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Si è suicidato Vettor Pisani

  • Pubblicato il: 26/08/2011 - 08:00
Rubrica: 
NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Guglielmo Gigliotti
Io sono un artista povero e famoso

Roma. Vettor Pisani si è tolto la vita nel suo studio che affaccia sul cimitero acattolico di Roma, questa mattina. Era nato a Napoli nel 1934, e a Napoli, nei giorni dell’inaugurazione della sua ultima mostra alla Fondazione Morra, aperta fino al 14 settembre, aveva detto che gli avrebbe fatto piacere tornare a vivere, perché lì si sentiva bene. Ma a Roma ci viveva dal 1970, anno della sua prima mostra personale a La Salita, «Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp», nella quale già riuniva alcuni dei temi fondamentali del suo labirintico percorso nell’arte e nella psiche, svolto sulla scorta di installazioni, assemblaggi e performance.
In tutti i propri lavori Pisani ha disseminato richiami all’esoterismo, alla mitologia greca, alla psicoanalisi, all’alchimia, alla simbologia dei Rosacroce e a una ritualità arcana dell’opera vissuta come teatro e processo iniziatico, sullo sfondo del grande mistero della vita. Nel dicembre 1975 realizza alla Galleria Sperone di Roma l'azione «Il coniglio non ama Joseph Beuys». Beuys, con Duchamp, De Dominicis, Bellmer, Böcklin e Yves Klein sono le principali figure guida con cui l’artista napoletano ha dialogato, mediante citazioni, per tutta la vita. Dal ’76 al ’95 ha esposto alla Biennale di Venezia per sei volte. In anni recenti aveva trasformato una cava abbandonata a Serre di Rapolano presso Siena in una grande opera abitabile e in luogo di contemplazione e scambio. Con l’ironia e l’amore per i paradossi logici che ha sempre caratterizzato la sua arte, nella sua penultima mostra, a Roma, sui muri della galleria Limen 895, aveva scritto di sé: «Io sono un vero falso d’autore», «Sono un artista povero e famoso», «In verità vi dico, la verità non esiste». Il titolo della mostra era «Carpe diem», perché vere carpe nuotavano nell’acqua contenuta in un frigorifero rovesciato disposto all’entrata.

dal Giornale dell'Arte, edizione online, 22 agosto 2011