motivata dalla necessità di frenare le uscite d’un bilancio messo a durissima prova negli ultimi anni. Di contro, però, il presidente parla comunque di «sorprese future» e di cataloghi per raccogliere il lavoro svolto durante la lunga stagione de «La via della seta», iniziata nel 2005 e conclusasi, alternando da allora altre proposte temporanee, domenica scorsa con quasi 110mila visitatori di «Manciù, l’ultimo imperatore» distribuiti in 6 mesi e 20 giorni di apertura. E alla domanda se non ritenga vincolante, a lungo andare, per la città stessa, una programmazione così ampia, la risposta giunge secca: «È cultura. Non ci siamo posti un consenso preventivo. Noi guardiamo avanti».
Treviso non è, comunque, solo Casa dei Carraresi. Dai Civici musei, che custodiscono nella sede di Santa Caterina una preziosa parte della memoria storica e artistica della città e del territorio, dalla preistoria al Novecento passando per gli affreschi trecenteschi di Tomaso da Modena, giunge una buona notizia. A luglio partirà la gara d’appalto per il restauro conservativo della sede del Museo Bailo, chiusa dal 2003 per problemi strutturali. Un investimento di 5 milioni derivanti dalla partecipazione ad un bando europeo e da un finanziamento comunale che consentiranno la nascita di una nuova galleria pronta ad accogliere le collezioni dell’Ottocento e del Novecento. Lo studio di progettazione Mas, vincitore della gara pubblica bandita dal comune nel 2010, ne ridisegnerà anche l’accesso dandogli una nuova connotazione. Conclusione dei lavori prevista per la fine del 2014.

© Riproduzione riservata

da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 21 maggio 2012