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APPUNTI DI VIAGGIO. VERSO UNA DEFINIZIONE DI WELFARE CULTURALE

  • Pubblicato il: 13/12/2016 - 22:36
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Andrea Bartoli

Dire e fare. Testimoni di eccezione. Andrea Bartoli, il notaio che con la moglie Florinda Saieva ha scelto di rimanere nella sua Sicilia, crescere la propria famiglia e contribuire alla rinascita a base culturale del paese degli avi, Favara. In sette anni ha creato anni un modello di ispirazione nel mondo . Ha accolto il nostro invito alla riflessione sul Welfare Culturale. Di cosa stiamo parlando? Nell’isola « tanti cittadini, persone normali, hanno deciso di assumersi un pezzo di responsabilità pubblica e surrogarsi allo Stato, alla Regione, ai Comuni, organizzando iniziative culturali e sociali e creando luoghi, veri e propri « polmoni urbani » «luoghi pubblici pensati per il benessere delle persone, di tutte le persone, di tutte le età, a qualsiasi fascia sociale ». Lo incontreremo a Torino, come caso scelto per l’edizione del Tedx del 29 gennaio “This must be the place”, al Centro Congressi Lingotto.


L’anno scorso in occasione di una missione culturale a Nantes ho visitato la Maison de Quartier Madeleine Champ-de-Mars.  E' un posto straordinario dove tutte le persone del quartiere possono riunirsi, fare sport, sviluppare  progetti associativi, fare attività artistiche e laboratori vari. C'è anche una grande cucina che può essere affittata per organizzare una festa (anche di matrimonio) nella sala limitrofa. Sapete quanto costa agli abitanti del quartiere affittare questi spazi per un giorno?  Sette euro.
Ci sono anche delle residenze in cui gli artisti possono lavorare per un anno con l'unico impegno di fare tre volte la settimana delle attività per le persone del quartiere. Solo a Nantes ci sono 11 Maison de Quartier.
Nella stessa città ho avuto modo di visitare Le Lieu Unique, un centro culturale che ospita la sperimentazione in tutte le forme di espressione della cultura.
Spostandomi pochi chilometri ho visitato la  Maison des Adolescents di Saint Nazaire, uno spazio per gli adolescenti; non solo un consultorio ma anche un luogo attrattivo dove gli under 18 possono incontrarsi, stare insieme, fare delle attività sportive, culturali, ricreative.
Nella stessa città tra l’altro ho avuto modo di visitare un Centre pour les personnes âgées un edificio contemporaneo che sembra un museo di arte contemporanea, piscina, palestra e agenzia viaggi per l’organizzazione del tempo libero delle persone anziane.
Parigi, nel diciannovesimo ArrondissementLe 104  è un centro culturale finalizzato a coinvolgere ed essere fruito più dagli abitanti del quartiere che dai turisti.
Nella periferia di Nottingham il Governo britannico nel 2003 ha voluto creare un museo come dispositivo di mediazione tra popoli ; nel quartiere con più alta concentrazione di minoranze etniche: il New Art Exchange promuove esposizioni, workshop e attività ricreative con gli abitanti del quartiere.
Questi sono a mio avviso esempi importanti di welfare culturale : luoghi pubblici pensati per il benessere delle persone, di tutte le persone, di tutte le età, a qualsiasi fascia sociale appartengano e a prescindere da fatto che siano cittadini del proprio Paese o meno.
Tutto questo in Italia, specie nel Meridione non esiste.
Nei Musei regionali siciliani, salvo poche eccezioni che si contano sulle dita di una mano, ci sono più custodi che visitatori; i costi di gestione sono imbarazzanti rispetto al numero dei fruitori. Semplicemente un grandissimo spreco di denaro pubblico o forse e meglio dire un crescente ammontare di debito pubblico.
Per fortuna, tanti cittadini, persone normali, hanno deciso di assumersi un pezzo di responsabilità pubblica e surrogarsi allo Stato, alla Regione, ai Comuni, organizzando iniziative culturali e sociali e creando luoghi, veri e propri « polmoni urbani » che stanno colmando per quanto possibile le grandissime mancanze di un settore pubblico inadeguato, poco etico e privo di qualsiasi visione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini italiani.
Andrea Bartoli. Notaio, ideatore di Farm Cultural Park a Favara-Agrigento, centro culturale indipendente nato sette anni fa che, attraverso le arti,  ha dato nuova identità e futuro al centro storico in via di abbandono. Un modello all’attenzione internazionale. www.farmculturalpark.com

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